mercoledì 30 maggio 2012

2 giugno, l'esibizione della debolezza


Il Presidente della Repubblica non transige sulla parata militare. Lo Stato si prepara a mostrarsi unito e forte mentre non è in grado di garantire sicurezza e protezione civile
Ci sono atti e gesti che dicono più di tante parole e programmi. Annullare la parata del 2 giugno, di fronte alle macerie del terremoto, non equivale ad accogliere la posizione di chi, come noi, annullerebbe la parata ogni anno (la parata, non la festa della Repubblica). Significherebbe riuscire a mettere, almeno per una volta, in secondo piano la glorificazione dell'apparato militare rispetto al dolore umano. Certo, Giorgio Napolitano riuscirà non poco a spiegare che il terremoto, le vittime, gli operai schiacciati si commemorano proprio riandando alla radice della "res-pubblica" e quindi con il 2 giugno. Ma lo farà con l'esibizione della forza muscolare, dell'interezza dello Stato ribadita dai fucili e dai cannoni, lo farà con la retorica nazionalista, quanto mai fuori tempo in epoca di mondializzazione. E lo farà, consapevolmente, mettendo in primo piano un'astratta unità nazionale, uno "stringiamoci a coorte" che servirà a sfuocare le responsabilità, a non distinguere colpe e buchi di un sistema di protezione nazionale che non prevede nulla, che non riesce a salvare neanche mezza vita salvabile, in grado solo di intervenire "dopo", per assistere, curare, allestire tende. Che poi restano in piedi per anni e anni. Tutto questo verrà dimenticato il 2 giugno, sui sanpietrini dei Fori imperiali in cui lo Stato sembrerà esserci, si mostrerà forte e sicuro per mascherare la propria debolezza e le proprie colpe. Ma in fondo la parata del 2 giugno è sempre stata questo. Una ragione in più per disertarla.

Partito Fiom, istruzioni per l'uso


Il 9 giugno incontro pubblico tra Landini, Bersani, Vendola e Di Pietro. Si fa strada la voglia di politica del gruppo dirigente Fiom. Una proposta nuova o una nuova figura nella "foto di Vasto"?
Salvatore Cannavò
da Il Fatto quotidiano
Maurizio Landini non commenta il “partito Fiom” di cui ha parlato ieri Il Fatto. E' impegnato tutto il giorno in Emilia dove ha portato la solidarietà del sindacato. Da Corso Trieste, però, si precisa: “Landini non ha alcuna intenzione di buttarsi in politica né di candidarsi, figurarsi un partito politico”. La precisazione, informale, smentisce solo in parte però il senso di quanto sta per succedere. Perché se, ad esempio, il segretario Fiom difficilmente guiderà un progetto politico il numero due, Giorgio Airaudo, è dato come sicuro candidato alle prossime elezioni e svolge già un ruolo politico, ad esempio con la richiesta di primarie del centrosinistra avanzata insieme a Paolo Flores D'Arcais. Il punto è che questa vicenda, nata con l'idea di un incontro pubblico, il prossimo 9 giugno, tra la Fiom, Pierluigi Bersani, Nichi Vendola e Antonio Di Pietro – i tre della “foto di Vasto” - non si riduce ad alchimie politiche o “liste” del lavoro. Nulla va escluso e c'è chi non vedrebbe male Landini come un Lula italiano (dal sindacato alla fondazione del Pt brasiliano). Ma l'operazione al momento sembra puntare a condizionare il centrosinistra.

