mercoledì 26 giugno 2013

B è colpevole, ma il vero sdegno è per chi ci governa assieme

di Sergio Bellavita
Berlusconi Napolitano
Non abbiamo mai avuto dubbi sulla colpevolezza di Silvio Berlusconi. Non parliamo delle numerose inchieste e procedimenti che lo vedono imputato per misfatti di ogni genere, dalla corruzione all’induzione alla prostituzione. Non amiamo il tintinnio delle manette o i cori da stadio pro magistratura, peraltro assai vicini alla cultura forcaiola della destra.

Che la giustizia faccia il suo corso, sebbene la storia ci insegna che i potenti se la cavano sempre in un modo o nell’altro e quando non se la cavano non è certo per la magistratura ordinaria. Parliamo dei suoi reati sociali, della sua colpevolezza politica.

domenica 23 giugno 2013

Il nodo dell’euro non può più essere eluso



 dahttps://www.contropiano.org/


di Andrea Ricci
Nell’ultimo semestre i mercati finanziari europei hanno vissuto una situazione di tranquilla bonaccia. Gli spreads tra i titoli di Stato dei PIIGS e quelli della Germania, pur se storicamente elevati, si sono assestati su valori ben inferiori a quelli registrati nel biennio 2011-12. Per l’Italia il differenziale tra BTP e Bund decennali ha oscillato intorno a quota 270, circa la metà del livello toccato nei momenti più acuti della crisi. Gli indici azionari sono ovunque aumentati nel continente, con la Borsa italiana in testa al gruppo, avendo incrementato la propria capitalizzazione di oltre il 30% nel corso dell’ultimo anno. Di fronte a queste rassicuranti notizie si è via via smorzato nei media l’allarme per un imminente crollo dell’euro. Rimane alta la preoccupazione per il debito pubblico, ma come dato strutturale di lungo periodo, destinato comunque a condizionare le politiche economiche dei prossimi anni.

I disastri della politica “responsabile e senza alternative”



di Sergio Casanova


Napolitano ha generato, accompagnato dal plauso dell’intero regime, il governo Monti per risanare il Debito pubblico e salvare l’Italia dalla catastrofe. Vediamo quali risultati hanno prodotto le sue politiche di vassallaggio condiviso delle demenziali e criminali politiche europee di austerità ( = abbattimento del residuo welfare e attacco forsennato al Lavoro). Politiche, va sempre ricordato, approvate da PD_PDL (ricorderete in particolare il sostegno incondizionato del PD: “senza se e senza ma” disse il buon Bersani!).
  • Nel 2011 il debito pubblico era pari al 120,4% del PIL (ISTAT), ora la Commissione UE lo valuta pari al 131,4%, per il 2013, e al 132,2% per il 2014.
  • Il debito, che a fine novembre 2011 era di 1.912 miliardi, nell’aprile 2013 ha raggiunto i 2.041 mld., con un aumento di 129 mld. (Bankitalia)
  • Nel primo trimestre 2013, il PIL è diminuito del 2,4% rispetto al primo trimestre 2012 (ISTAT)

Il Brasile di fronte ai futuri grandi eventi sportivi

di Elaine Tavares*
Rio-de-Janeiro-17-giugno
L’intervento del giornalista messicano Maurìcio Mejìa in occasione della nona edizione delle Giornate bolivariane ha messo in rilievo quello che lo sport sta diventando, non soltanto in Brasile, ma in quasi tutti i paesi del mondo, e soprattutto nei cosiddetti paesi sottosviluppati: un commercio, uno spettacolo, una merce.

In Messico, che oggi conta un po’ più di 110 milioni di abitanti, una grande parte della popolazione è in grado, secondo Mejìa, di dire come va il FC Barcellona, chi sono i migliori nel basket o quali sono i campioni di nuoto; sta di fatto che il 72% delle persone di età superiore ai 12 anni non pratica e non praticherà mai uno sport.

venerdì 21 giugno 2013

Brasile, la fine di un letargo

Un milione nelle strade del Brasile per protestare contro le politiche del governo; duri scontri in alcune città che hanno già provocato la morte di un manifestante; la presidente del Brasile, Dilma Roussef, costretta ad annullare il suo viaggio in Giappone e a convocare un consiglio straordinario dei ministri. E’ questo il quadro di un movimento in pieno sviluppo in tutto il paese.

