martedì 26 giugno 2012

Aldrovandi, le ingiurie alla madre


Sul web si scatena uno dei poliziotti condannati contro Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi. Che querela per diffamazione e avverte: questi signori hanno la pistola, io ho paura.
Checchino Antonini
«Fermate questo scempio, per dio!». Una signora s'inviperisce su Facebook perché la mamma di Federico Aldrovandi avrebbe chiesto il carcere per i colpevoli della morte di suo figlio. Usa il maiuscolo come a dire che vorrebbe urlarlo e dà la stura ai commenti sul profilo. Ma la signora non è una signora qualunque, è la presidentessa dell'associazione che è convinta che in Italia esista un problema di diritti umani per gente come i poliziotti della Diaz o i parà che torturarono i civili in Somalia o, appunto, i quattro agenti che il 25 settembre del 2005 incontrarono un ragazzo di 18 anni e lo fecero fuori in pochi minuti di "controllo di polizia".
Tre sentenze spiegano per filo e per segno le loro responsabilità nell'aver spezzato il cuore, mozzato il respiro, spaccato due manganelli addosso a quel ragazzo. L'associazione in questione, "Prima difesa", promuove anche corsi di guida e di tiro a segno per i suoi associati e ha perfino convinto a intervenire nel processo Aldrovandi un noto difensore dei diritti umani dei premier, Ghedini, l'avvocato di fiducia di un'altra vittima del sistema, Silvio Berlusconi. Ma niente da fare: quei quattro sono stati riconosciuti colpevoli e il Viminale ha addirittura promosso una transazione con i familiari dell'unica vittima di questa storia, Federico Aldrovandi, prima ancora che la Cassazione mettesse la parola fine alla vicenda.

Contestare Landini?


Fa discutere la protesta, anche contro il segretario della Fiom, andata in onda venerdì scorso. Nella sinistra sindacale si è aperta una discussione. E per tutti vale la domanda: come uscire dall'angolo?
Salvatore Cannavò
Venerdì scorso un gruppo di operai della Fiom ha manifestato a Bergamo, insieme ad altri settori della sinistra, dal Prc ai centri sociali, contro l'assemblea di Federmeccanica e contro la presenza del ministro Elsa Fornero. A un certo punto, quando all'assemblea sono giunti Maurizio Landini e Giorgio Airaudo, della segreteria nazionale Fiom, invitati dagli industriali insieme agli altri sindacati, i fischi e le contestazioni hanno riguardato anche il vertice della Fiom. Un Landini sorpreso si è sentito dare del "venduto" e si è beccato l'accusa di non aver indetto lo sciopero generale contro la riforma dell'articolo 18. A detta degli stessi manifestanti, il segretario generale della Fiom non si è sottratto al confronto, si è difeso, ha spiegato, ha anche annunciato che la Fiom raccoglierà le firme per un referendum abrogativo di parti della riforma Fornero - ma anche della modifica costituzionale all'articolo 81 sul pareggio di bilancio - e poi è entrato nell'assemblea.

Coalizione contro la riforma Fornero


Un appello rilancia una giornata di mobilitazione il 27 giugno contro il ddl che riforma il mercato del lavoro. Appuntamento per un'assemblea pubblica e di piazza il 25 giugno in piazza Santi Apostoli a Roma
Mobilitiamoci contro l'approvazione del DDL Fornero e contro gli Stati Generali del sociale e della famiglia

Il 26 e 27 giugno si terranno gli Stati Generali del sociale e della famiglia convocati dal sindaco Alemanno. La ministra Fornero sarà chiamata a benedire un evento che ha del paradossale in una città capitale della precarietà e del cemento e non certo delle tutele sociali, dei diritti, dell'accoglienza, della sostenibilità e dove per privatizzare e dismettere beni comuni e patrimonio pubblico si assiste a un'involuzione autoritaria e alla limitazione degli spazi di agibilità democratica.

In queste settimane molteplici sono state le mobilitazioni contro il Ddl Fornero e con al centro il tema del welfare, della precarietà e della tutela del diritto al reddito diretto e indiretto. Tantissime le contestazioni nei confronti della Fornero e dello stesso Monti in ogni città dove hanno provato a sostenere la giustezza delle misure in votazione al Parlamento. Dalle due giornate del Pantheon promosse dalla coalizione Blockupy Ddl Fornero, passando per la manifestazione della Fiom del 14 giugno e arrivando allo sciopero generale di 24 ore del sindacalismo di base nella giornata di venerdì 22 giugno, abbiamo visto in azione il sindacalismo conflittuale ed i movimenti, impegnati a non far passare inermi una pesantissima riforma ed una logica dove bisogna rinunciare a diritti e dignità per uscire dalla crisi.