La rivoluzione siriana e gli "antimperialisti"


La rivolta contro il regime di Assad richiede una solidarietà incondizionata. I distinguo di un certo "campismo" assomigliano agli errori fatti lungo tutto il Novecento. E alla fine sostengono una dittatura sanguinaria
Charles-André Udry
La versione completa di questo articoloè disponibile su www.alencontre.org
Il 26 e 27 maggio 2012, bastava vedere - ad esempio sulla Bbc - la popolazione di Hula, presso Homs al centro della Siria, precipitarsi verso i cosiddetti osservatori Onu per circondarli e mostrare loro le foto dei membri della propria famiglia che sono scomparsi o sono stati uccisi, per comprendere che tipo di guerra conduce la dittatura di Bachar el Assad contro la popolazione (…)
Certi "antimperialisti", fissati sulle loro certezze, danno più credito alle dichiarazioni allucinanti fatte, domenica scorsa, dal portavoce degli Affari esteri del regime Assad, Jihad Makdessi. Quest'ultimo non ha mancato di assicurare che il crimine di Hula deve essere imputato a "dei terroristi". In quanto il regime siriano avrebbe come dovere costituzionale di "difendere la vita e la sicurezza della popolazione"! Una "commissione d'inchiesta" deve dunque fare ogni chiarezza su questo crimine, ha osato dichiarare sugli schermi della Tv ufficiale siriana [1].

lunedì 28 maggio 2012

Assemblea dei delegati: basta con l'immobilismo, scioperi e manifestazioni dall'8 giugno

di Francesco Piccioni - il manifesto | 27 Maggio 2012 
SINDACATO · Centinaia di delegati in assemblea Serve «un'altra unità» che rompe le barriere
Quale sindacato, da qui in poi? Le sofferenze della Cgil - inchiodata al tentativo di recupero dell'«unità sindacale» con Cisl e Uil - sembra aumentare col prolungarsi dell'immobilismo di fronte a una «controriforma» del mercato del lavoro che da martedì sarà in votazione al Senato. A meno che alla Fiom non riesca uno di quei colpi di genio di cui, fin qui, si è dimostrata spesso capace. Ma se si deve guardare al futuro disegnato dal combinato disposto pensioni-mercato del lavoro-ammortizzatori sociali, il bisogno di ridisegnare ruolo e funzioni del sindacato esce allo scoperto come problema non più rinviabile. L'assemblea nazionale di ieri mattina a Roma, all'Ambra Jovinelli, ne è stata a suo modo una prima dimostrazione. Centinaia di delegati di quasi tutte le categorie, ma non una banale - e sempre frustrata - «autoconvocazione». Qui c'erano pezzi importanti della Cgil (Rete28Aprile, soprattutto) e dei sindacati di base (Usb, Snater, Unicobas, ecc). Perché la presenza o meno di «organizzazioni strutturate» fa sempre la differenza, in materia di lotta sindacale. Un «moto dal basso» che viene accompagnato anche dall'«alto», da gruppi dirigenti ormai consapevoli della necessità di «rompere le barriere» tra organizzazioni e visioni contrastanti, da consegnare al passato («la concertazione è finita anche per chi se n'era avvantaggiato»).

"Inqualificabile violenza". Ma De Gennaro si salva


La sentenza della Cassazione riconosce «l'inusitata violenza» della polizia nel blitz della sera tra il 21 e il 22 luglio 2001, ma esclude prove a carico di De Gennaro. Guarda il libro "Scuola Diaz, vergogna di Stato"
Checchino Antonini
Non ci sarebbero prove, secondo la Cassazione, che l'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro avesse a che fare con la mattanza cilena alla Diaz, nel G8 genovese del 2001. Le motivazioni appena depositate all'assoluzione dell'attuale sottosegretario spiegano che «non si è acquisita alcuna prova o indizio di un coinvolgimento decisionale di qualsiasi sorta nell'operazione Diaz» né a carico dell'attuale sottosegretario all'Intelligence né a carico dell'allora capo della Digos Spartaco Mortola, lo stesso che ora, da questore vicario a Torino è responsabile delle operazioni di guerra contro i No Tav in Val Susa.