Pubblichiamo questo articolo del sociologo brasiliano Ricardo Antunesche ricostruisce sinteticamente la traiettoria dei movimenti sociali nel suo paese.
di Ricardo Antunes
Nel video alcune immagini delle proteste a Sao Paulo trasmesse da Folha TV(la televisione web del principale quotidiano della città)
Il nostro paese ha conosciuto grandi lotte politiche e sociali nel corso degli anni 80: queste hanno ritardato l’introduzione delle politiche neoliberiste in Brasile e sono sfociate in quello che è stato chiamato il decennio perduto, quando invece per i movimenti sociali e popolari si è trattato esattamente del contrario.

giovedì 20 giugno 2013

JpMorgan, suggeritori molto pericolosi

da Redazione Contropiano, 18 giugno 2013


“Liberatevi delle Costituzioni antifasciste e sinistroidi”. A dirlo è la banca d’affari JP Morgan. Ecco da dove arrivano i suggerimenti alle riforme istituzionali che vogliono attuare anche nel nostro paese.
La rivelazione è del Wall Street-Italia di oggi ed è esplicita sia nella presentazione che nella traduzione del documento di 16 pagine diffuso dalla banca d’affari JP Morgan. La liquidazione delle Costituzioni ispirate all’antifascismo (declinato sia per il franchismo in Spagna che per i Colonnelli in Grecia) diventa un obiettivo dichiarato dei poteri forti finanziari. Certi discorsi ormai si sentono quotidianamente anche nell’agenda politica del nostro paese. L’austerità resterà nel panorama politico europeo ancora per molto tempo, dunque le garanzie non devono più far parte di questo mondo. Adesso è un pò più chiaro il perchè e a che cosa puntano.

“Il nemico” parla chiaro

di Sergio Cararo

da Contropiano, 19 giugno 2013
Le Costituzioni nate dalla sconfitta delle dittature in Europa sono ormai considerate una palla al piede dai poteri forti. Loro parlano chiaro mentre l’ipocrisia è il linguaggio della sconfitta.
La brutta sensazione era nell’aria da un po’ di tempo. Poi, come spesso accade, il messaggio arriva brutale ma netto. Un documento della banca d’affari JP Morgan dice chiaro e tondo quello che la classe dominante europea e il suo ceto politico-tecnocratico stanno facendo senza dirlo.
Le Costituzioni approvate in Italia, Spagna, Grecia, Portogallo dopo la caduta delle dittature militari e fasciste sono ormai un intralcio insopportabile per la tabella di marcia del capitale finanziario nei paesi europei Pigs. Nel linguaggio crudo dei banchieri “l’eccesso di democrazia” rende debole la governabilità e non predispone i sudditi al piegarsi ad una esistenza che non prevede diritti o garanzie. Non solo. Siccome l’austerità farà parte del panorama europeo ancora per un lungo periodo, i paesi aderenti all’Eurozona dovranno anche predisporsi affinchè non sia prevista la “licenza di protestare quando vengono proposte modifiche sgradite allo status quo”.

Il governo Letta taglia i diritti dei disabili a scuola

Riproduciamo qui un interessante articolo di Carlo Scataglini, docente di sostegno, sulla circolare ministeriale riguardante i “Bisogni Educativi Speciali” e le sue pericolose conseguenze sul diritto all’istruzione e all’integrazione degli alunni disabili nelle scuole pubbliche. A conferma di quanto sostenuto da Scataglini, la ministra Carrozza è intenzionata ad utilizzare la circolare sui BES per tagliare circa 11mila insegnanti di sostegno già dal prossimo anno scolastico (leggi l’articolo su Orizzonte Scuola), con buona pace di chi continua a sostenere il contrario. Il Coordinamento delle scuole di Roma e il Coordinamento precari scuola di Roma hanno indetto un presidio al Miur il 26 giugno per contestare i tagli (leggi qui). F. L.