Per Syriza la partita è solo rinviata


La sconfitta della coalizione di sinistra non deve nascondere il suo grande balzo tra la popolazione attiva, nelle città, tra i giovani e i lavoratori. Ma Syriza deve stare attenta ai passi falsi perché la situazione l'attende ancora alla prova più difficile
Yorgos Mitralias
da Europe Solidaire Sans Frontières (traduzione di Gigi Vigliono)
È mancato niente, il 2,77% dei voti, per la Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA) per vincere le elezioni e concludere trionfalmente lo straordinario balzo in avanti del suo risultato elettorale, passato dal 4,5% a quasi il 27% in meno di tre anni! Ma la destra coalizzata di Nuova Democrazia e dei suoi accoliti di ogni risma (i vecchi social-liberisti del PASOK e gli apprendisti socialdemocratici di Sinistra Democratica) hanno il diritto di tirare un sospiro di sollievo: la minaccia della formazione di un governo di sinistra che abolisca le misure di austerità si allontana, almeno per il momento ...
Il sollievo è d’altronde generale tra quelli in alto che ci governano e ci affamano. L’euro vola, i mercati respirano, la Sig.ra Merkel esulta e l’Internazionale cosiddetta «socialista» dei Papandreu e Hollande si felicita della «disfatta» di questi guastafeste a nome Tsipras & Co.. Allora, fine dell’incubo che ha visto le cavie greche rivoltarsi e occupare il «laboratorio Grecia»? La risposta è un NO categorico. L’incubo è qui per rimanere e tutto indica che il nuovo governo greco sarà fragile e debole, minato dalle sue contraddizioni interne, dalla crisi che non padroneggia e, soprattutto, dalla resistenza crescente del popolo greco ....

venerdì 22 giugno 2012

Autoconvocati per lo sciopero


Il 22 giugno si terrà lo sciopero di 24 ore indetto da Usb, Cub, Cib-Unicobas, Snater, Usi e SI-Cobas. Anche i delegati autoconvocati riunitisi a Roma il 26 maggio, tra cui molti Cgil, invitano a incrociare le braccia
I delegati e le delegate che lo scorso 26 maggio si sono autoconvocati per chiedere con forza lo sciopero generale e la costruzione di una piattaforma generale del lavoro contro quella di padroni e governo, considerano importante lo sciopero del 22 giugno proclamato unitariamente da USB, CUB, Cib-Unicobas, Snater, USI e SI-Cobas e che sarà di 24 ore
Riteniamo vergognoso che la direzione della Cgil abbia accettato, seguendo Cisl e Uil, la logica del DDL Fornero che toglierà l’art.18 e ammortizzatori sociali a milioni di lavoratrici e lavoratori precari e dipendenti. Così come riteniamo grave e incomprensibile che la Fiom, pur attaccando le manovre del governo Monti, non si spenda per la costruzione di un vasto fronte sociale contro le politiche di aggressione e distruzione dei diritti e delle tutele del lavoro insieme a tutte le componenti sindacali e di movimento conflittuali disponibili.

