Lavoro e non lavoro
al tempo del Fiscal Compact
Torino, 1-2 giugno 2013
Note
Dopo anni di politiche di austerità condotte dai diversi governi, oggi le condizioni del
lavoro, in termini di conquiste, di salario e di diritti della classe lavoratrice sono tornati
indietro di 60 anni. Tutto il cosiddetto Stato sociale, sanità, assistenza, scuola, previdenza sono rimessi in discussione.
I tagli e le privatizzazioni sono finalizzati a garantire rendite finanziarie e profitti.
Il governo Letta è in totale continuità programmatica e politica con quello “tecnico” precedente; è sostenuto dagli stessi partiti e ha lo stesso programma, dettato dalla
troika della UE e dalle banche, nella linea del fiscal compact.
In base a quel trattato, i suoi obiettivi sono quelli di distribuire contributi e agevolazioni alle imprese, tagliare le tasse ai padroni, flessibilizzare il lavoro, distruggere le ormai residue certezze contrattuali e normative, controriformare ancora la previdenza a favore delle assicurazioni private, privatizzare e tagliare i servizi a carattere universale (scuola e
sanità). Un arretramento non fatale
L'arretramento dei diritti, delle conquiste, dei rapporti di forza tra il mondo del lavoro e
il capitale appare inesorabile e inarrestabile ormai da decenni. La sua accelerazione negli ultimi anni sta consumando anche i margini di tollerabilità
sociale che si erano costruiti grazie ai progressi dei decenni precedenti, dal dopoguerra
agli anni settanta del secolo scorso