Funzionamento Inclusivo Limite. Una proposta

di Carlo Scataglini (da Letteratura e noi)
Il dibattito e i sorrisi
Bene, il dibattito è ripartito! Forse qualcuno pensava che la partita fosse già chiusa, ma non è così.
Leggendo gli interventi, le risposte e i commenti al mio articolo Le scatole e le etichette. Sull’Invalsi e i BES nella scuola pubblica pubblicato dal sito http://www.laletteraturaenoi.it, mi viene subito da precisare una cosa: la mia non vuole essere e non è una rivendicazione sindacale, né una difesa ad oltranza della mia categoria, quella degli insegnanti di sostegno.
Sorrido però di fronte alla tenacia con la quale si cerca di negare l’evidenza, affermando che non ci saranno tagli di posti di sostegno e che a nessun alunno sarà tolto il diritto a ricevere un sostegno specializzato. Sorrido perché a chi lavora a scuola da qualche decennio e da una decina di anni è nel gruppo tecnico provinciale che studia le certificazioni e le singole situazioni degli istituti scolastici per stilare gli organici provinciali del sostegno, non può sfuggire un particolare che in maniera maldestra si cerca di tenere celato. I cosiddetti FIL, gli alunni con funzionamento intellettivo limite o Borderline cognitivo, sono la chiave di volta, il punto di snodo, il vero gioco di prestigio di tutta la strategia dei tagli al sostegno.
Il dibattito e la verità
Mi spiego, spero in maniera chiara, spero per l’ultima volta.
Il giorno 8 maggio 2013, presso il Ministero si è svolto un seminario – conferenza di servizio sui BES. In quell’occasione è stato consegnato agli uffici scolastici regionali un modello di Piano Annuale dell’Inclusività. In esso vengono chiaramente definite tre fasce diverse di BES:
  • le disabilità certificate (Legge 104/92 art.3, commi 1 e 3);
  • i disturbi evolutivi specifici (DSA, ADHD, DOP, FIL, altro);
  • lo svantaggio (socio – economico, linguistico – culturale, comportamentale – relazionale).
Nella prima fascia, quindi, ci sono i disabili (gravi e non gravi) che hanno un certificato, hanno il sostegno specializzato e beneficiano di un Piano Educativo Individualizzato (PEI).

PSoL del Brasile: “La rivolta popolare è legittima!”

La rivolta popolare è legittima! Abbasso la repressione!
PSOL
Il PSoL (Partido Socialismo e Liberdade) manifesta iol suo totale appoggio alle manifestazioni in corso in tutto il Brasile contro l’aumento delle tariffe dei trasporti collettivi e rifiuta con forza la violenza poliziesca che cerca di reprimere il legittimo diritto di organizzarsi e di manifestare.

La crescente intensità delle proteste – che si sono estese da Porto Alegre, Natal, Maceió, Goiânia, Rio de Janeiro e São Paulo – ha fatto breccia nel blocco della grande stampa ed è diventata un tema di mobilitazione sociale.
I governanti dell’ “usa e getta” non riescono a capire che la rivolta è causata dal rifiuto di un sistema  di trasporti pubblici in cui bisogna stare in piedi fino a sei ore al giorno in autobus di pessima qualità, spendendo fino a un terzo del  salario e che tutto ciò ha anche spinto al grande appoggio popolare alle manifestazioni.

Brasile, rivolta contro l’austerità. Comunicato del NPA


Protesto MPL 2 - Mídia Ninja
da 

Dopo un decennio di relativa pace sociale sotto i vari governi del PT (Partdo dos trabalhadores), il Brasile è oggi attraversato dalla mobilitazione sociale più grande dopo la destituzione dell’allora presidente Collor nel 1992. Il fattore scatenante del movimento che ieri ha portato in piazza oltre 200.000 persone, soprattutto giovani, in tutte le principali città del paese, è stata l’impennata dei prezzi dei trasporti pubblici. A titolo di esempio, in una città come São Paulo il prezzo del biglietto di trasporto supera un euro, mentre il salario minimo non arriva a 250 euro. Tuttavia, l’ondata di rabbia, che ha portato a episodi come l’assedio del parlamento nella capitale Brasila e i violenti scontri in particolare a Belo Horizonte e a Rio de Janeiro, ha cause molto più profonde.

domenica 16 giugno 2013

La chiusura in Grecia della televisione pubblica: una nuova battaglia di una guerra sociale e politica prolungata


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Red. Alencontre. La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di Solidarietà.