Aldrovandi, la verità batte anche Ghedini


La IV sezione penale della Cassazione ha respinto il ricorso e confermato le condanne a 3 anni e sei mesi per i quattro agenti che, all'alba del 25 settembre del 2005, effettuarono un violentissimo “controllo" di polizia su un ragazzo, disarmato e che non aveva commesso alcun reato, che morì in pochi minuti.
Checchino Antonini
«La Corte rigetta il ricorso e condanna gli imputati al pagamento delle spese processuali». Il dispositivo è rapidissimo. Ma i pochi minuti trascorsi dall'apertura della porta della IV sezione penale della Cassazione fino alla lettura dell'esito del ricorso n.ro 9 a Lino Aldrovandi e Fabio Anselmo sono sembrati un'eternità capace di far rivivere loro tutte le fasi di una tormentata vicenda che da ora, definitivamente, può essere archiviata come “Omicidio Aldrovandi". Sono appena passate le 19.20 quando un giudice della Suprema corte, dopo oltre cinque ore di camera di consiglio, ha confermato le condanne a 3 anni e sei mesi per i quattro agenti che, all'alba del 25 settembre del 2005, effettuarono un violentissimo “controllo" di polizia su un ragazzo, disarmato e che non aveva commesso alcun reato, che morì in pochi minuti. Lo trovarono ammanettato dietro la schiena, faccia a terra, gli operatori del 118 che intervennero quella mattina al parchetto dell'Ippodromo di Ferrara. Il primo grado e subito dopo il processo d'appello avevano smascherato le versioni ufficiali sulla morte accidentale del solito drogato che i colleghi dei quattro (in un altro processo verrano condannati per questo altri funzionari in servizio quel giorno) si sono spicciati a formulare e aggiornare mano a mano che una faticosissima controinchiesta dei legali della famiglia impediva prima di insabbiare il caso e poi di riaprirlo con una serie di prove e testimonianze decisive. Per lungo tempo, accanto a una famiglia straziata, ci saranno solo un pool di legali coraggiosi, pochissimi giornalisti (tra cui il vostro cronista per conto del quotidiano Liberazione) e gli amici di Aldro, studente, ragazzo, diciotto anni compiuti solo 68 giorni prima di essere ucciso.

giovedì 21 giugno 2012

Egitto, l'unità della piazza contro l'esercito


Mentre le forze militari, spalleggiate dai Fratelli musulmani, spingono per imporre un nuovo colpo di Stato, le forze rivoluzionarie tengono il ritmo della mobilitazione e si allargano gli scioperi e le lotte sui posti di lavoro
Fabio Ruggiero
Il 19 giugno è stata una nuova giornata di lotta in Egitto dimostrando ancora una volta che lo Scaf (il Consiglio Supremo delle Forze Armate) si è illuso troppo presto di poter rimettere in piedi il vecchio ordine. Nonostante questa illusione sia stata frantumata dalle mobilitazioni contro lo Scaf di quest'anno (che hanno causato ancora decine di morti) la Giunta militare sta tentando in tutti i modi di portare avanti una transizione che conservi invariata la linea di comando.
La sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato non valide le elezioni perché sono stati esclusi gli appartenenti al ex partito di Moubarak, e la modifica costituzionale messa in atto dall'esercito per conservare enormi poteri anche dopo l'elezione del presidente, rappresentano il tentativo maldestro di far rinascere il regime sotto nuove spoglie utilizzando "democratiche elezioni". Ma l'unità che la piazza sta dimostrando in queste ore (dai Fratelli Mussulmani - spaccati al loro interno- , al movimento del 6 aprile, alla sinistra) mette a dura prova questo tentativo minando alle basi il "colpo di stato" che l'esercito, grazie all'appoggio dei Fratelli Mussulmani, ha messo in atto dal febbraio 2011. La partecipazione dei FM, soprattutto dei giovani, alle mobilitazioni di queste ore contro lo Scaf è indice di una grave difficoltà delle forze controrivoluzionarie che avevano contato sul loro appoggio per una "transizione soft" del dopo Moubarak.

Schiaffo pesante per Marchionne


La Fiat condannata ad assumere gli operai Fiom che avevano fatto ricorso per discriminazione. L'azienda è sconfessata nella sua politica e dovrà ammettere il sindacato in fabbrica.
Salvatore Cannavò
da Il Fattoquotidiano.it
E’ lo schiaffo più pesante che Marchionne riceve in un’aula di Tribunale. Più pesante di quello ricevuto qualche settimana fa dal Tribunale di Modena dove la Fiom aveva vinto un altro ricorso, per violazione dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori (comportamento antisindacale) e in cui il giudice aveva deciso di chiamare in causa la Corte costituzionale sulla questione della rappresentanza in azienda. Stavolta, però, lo schiaffo arriva direttamente nel cuore del progetto della nuova Fiat, là dove tutto è cominciato.
A Pomigliano sono mesi che la Fiom denuncia la discriminazione subita dai suoi iscritti nessuno dei quali, finora, era stato assunto nel nuovo stabilimento in cui si produce la Panda. Assunzioni con il singhiozzo, tra l’altro, perché dei 4500 operai che facevano parte dell’ex stabilimento Giovanbattista Vico, solo 2093 hanno potuto rivedere il proprio posto di lavoro. Ma dei 2093 “richiamati” – così gli operai ci tengono a essere definiti, proprio per ribadire che assunti lo erano già stati – nessuno proprio nessuno, aveva la tessera della Fiom in tasca