domenica 27 maggio 2012

L'avvenire dell'Europa si gioca in Grecia


È urgente sostenere la sinistra radicale greca e lo slancio democratico, antifascista e unitario che la porta. Un documento appello di Etienne Balibar, Michel Lowy e Eleni Varikas
Etienne Balibar, Michael Löwy, Eleni Varikas 
da Europe-Solidaire (traduzione di Gigi Viglino)

Vai al libro "Debitocrazia"
La situazione attuale della Grecia è senza precedenti dalla fine dell’occupazione tedesca nel 1944: riduzione brutale dei salari e delle pensioni. Disoccupazione giovanile al 50%. Imprese, piccolo commercio, giornali, case editrici in fallimento. Migliaia di mendicanti e senza tetto nelle strade. Imposte stravaganti e arbitrarie e tagli a ripetizione su salari e pensioni. Privatizzazioni in serie, distruzione dei servizi sociali (sanità, istruzione) e della sicurezza sociale. I suicidi si moltiplicano. La lista dei misfatti del «Memorandum» potrebbe continuare.
Al contrario, i banchieri, gli armatori e la Chiesa (il maggiore proprietario terriero), non sono tassati. Si decreta la riduzione di tutti i bilanci sociali ma non si tocca il gigantesco bilancio della «difesa»: si obbliga la Grecia a continuare ad acquistare materiale militare per miliardi di euro da quei fornitori europei che sono anche – pura coincidenza – quelli che esigono il pagamento del debito (Germania, Francia)

Prove di movimento


L'assemblea dei delegati (Usb e sinistra Cgil) riunita a Roma il 26 maggio, l'appello dell'area "Global Project" per una Coalizione sociale che rompa steccati e cartelli. La possibilità di una mobilitazione comune?
Qualcosa nel movimento di resistenza alle politiche della Bce e al governo Monti si muove. Sabato si è svolta un'assemblea di lavoratori e lavoratrici autoconvocati - circa 400 al Teatro Ambra Jovinelli di Roma - fondamentalmente organizzati dall'Usb e dalla ex Rete 28 Aprile in Cgil. Una fatto nuovo nella tradizione sindacale italiana in cui è stato messo l'accento sulla necessità di costruire un'alleanza e si è individuato nell'8 e nel 9 giugno prossimi alcuni momenti di mobilitazione anche davanti Montecitorio. Non c'stata l'indizione di uno sciopero generale, dopo che sia la Cgil che la Fiom hanno lasciato cadere questa parola d'ordine. Forse non ci sono le condizioni o forse manca del tutto la forza se non il coraggio. Non sappiamo e non vogliamo dare giudizi. Qualcuno più competente potrà darli. Ma un passo in una direzione di unità sulle cose, e non su simboli, identità o ambizioni politiche, è stato fatto.

Brutto ambiente in Confindustria


Il nuovo presidente, Squinzi, nomina ben 11 vicepresidenti. Tra di loro, Edoardo Garrone, petroliere designato come responsabile dell'Ambiente. Una dichiarazione d'intenti cristallina
Marco Bertorello
Vai al libro Capitalismo Tossico
Da tempo sono stato abituato a guardare con attenzione ciò che mette in campo quello che considero tuttora uno dei principali avversari di classe (scusate la definizione un po' demodé), vale a dire il padronato. Mi è stato insegnato a leggere e cercare di comprendere dichiarazioni, studi, persino propaganda prodotte dal capitale (anche in questo caso scusate la sintesi). E devo dire che l'insegnamento non è stato vano, in molte occasioni ho avuto modo di comprendere meglio gli obiettivi dell'impresa se ascoltavo direttamente i suoi esponenti, piuttosto che provare a decifrare quei messaggi criptici che di volta in volta venivano proposti da svariati soggetti che avrebbero dovuto essere indipendenti, fossero politici, economisti oppure giornalisti. Come spesso accade è sempre meglio volgere lo sguardo all'originale piuttosto che alle brutte copie. Fare attenzione al mondo delle imprese italiane non fa eccezione. Ed ecco che giungo al dunque. Mercoledì 23 maggio la giunta di Confindustria ha nominato il nuovo direttivo confederale, a seguito dell'elezione del nuovo presidente dell'associazione, Giorgio Squinzi. Un direttivo frutto e risultante di uno scontro tra due contendenti, cioè Squinzi e Bombassei, di cui il primo dovrebbe essere meno peggio del secondo.