I canali della radiotelevisione pubblica ERT hanno cessato le trasmissioni martedì 11 giugno poco dopo le 23 (22 in Svizzera e in Francia) e gli schermi sono diventati neri e il trasmettitore principale situato su una montagna nei pressi di Atene è stato messo fuori uso dall’intervento della polizia. I tecnici non sono stati in grado di neutralizzare il provvedimento perché presi alla sprovvista. Ma la diffusione per mezzo del sistema di trasmissione analogica a partire dall’edificio della ERT sembra funzionare on-line, almeno fino a questo momento (12 giugno) giugno. Tutto questo naturalmente per quella minoranza di persone che dispone di mezzi tecnici adeguati. Tutto questo porta un attivista ad affermare ironicamente: “Non avrei mai immaginato di dover guardare la televisione pubblica illegalmente!”

F-35, di nascosto il Governo ne ordina altri sette (e fanno dieci)

di Toni de Marchi da Il Fatto Quotidiano.
Zitto zitto, quatto quatto. Ve li ricordati i fumetti? Paperino, mi pare. Oppure il Gatto Silvestro? Ogni tanto spuntava questo articolato fonosimbolismo e uno non poteva non immaginare il nostro mentre strisciava pancia a terra mentre preparava qualcosa di innominabile.
Bene, pare che qualche appassionato di fumetti che sta (o stava) al Governo abbia fatto lo stesso con l’F-35 e nei mesi (settimane?, non si sa) scorsi abbia ordinato alla chetichella altri sette F-35 oltre ai tre che già sapevamo. La cosa è ufficialissima, non un’indiscrezione: è infatti uncomunicato inviato ai giornalisti il 13 giugno dalla Lockheed Martin che ce lo racconta. Secondo la ditta statunitense oltre ai tre esemplari appartenenti alla cosiddetta LRIP-6 (Low Rate Initial Production, produzione iniziale a basso rateo) della versione F-35A a decollo convenzionale, ne sono già stati ordinati altri 3 della LRIP-7 e 4 della LRIP-8, sempre della stessa versione destinata all’Aeronautica Militare.

Bolzaneto, l’Italia è il Paese della tortura

di Checchino Antonini

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«L’Italia è un Paese in cui si pratica la tortura, ma si fa finta che non sia così», sbotta Lorenzo Guadagnucci uscendo dal Palazzaccio. Da pochi istanti è stata pronuciata la sentenza di Cassazione per i massacri e gli abusi commessi a Bolzaneto nel 2001. La Quinta sezione penale della Cassazione ha messo un paletto definitivo sul capitolo delle violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto, carcere provvisorio del G8 di Genova, confermando 7 condanne e concedendo 4 assoluzioni. Oronzo Doria, Franco, Trascio e Talu, sono i nomi degli agenti assolti. Mentre sono state confermate le condanne – inflitte dalla Corte d’appello di Genova il 5 marzo 2010 – per l’assistente capo della polizia Luigi Pigozzi (3 anni e 2 mesi), che divaricò le dita delle mano di un detenuto fino a strappare la carne, gli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia (1 anno) e il medico Sonia Sciandra.

martedì 11 giugno 2013

Buon compleanno referendum!

Dal sito www.acquabenecomune.org

Buon compleanno referendum!
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Il 12 e 13 Giugno 2011, dopo molti anni, i referendum hanno di nuovo raggiunto il quorum e sono tornati ad essere lo strumento di democrazia diretta che la Costituzione garantisce. La maggioranza assoluta delle italiane e degli italiani si è espresso a favore della fuoriuscita dell'acqua e dei servizi pubblici locali da una logica di mercato e di profitto.

A Pomigliano riprende la mobilitazione operaia

di Umberto Oreste
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A nessuno è andata giù la richiesta della direzione aziendale della Fiat di imporre due sabati lavorativi per il 15 ed il 22 giugno.
I lavoratori in produzione, che sottostanno a ritmi impossibili durante l’intera settimana, devono protrarre per ulteriori due giorni la settimana lavorativa; il loro malumore cresce ed i sindacati che hanno firmato lo sciagurato accordo (Fim Cisl, Uilm, Fismic) si rifiutano oggi di indire assemblee retribuite in fabbrica, temendo la rabbia dei lavoratori.
Sono perfino arrivati senza vergogna a trasformare in produzione aggiuntiva le 10 ore di assemblea previste dallo Statuto dei lavoratori.