L'antagonismo "errante" visto dal Censis


Nell'ultimo anno 9 milioni di italiani hanno partecipato a forme di protesta autorizzate. I giovani sono i più inclini al dissenso: il 7% ha preso parte a manifestazioni illegali. Ma cresce la mobilitazione della generazione di mezzo. Una radicalizzazione che non diventa conflitto sociale
Cresce la protesta sociale. 9 milioni di italiani hanno partecipato nell’ultimo anno a manifestazioni di protesta autorizzate, in tanti modi e per ragioni diverse. Si tratta del 17,7% della popolazione maggiorenne, una percentuale in forte crescita rispetto a quella rilevata dal Censis nel 2004 (11,8%). Un effetto della crisi della sovranità statuale tradizionale, con la cessione di poteri agli organismi sovranazionali e ai mercati finanziari internazionali, è proprio la diffusione di un antagonismo «errante», non più ideologico come in passato, che resta allo stato fluido per poi raggrumarsi in situazioni molteplici e variegate.

mercoledì 20 giugno 2012

Il piano della Deutsche Bank per privatizzare l'Europa



Un documento dell'ottobre 2011 consiglia dettagliatamente all'Unione europea e ai governi nazionali come svendere il patrimonio pubblico sul modello della riunificazione tedesca. Un occhio particolare è dedicato a Italia,Spagna, Grecia, Irlanda e...Francia (nella foto il presidente di Db con Angela Merkel)
Salvatore Cannavò
Vai al libro "Debitocrazia"
Un piano di dismissione gigantesco, proporzionale a quello che coinvolse la ex Germania dell’Est dopo la riunificazione del 1990. E’ questa la richiesta che la Deutsche Bank ha fatto all’Europa, e in particolare al governo tedesco, in suo rapporto di qualche mese fa e che ora abbiamo potuto leggere grazie al sitoAlencontre.org. Il documento è del 20 ottobre 2011 e si intitola “Guadagni, concorrenza, crescita” ed è firmato da Dieter Bräuninger, economista della banca tedesca dal 1987 e attualmente Senior Economist al dipartimento Deutsche Bank Researc. Un testo importante perché aiuta a capire meglio cosa sono “i mercati finanziari”, chi è che ogni giorno boccia o promuove determinate politiche di questo o quel governo. La richiesta che è rivolta direttamente alla cosiddetta Troika, Commissione europea, Bce e Fmi è quella della privatizzazione massiccia e profonda del sistema di welfare sociale e di servizi pubblici per un valore di centinaia di miliardi di euro per i seguenti paesi: Francia, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda. Il rapporto stretto con gli “attacchi” dei mercati internazionali si vede a occhio nudo

La frenata del Front de Gauche


Dopo la sconfitta di Mélenchon contro Marine Le Pen e il magro risultato elettorale (da 19 a 10 deputati) l'alleanza tra Partì de Gauche e Pcf scricchiola. E quest'ultimo è sempre più tentato dalla ricomposizione con il Ps di Hollande
Cinzia Arruzza
(da Parigi)
A qualche giorno di distanza dall’ultimo turno delle elezioni legislative, quella che sembrava ed era stata salutata da molti come la grande promessa della sinistra radicale francese, il processo di ricomposizione avviato con il Front de Gauche, non appare in grande salute. Il secondo turno delle elezioni ha regalato al Partito socialista la maggioranza assoluta, il più grande trionfo dei socialisti dai tempi di Mitterand. È andata meno bene per il Front de Gauche, che riesce a ottenere solo 10 seggi parlamentari, di cui solo uno del Parti de Gauche, perdendone in questo modo 9 dei 19 che aveva. Quattro deputati comunisti sono stati persi solo nella banlieue rossa parigina. Come dichiarato dal segretario del Pcf, Pierre Laurent, all’indomani del voto, "questo non è stato un buon risultato per il Front de Gauche". Tra i 10 eletti non c’è Melenchon, battuto al primo turno nel distretto elettorale del Pas de Calais da Marine Lepen (a sua volta battuta al secondo turno dal candidato socialista): la sfida lanciata alla leader del Front National da Melenchon, che si era catapultato per l’occasione in un distretto elettorale in cui il Fn era particolarmente forte, era finita, infatti, con un 42% dei voti a Marine Lepen.