martedì 22 maggio 2012

RISPOSTA DEL COMITATO CUNEESE ACQUA BENE COMUNE ALLE DICHIARAZIONI DELLA LEGA NORD E DELL'ASSESSORE COLOMBATTO.


Abbiamo letto l’intervista all’assessore Colombatto e abbiamo deciso di scrivere questo comunicato per correggere i numerosi errori che compaiono nel comunicato firmato dalla segreteria provinciale della Lega Nord. Cominciamo subito col dire che la campagna “Annulla la delibera” NON è stata lanciata dal PD. Essa è frutto del lavoro del Comitato Cuneese Acqua Bene Comune che in sintonia con il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sta portando avanti delle iniziative per ottenere il pieno rispetto dell’esito referendario. Questa svista ci sorprende:  l’assessore Colombatto dovrebbe esserne a conoscenza visto che era presente all’incontro del 14 febbraio 2012 ed è stato proprio durante quell’incontro che la delegazione del comitato ha annunciato di voler partire con una campagna per chiedere l’annullamento della delibera 15/2010, confermata poi dalla 2/2011. Poi ci chiediamo se i componenti la segreteria provinciale della Lega Nord e l’assessore Colombatto abbiano avuto tra le mani una delle cartoline che i cittadini stanno sottoscrivendo perché, se l’avessero vista, avrebbero certamente notato la presenza di simboli del Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua e non certo del PD, partito  che peraltro in molte amministrazioni italiane non si sta affatto spendendo contro la privatizzazione dell’acqua. Ribadiamo per l’ennesima volta che il comitato è assolutamente indipendente dai partiti politici: se militanti del PD hanno raccolto le firme sulla nostra campagna è perché la condividono e la appoggiano come stanno facendo oltre dieci sindaci della provincia appartenenti a diverse forze politiche e come stanno facendo migliaia di cittadini (ad oggi oltre 3000!), anche elettori della Lega.

I conti con Grillo


La vittoria del Movimento 5 Stelle parla anche alla sinistra prigioniera delle logiche, sconfitte, del passato. Una coalizione alternativa al Pd e legata ai movimenti è la strada per non rimanere a guardare
Salvatore Cannavò
Sarà Grillo il futuro della politica italiana? E della sinistra? Difficile dirlo. Nonostante il vento in poppa la sensazione che il movimento sia estemporaneo e congiunturale è forte. Non si riescono a cogliere gli elementi culturali di fondo, l'ideologia, di unproto-partito che partito certamente non lo diventerà mai e che oggi raccoglie un'ondata le cui dimensioni appaiono inaspettate ma la cui venuta non era difficile prevedere. Nella nostra insistenza sulla necessità per la sinistra radicale di fare due cose - rendersi definitivamente autonoma dal Pd e costruire una novità politica, legata al bisogno di partecipazione democratica - abbiamo sempre cercato di sostenere questa tesi. Non abbiamo avuto la forza per affermare questa ipotesi e il grosso della sinistra radicale, non solo Vendola, non ha fatto nessuna delle due cose.
Al di là dell'analisi dei flussi, che non è esaustiva nell'individuare la natura politica di un determinato soggetto, il Movimento 5 Stelle parla fortemente a sinistra.

lunedì 21 maggio 2012


Francoforte, l'assedio preventivo


Riflessioni a caldo sulla tre giorni contro la Bce. I movimenti europei cercano un nuovo spazio comune e l'anticapitalismo diviene una possibilità
Piero Maestri
La sospensione della democrazia che negli ultimi mesi si è affermata in diversi paesi dell’Europa si è arricchita di un “nuovo” strumento: l’assedio preventivo.
Francoforte nei giorni scorsi era una città sottoposta a tale modello repressivo: prima i divieti verso qualsiasi manifestazione di protesta contro la BCE e le sue politiche (a parte il corteo autorizzato per il sabato 19 maggio); poi la repressione “gentile” ma ferma e scientifica delle manifestazioni contro gli stessi divieti; quindi la pressione nei confronti delle azioni del venerdì, i fermi, i “fogli di via, la presenza di migliaia di agenti per le strade di Francoforte.

