martedì 7 febbraio 2012

Maldive, il sogno spezzato di Nasheed


Il presidente delle Maldive Mohamed Nasheed si è dimesso oggi sotto la spinta di violente proteste dell'opposizione lasciando il potere al suo vice Mohammed Waheed Hassan.
A prima vista sembra un colpo di stato anche se un portavoce dei militari lo ha escluso «Non è un colpo di stato nel modo più assoluto", ha detto Abdul Raheem Abdul Latif, ammettendo tuttavia
che l'esercito ha «consigliato» al presidente di dimettersi. L'annuncio delle dimissioni è giunto dopo una notte di scontri nella capitale Malè e dopo che alcuni reparti della polizia si sono ammutinati, prendendo il controllo della Tv di stato. Dall'opposizione guidata dal partito dell'ex dittatore Maumoon Abdul Gayoom, uscito di scena nel 2008 dopo 30 anni di
regime, è arrivato un appello alla popolazione per rovesciare il presidente. Pur rimanendo in controllo dell'esercito, Nasheed non ha quindi avuto altra scelta che lasciare l'incarico. In una conferenza stampa trasmessa in tv ha detto che «se fossi rimasto al potere sarebbe stato peggio» e che «non voglio causare danno ai maldiviani. Sento che la mia permanenza al potere accrescerebbe solo i problemi e ferirebbe la popolazione». L'ex capo dello Stato, salito al potere nel 2008, era sotto
enorme pressione fin dalla metà di gennaio dopo l'arresto di un famoso giudice Abdulla Mohamed, che aveva ordinato il rilascio di un dissidente politico.

Le dimissioni del presidente delle Maldive Mohammed Nasheed, 44 anni, chiudono un'esperienza politica democratica e ambientalista che aveva sollevato molte speranze nel Paese. Tanto che nel 2010 Newsweek aveva inserito Nasheed nella sua lista dei Dieci migliori Leader del Mondo, dopo che l'anno prima Time Magazine lo aveva messo in cima alla lista degli
«eroi dell'ambiente». La sua presidenza rimane legata alla storica seduta sott'acqua del suo governo, con i ministri vestiti da sub, per sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale ai rischi dei cambiamenti climatici. Arrestato più volte, con torture e detenzione in celle di isolamento, nel 2003 sceglie l'esilio ottenendo lo status di rifugiato politico in Gran Bretagna nel 2005. Dopo aver fondato all'estero il Partito Democratico delle Maldive (Mdp), Nasheed torna in patria. Il 12 agosto viene nuovamente arrestato ma la sua detenzione provoca proteste sia nella capitale che in altre isole dell'arcipelago. Incriminato per terrorismo, Nasheed vince al secondo turno le presidenziali del 2008 nelle prime elezioni multipartitiche del paese. Termina così il trentennale governo dell'autoritario presidente Maumoon Abdul Gayoom.

Ma l'utopia ambientalista di Nasheed si deve scontrare fin dall'inizio con le difficoltà di convivenza politica con il parlamento, dove il partito Dhivehi Rayythunge (Drp) di Gayoom conserva la maggioranza. Nasheed dedica molti sforzi alla sua battaglia ecologista contro i cambiamenti climatici, convinto che si tratti di una priorità per un paese come il suo, dove l'innalzamento del livello del mare e l'erosione delle coste rischiano di far scomparire gran parte del territorio all'80% ad appena un metro sopra il livello del mare. La sua è stata una ricetta verde, con il tentivo di convertire entro dieci anni le Maldive alla sola energia solare ed eolica.
Nasheed ha ottenuto nel 2009 il premio svedese Anna Lindh per la sua battaglia democratica ed ecologista e nel 2010 è stato insignito del Champions of Earth Award, il più prestigisoo riconosciment ambientalista dell'Onu. Ma intanto, il 29 giugno 2010 tutti i 13 ministri del suo governo si erano dimessi per protesta contro l'opera del parlamento che bloccava ogni loro iniziativa. Nasheed li rinominerà tutti il 7 luglio, ma in novembre il parlamento conferma la fiducia soltanto a cinque di loro. La situazione è poi ulteriormente precipitata tre settimane fa con l'arresto del capo della Corte Penale, il giudice Abdulla Mohammed

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