martedì 19 giugno 2012

Egitto, ma la rivoluzione non è finita


Quello che è in corso è l'assestamento della controrivoluzione messa in atto dall'esercito e dal suo sistema di potere. Viviamo certamente una fase difficile ma una rivoluzione non si fa in 18 mesi
Hossam El-Hamalawy
Mentre parecchi in Egitto stanno piangendo la "morte della rivoluzione" ed il conseguente "colpo di stato militare", è ora di sottolineare, o di ri-sottolineare, alcuni punti:
1- Parlare di un colpo di stato militare nel giugno 2012 significa credere che, sin dal rovesciamento di Mubarak, l'Egitto abbia avuto un governo civile, il che è completamente ridicolo. Il colpo di stato è più o meno iniziato l'11 di febbraio 2011, quando i rivoluzionari sono riusciti a scalzare Mubarak, che venne rimpiazzato dai suoi generali.
2- Fin dall'inizio la giunta militare sta utilizzando tutte le sue armi costituzionali, legali e politiche per influenzare il processo [rivoluzionario], e non ha esitato ad utilizzare i proiettili ogni qual volta che il suo "soft power" falliva nell'intento.

Quale programma d’urgenza di fronte alla crisi?


Un piano organico per bloccare l'austerità deve prevedere un'alternativa credibile ed efficace. Una piattaforma che muove dall'annullamento del debito per arrivare alla nazionalizzazione delle banche e a una effettiva riforma fiscale
di Eric Toussaint e Daniel Milllet (1)
In accordo con le pretese dell’FMI, i governi dei paesi europei hanno fatto la scelta di imporre ai loro popoli politiche di rigida austerità, con drastici tagli nelle spese pubbliche: licenziamenti nella funzione pubblica, congelamento o riduzione dei salari dei funzionari, riduzione dell’accesso a certi servizi pubblici vitali e della protezione sociale, allungamento dell’età pensionabile… Il costo delle prestazioni dei servizi pubblici aumenta (trasporti, acqua, salute, istruzione…). Cresce il ricorso ad aumenti di imposte indirette particolarmente ingiuste, in particolare l’IVA. Le imprese pubbliche del settore concorrenziale sono privatizzate in massa. Le politiche di rigore messe in atto sono spinte a un livello mai visto dalla Seconda Guerra mondiale. Gli effetti della crisi sono quindi decuplicati da pretesi rimedi che mirano soprattutto a proteggere gli interessi dei detentori di capitali. L’austerità aggrava nettamente il rallentamento economico e ha scatenato l’effetto a valanga: data la debole crescita, quando esiste, il debito pubblico cresce in maniera meccanica. Come scrive Jean-Marie Harribey, il trittico Austerità salariale + Austerità monetaria + Austerità di bilancio dà la loro formula della triplice A.
Ma i popoli sopportano sempre meno l’ingiustizia di queste riforme segnate da una regressione sociale di grande ampiezza.

Giunta De Magistris, l'addio di Narducci


Il pm di Calciopoli, autore del libro edito da Edizioni Alegre, lascia l'amministrazione napoletana dove ricopriva l'incarico di assessore alla Legalità
Giuseppe Marino
Da Repubblica.it
Uno strappo, una lacerazione profonda nella compagine di Palazzo San Giacomo. L'addio di Narducci lascia un vuoto e apre un fronte. Da tempo in Comune si moltiplicano i malumori verso l'amministrazione per alcune scelte.
In testa, i rapporti del Comune con il top manager Alfredo Romeo, già coinvolto nel 1993 in Tangentopoli (quando ammise di pagare alcuni politici definendoli "cavallatte" a caccia di mazzette), quindi arrestato e poi scarcerato e scagionato nel tormentato procedimento Global Service.
Romeo e la sua holding vantano un credito con Palazzo San Giacomo di circa 50 milioni di euro e hanno di recente stipulato nuovi accordi che prevedono anche interventi in una zona dove sorge proprio l'albergo dell'imprenditore.

sabato 16 giugno 2012

Con la same il 22 a bergamo contro federmeccanica per l'art 18...