Giovedì 17, mentre oltre 500 manifestanti venivano bloccati per tutto il pomeriggio all’interno di Paulsplatz (piazza dove si trova il municipio), più di un centinaio di attiviste/i di diversi paesi – soprattutto italiani e tedeschi – venivano fermati appena usciti dall’università per cercare di raggiungere gli altri manifestanti, con l’accusa di “partecipazione a manifestazione illegale” e condotti alla caserma di polizia, trattenute per diverse ore e quindi rilasciate/i con un “bando” all’ingresso in una specie di “zona rossa” che comprendeva una larga parte della città (evidentemente compresi tutti i palazzi del potere finanziario) fino alle 7 del sabato successivo.

La scommessa di Francoforte


La prova dei movimenti è riuscita. Trentamila al corteo che si conclude sotto la Bce. Soggetti e movimenti europei trovano un discorso comune e provano a progettare un'alternativa alla crisi
Giorgio Sestili
Editoriale di Atenei in Rivolta. Sul suosito, la cronaca di tutte le tre giornate di Blockocupy.
La polizia non è riuscita nel suo intento intimidatorio. La repressione, i "daspo" e gli arresti degli scorsi giorni non hanno impedito la riuscita della manifestazione europea indetta dal movimento Blockupy. Oltre 30.000 persone provenienti da tutta Europa hanno sfilato per le vie di Francoforte. Un fiume di gente ha circondato l'intera city finanziaria per poi terminare il corteo proprio sotto la Bce. Un corteo pacifico ma determinato a non cadere nelle provocazioni della polizia, anche oggi schierata con migliaia di agenti che circondavano su entrambi i lati l'intera manifestazione. Un corteo radicale, capace di arrivare fin sotto la Bce e di esprimere chiaramente l'opposizione alle politiche di austerity portate avanti dai governi europei.
Lo spezzone più numeroso del corteo è certamente stato quello del blocco anticapitalista, spezzone al quale ha partecipato anche la delegazione italiana di Atenei in Rivolta e di Rivolta il Debito insieme ad altre organizzazioni ed attivisti di vari paesi europei. Uno spezzone che nei contenuti ha attaccato il cuore del sistema economico capitalistico e che si è fermamente opposto al pagamento di quella parte di debito odiosa e illegittima.

Ma cos'è Syriza?


La Coalizione della Sinistra radicale non nasce ieri ed è frutto di un lavoro comune della sinistra nei movimenti sociali. Oggi è di fronte a una prova decisiva e dalla Grecia arrivano appelli per sostenerla
Yorgos Mitralias
(Testo tradotto perhttp://antoniomoscato.altervista.org/ da Titti Pierini)
Spauracchio per «quelli che stanno in alto», speranza per «chi sta in basso», Syriza fa il suo fragoroso ingresso sulla scena politica di quest’Europa in profonda crisi. Dopo aver quadruplicato la propria forza elettorale il 6 maggio, Syriza può ambire ora non solo a diventare il primo partito greco alle elezioni del 17 giugno, ma soprattutto a riuscire a formare un governo di sinistra che abrogherà le misure di austerità, ripudierà il debito e caccerà la Trojka dal paese. Non è quindi sorprendente che Syriza interessi molto anche al di fuori della Grecia e che praticamente tutti si interroghino sulla sua origine e la sua reale natura, sui suoi obiettivi e le sue aspirazioni.
Tuttavia, Syriza non è esattamente una novità del momento nella sinistra europea. Nata nel 2004, la Coalizione o Raggruppamento della Sinistra Radicale (Syriza, appunto) avrebbe dovuto attirare l’attenzione dei politologi e dei mezzi di comunicazione di massa internazionali, non fosse altro perché era una formazione politica del tutto inedita e originale nel paesaggio della sinistra greca, europea ed anche mondiale. In primo luogo, per la sua composizione.