IL 22 GIUGNO TUTTE E TUTTI A BERGAMO
La lotta di classe ricomincia da qui!
Il 22 giugno alle ore 14.00 a Bergamo si tiene l’assemblea nazionale di Federmeccanica, alla
quale sono invitati i segretari di Cgil Cisl e Uil e di Fiom Fim e Uilm. Ordine del giorno: il
contratto nazionale dei metalmeccanici. Ospite d’onore il ministro Fornero. 
Il ministro Fornero è tra i responsabili di uno dei più gravi attacchi ai diritti dei lavoratori di tutti i
tempi. La sua riforma delle pensioni ci condanna a un ergastolo dentro alle fabbriche e lascia
per strada centinaia di migliaia di “esodati”. La riforma sul mercato del lavoro fa a pezzi l’art.18
consegnandoci al ricatto dei padroni. Né per l’una né per l’altra Cgil Cisl e Uil sono stati in grado
di opporre una vera opposizione sociale. 
I nostri salari sono tra i più bassi d’Europa. I loro stipendi e i loro privilegi sono tra i più alti al
mondo. Le loro ricette ci hanno portato alla distruzione dello stato sociale e a una
disoccupazione tra le più alte del dopoguerra. Il nostro contratto nazionale è stato smontato
pezzo a pezzo da Fim e Uilm. Con la loro complicità, Marchionne ha estromesso i nostri
compagni della Fiat dalle sue fabbriche. 
Il 22 giugno sono tutti qui, a Bergamo. Non abbiamo intenzione di accoglierli in silenzio. Siamo
stanchi di permettere che questi signori decidano delle nostre condizioni di lavoro, dei nostri
diritti e delle nostre vite. 
La Rsu Fiom della Same di Treviglio sarà in sciopero il 22 giugno e in presidio alle 13.30 di
fronte al Teatro Donizetti a Bergamo. Invitiamo tutte le RSU, i movimenti sociali e i lavoratori e
le lavoratrici in sciopero il 22 giugno ad aderire all’iniziativa e a partecipare. 
Treviglio, 13 giugno 2012
RSU FIOM SAME
ORA BASTA!
Giù le mani dall’art.18!
No al ricatto dei padroni. No ai sindacati complici.
Per aderire:  bergamo.22giugno@yahoo.it

Se vince Syriza


Il programma economico della Coalizione della sinistra radicale che domenica corre per vincere le elezioni in Grecia
Syriza: il manifesto economico per le prossime elezioni

Il manifesto di SYRIZA sulle politiche sociali ed economiche si compone di nove punti principali, ed è alla base del programma economico aggiornato e migliorato dal partito della Coalizione della sinistra. Una presentazione completa del programma da parte di Alexis Tsipras ha avuto luogo venerdì 1° giugno, a mezzogiorno, a Athinaida.
Ecco i punti principali e le «questioni essenziali» in dettaglio: POSIZIONI SULLE QUESTIONI ESSENZIALI
1. ANNULLAMENTO DEI MEMORANDUM
Come prima misura del suo governo del paese, SYRIZA procederà a un annullamento immediato dei memorandum e più in particolare del 2° memorandum, che è stato elaborato in collaborazione con la troika [UE, BCE, FMI] e che il governo di Papademos – sostenuto principalmente dal PASOK e Nuova Democrazia – ha cominciato ad applicare.
Al posto di questo, SYRIZA sottoporrà al Parlamento una legislazione su un piano nazionale per lo sviluppo economico e sociale, la ricostruzione della produzione, la ridistribuzione equa dei redditi e il risanamento equo delle finanze pubbliche.
I memorandum, e in particolare il 2°, sono stati sanciti dalla legge attraverso procedure accelerate violando il regolamento parlamentare e la Costituzione. Allora, SYRIZA aveva condannato il voto dei memorandum in Parlamento, avevamo presentato un’eccezione di incostituzionalità in merito al corso delle procedure di voto di approvazione, che avevamo definito un colpo di Stato parlamentare, e avevamo precisato che volevamo annullare quelle leggi.

giovedì 14 giugno 2012

Blockupy Fornero, occupato il Pantheon


Un centinaio di studenti, giovani e precari hanno montato delle tende da campo sulla piazza e dentro il monumento romano. E' l'avvio delle due giornate di protesta contro la riforma lavoro
Viola Giannoli - da Repubblica.it
Un centinaio di ragazzi che occupano il Pantheon chiedendo la modifica della riforma del lavoro targata Fornero: intorno alle 14 con il loro striscione hanno fatto una pacifica irruzione all'interno del mausoleo in piazza della Rotonda mentre altrei attivisti hanno montato tende e gazebo e gazebo all'entrata. E' cominciata così la due giorni di proteste "Blockupy Ddl Fornero" che oggi pomeriggio e domani dalle 14 promette di animare piazza della Rotonda. Sul posto sono giunte due camionette dei carabinieri e due della guardia di finanza che stanno invitando i manifestanti a togliere le tende e i gazebo dal pronao. Ma gli attivisti hanno intenzione di restare seduti in assemblea.

"Una nuova radicalità a sinistra"


Alla vigilia del voto in Grecia intervista a Stathis Kouvelakis sulla storia, la composizione, il programma e le potenzialità della "Coalizione della sinistra radicale" che potrebbe vincere le elezioni del 17 giugno
Philippe Marliere
tratto dal suo blog su www.mediapart.fr
Traduzione di Gigi Viglino e Ada Cinato

Stathis Kouvelakis è docente di filosofia politica al King’s College di Londra. È anche un intellettuale pubblico ben conosciuto nella sinistra greca e francese. È anche stato candidato (in posizione non eleggibile) nelle liste di Syriza nelle elezioni del 6 maggio 2012 e lo è di nuovo nel prossimo scrutinio del 17 giugno. A qualche giorno dalle nuove elezioni legislative, mentre la maggior parte dei sondaggi dà Syriza in vantaggio su Nuova Democrazia (destra), sembra utile saperne di più su Syriza, una formazione della sinistra radicale relativamente poco conosciuta fuori dalla Grecia. In questa intervista, Stathis Kouvelakis analizza Syriza e le sue origini. Descrive la sociologia dei suoi aderenti e del suo elettorato ed esamina i suoi riferimenti ideologici, spiega le ragioni del suo notevole successo elettorale nello scorso maggio, e la sua posizione sul debito e gli Stati membri dell’eurozona.

mercoledì 13 giugno 2012

Calciopoli e lo juventino "vero"


Esce oggi il libro di Giuseppe Narducci con la prefazione di Marco Travaglio. Il principale sito di informazione dell'Inter gli dedica l'editoriale
A sensazione l'uscita di questo libro non impegnerà le prime pagine dei giornali sportivi. Nessuna anticipazione, nessun titolone, nessuno scalpore. Chissà perché la verità interessa sempre di meno. Chissà perché il fango é più allettante di qualsiasi fatto concreto e le smentite scivolano sotto i suoi schizzi in penultima pagina. Il perché ce lo ricorda Travaglio nella prefazione al libro di Giuseppe Narducci (Edizioni Alegre, in libreria il 13 giugno), dall'emblematico titolo "Calciopoli, la vera storia" e del quale vi diamo anticipazione esclusiva. Sì, perché esistono situazioni che non meritano la ignobile centrifuga dell'interpretazione. Esistono situazioni chiarissime e palesi. Anche se qualcuno si ostina ancora a volerla raccontare diversamente. La verità.
Non é la prima volta che Travaglio prende ferma posizione nei confronti delle scorrettezze bianconere. Ma in questa occasione le sue parole sono, se possibile, ancora più potenti. Lo scrive nelle prime righe della prefazione. Questo libro si rivolge agli "smemorati di Calciopoli". Non ai tifosi, abituati a (s)ragionare di pancia, ma ai giornalisti, agli addetti ai lavori, ai dirigenti. Sono loro che dovrebbero avere a cuore la completezza dell'informazione, la deontologia, il codice penale e quello sportivo. Già, dovrebbero.
"Per conoscere il sistema Moggi, non ebbi bisogno di leggerne le trascrizioni (in riferimento alle intercettazioni): mi era bastato seguire le partite della mia squadra del cuore con occhi non foderati di prosciutto, per rendermi conto che molte delle vittorie travolgenti dell’èra Moggi-Giraudo-Umberto Agnelli avvenivano altrove, fuori dal campo, prima ancora del fischio d’inizio." E poi ancora:"Naturalmente, per motivi di decenza, smisi di tifare per la mia squadra del cuore e mi misi in sonno, in attesa che arrivassero i carabinieri. L’attesa durò 12 anni, ma alla fine i carabinieri arrivarono."

lunedì 11 giugno 2012

L’AVVENIRE DEI LAVORTORI EUROPEI SI GIOCA IN GRECIA !