Gli occupanti di Francoforte

Nonostante il dispiegamento di polizia, migliaia di manifestanti riescono ad attraversare il centro finanziario più importante d'Europa. Cortei dal mattino presto e sostegno dei sindacati. Parlano gli italiani arrestati
Sal. Can.
Da Il Fatto Quotidiano


Alla fine Francoforte si è bloccata da sola. Lo spiegamento di polizia, il numero dei manifestanti, il gioco a rimpiattino che si è verificato per tutta la giornata di ieri, contrassegnata ancora da numerosissimi arresti, oltre 400, ha paralizzato la sede dell'Eurotower presa d'assalto per tutta la giornata da gruppi di manifestanti. Che sono riusciti ad attraversare anche il centro finanziario, quello dichiarato off-limits. E se il primo giorno, quello degli arresti di circa 100 italiani, era stato caratterizzato da alcune centinaia di manifestanti ieri questi si sono contati a migliaia. Il tentativo di bloccare il centro cittadino, rigorosamente sottoposto a divieto, è iniziato alle 7,30 del mattino con cortei spontanei composti prevalentemente da giovani di varia collocazione: anarchici, autonomi tedeschi, militanti di Attac ma anche del sindacato – non pochi quelli con le spillette dei metalmeccanici della IgMetall o di Verdi – o della sinistra di Linke hanno sfidato i divieti della polizia senza infrangere nemmeno una vetrina o dando vita al minimo scontro. Da segnalare che il corteo, composto da un migliaio di persone, dopo essere stato inseguito dalla polizia si è “rifiugiato” nella sede del Dgb, il potente sindacato confederale tedesco, nel cui cortile è stata allestita una cucina da campo.

Il bunker di Francoforte


Fermati molti attivisti italiani tra cui il portavoce di Sinistra Critica, Piero Maestri.
Le testimonianze dei rilasciati
Aggiornamento:
Piero Maestri e gli altri italiani sono stati liberati. Hanno però una sorta di Daspo: non possono circolare nel centro della città fino a sabato mattina. Altrimenti vanno a processo.

Da AteneinRivolta le testimonianze dei primi rilasciati
Venerdì 18, alle 15, sit-in di solidarietà a piazza Indipendenza, sede dell'ambasciata tedesca a Roma
Sono più di settanta gli attivisti italiani arrestati nel corso della manifestazione che si sta tenendo a Francoforte. La capitale finanziaria d'Europa è totalmente militarizzata per fronteggiare la quattro giorni di mobilitazione contro la Bce e le politiche di austerity imposte dall'Unione europea. Tra di essi molti attivisti dei centri sociali e studenti di AteneinRivolta ma anche il portavoce di Sinistra Critica, Piero Maestri.
"Quello che sta avvenendo a Francoforte è una vera a propria sospensione della democrazia" dice il comunicato di Sinistra Critica, "e non ci sorprende che ciò avvenga prorio nel cuore della finanza europea che è di fatto la prima della responsabile, insieme ai governi nazionali, delle criminali politiche di austerità che si stanno attuando in tutta Europa".
"Proprio per questo - conclude l'organizzazione anticapitalista - ribadiamo la nostra volontà di manifestare di fronte alla BCE il nostro rifiuto al pagamento del debito oltre alla necessità del rilascio immediato di Piero cosi come di tutt@ gli altri attivisti fermati. Piero libero, liber@ tutt@!"