Dichiarazione della IV Internazionale:

Da due anni il popolo greco lotta contro l’austerità imposta dalla « Troika » (l’FMI, la Commissione europea e la Banca centrale europea). Dopo 17 giorni di sciopero generale, dopo le manifestazioni di massa e le occupazioni delle piazze da parte dei aganaktismeni(indignati), dopo le occupazioni delle fabbriche, ha espulso a partire dalle elezioni del 6 maggio i partiti che hanno accettato i « memorandum » imposti alla Grecia , col 60% dei suffragi espressi e ha accordato il 37% ai partiti alla sinistra del liberalismo antisociale del PASOK.
Dopo due anni, schiacciata dal debito pubblico, che è servito da sbocco per la sovraccumulazione del capitale finanziario, la Grecia è diventata il laboratorio dei politici intenzionati a far pagare la crisi del capitalismo alla popolazione. I piani di « salvataggio » imposti alla Grecia hanno una sola finalità : garantire il pagamento del debito da parte dello Stato Greco alle banche, per preservare i capitali speculativi dalla bolla finanziaria che hanno creato.. I « memorandum » che accompagnano questi piani mirano a testare in Grecia fino a che punto il capitale può accaparrare la ricchezza prodotta dai lavoratori impoverendoli Gli effetti di questa politica sono la brutale riduzione dei salari e delle pensioni, la decostruzione del diritto dei lavoratiri, il picco brutale di disoccupazione (che raggiunge già in Grecia il 21,2% della popolazione attiva, circa il 30% delle donne e il 50% dei giovani), una recessione simile a quella del 1929-30 (caduta del PIB del 6,9% nel 2011, stimato di nuovo al 5,3 nel 2012 ; riduzione della produzione industriale di 4,3% nel marzo 2012 rispetto al marzo 2011..) la distruzione del sistema sanitario(soppressione di 137 ospedali e di un quinto degli impiegati nel settore sanitario, mancanza di farmaci perchè quelli non pagati ammontano a 1,1 miliardo di euro) e del settore immobiliare(200000 alloggi invendibili..mentre il numero dei senza tetto aumenta), malnutrizione..

Che fine ha fatto il pacifismo?



Si è tenuto lo scorso fine settimana il Forum "Proposte di Pace". Pubblichiamo qui l'intervento di Piero Maestri
 PieroMaestri
Per Stefano
Nella notte tra il 3 e il 4 giugno è morto a Samarate Stefano Ferrario.
Stefano era un instancabile e tenace attivista contro la guerra e soprattutto contro le politiche che la rendono possibile. Dal territorio varesino in cui viveva, metteva al centro del suo impegno la necessità dell’obiezione di coscienza e della riconversione dell’industria bellica.
La sua moralità e la sua radicalità politica lo rendevano profondamente critico sui limiti e sulle battaglie non fatte dal movimento pacifista.
A lui voglio dedicare queste righe….
Non potendo essere presente al Forum – e ringrazio Alessandra e Riccardo per il gentile invito – provo a farvi partecipi di queste mie riflessioni, sicuramente non «corrette» e gentili….

Che fine ha fatto il movimento pacifista in Italia?
Questa dovrebbe essere probabilmente la prima domanda a cui rispondere nell’affrontare la riflessione sulla possibile «costruzione della pace”. Naturalmente ognuna/o intende cose diverse quando parla di movimento pacifista.
Per quanto mi riguarda voglio riferirmi al movimento contro la guerra, quello delle mobilitazioni per fermare le guerre reali e presenti che il nostro paese stava (e sta) combattendo, e per fermare le politiche che sono parte di quelle stesse guerre: riarmo, spese militari, produzione bellica, accordi militari con altre potenze, alleanza militari, basi militari e così via… E’ evidente che quella mobilitazione e il movimento che la rendeva forte e ampia in tutto il paese sono stati sconfitti e non riescono oggi a rappresentare un punto di vista e una forza politica.