lunedì 10 giugno 2013

Francia. Quando i fascisti uccidono

L’assassinio a Parigi del giovane militante antifascista Clèment Méric è l’ultimo terribile atto di una catena di aggressioni e atti di violenza perpetrati da gruppi nazifascisti in vari paesi europei, in particolare in Grecia, ma non solo. Anche nel nostro paese, al di là della scarsa presa elettorale delle formazioni di estrema destra, cresce il loro attivismo sociale e crescono anche gli episodi di violenza e di aggressione da parte di queste forze.
Con l’aggravarsi della crisi e della disoccupazione, e l’assenza di un’alternativa di sinistra, la minaccia fascista sta crescendo nei paesi europei. E’ una minaccia che va presa sul serio, più di quanto è stato fatto finora, e rende necessaria l’azione unitaria della sinistra di classe anche su questo terreno, cominciando a pensare anche a forme di coordinamento su scala europea.

giovedì 6 giugno 2013

Da oggi nessuno di noi sarà più lo stesso!


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Se ne diranno di cose, su questi quattro giorni. Si scrivera’, si parlera’, si tracceranno grandiosi scenari politici.
Ma che cose e’ successo veramente?
La resistenza per il parco di Gezi ha infiammato la capacita’ di gente come noi di autorganizzarsi ed agire – e per accenderla e’ bastata una scintilla. Abbiamo visto il corpo della resistenza stendersi verso di noi lungo il pontre del Bosforo, abbiamo visto il suo coraggio mentre combatteva per respingere gli idranti su Istiklal; Abbiamo visto le sue braccia in tutti quelli che, piegati da un’orgia di lacrimogeni, lottavano per mettere i compagni in salvo; abbiamo visto il corpo della resistenza in ogni negoziante che ci ha offerto il cibo, in ogni dottore sceso in strada per soccorrerci, in tutti quelli che hanno aperto la casa ai feriti, nelle nonne rimaste sveglie alla finestra a sbattere pentole tutta la notte contro la repressione.

Regole sindacali e patto sociale, respingiamolo!


di Andrea Martini
Camusso
Venerdì 31 maggio, le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil hanno stipulato con Confindustria un patto sulla rappresentanza, sulla rappresentatività e sulla esigibilità da parte padronale degli accordi.

Questo patto viola platelamente principi democratici e perfino principi costituzionali.
Esso, infatti, impedendo che le lavoratrici e i lavoratori siano liberi di scegliersi i propri rappresentanti. La partecipazione alla elezione dei rappresentanti sindacali “unitari” sarà aperta solo alle liste presentate da Cgil, Cisl e Uil o da altri sindacati che (come loro sanciscono solennemente con questo patto) rinuncino ad ogni azione di sciopero

mercoledì 5 giugno 2013

Documento conclusivo del convegno “Lavoro e non lavoro al tempo del Fiscal Compact”

Lavoro e non lavoro
al tempo del Fiscal Compact
Torino, 1-2 giugno 2013
 Note
 Dopo anni di politiche di austerità condotte dai diversi governi, oggi le condizioni del
lavoro, in termini di conquiste, di salario e di diritti della classe lavoratrice sono tornati
indietro di 60 anni. Tutto il cosiddetto Stato sociale, sanità, assistenza, scuola, previdenza sono rimessi in discussione.
I tagli e le privatizzazioni sono finalizzati a garantire rendite finanziarie e profitti.
Il governo Letta è in totale continuità programmatica e politica con quello “tecnico” precedente; è sostenuto dagli stessi partiti e ha lo stesso programma, dettato dalla
troika della UE e dalle banche, nella linea del fiscal compact.
In base a quel trattato, i suoi obiettivi sono quelli di distribuire contributi e agevolazioni alle imprese, tagliare le tasse ai padroni, flessibilizzare il lavoro, distruggere le ormai residue certezze contrattuali e normative, controriformare ancora la previdenza a favore delle assicurazioni private, privatizzare e tagliare i servizi a carattere universale (scuola e
sanità). Un arretramento non fatale
L'arretramento dei diritti, delle conquiste, dei rapporti di forza tra il mondo del lavoro e
il capitale appare inesorabile e inarrestabile ormai da decenni. La sua accelerazione negli ultimi anni sta consumando anche i margini di tollerabilità
sociale che si erano costruiti grazie ai progressi dei decenni precedenti, dal dopoguerra
agli anni settanta del secolo scorso

Turchia, mobilitazione e repressione


di Lénaïg Bredoux (da Alencontre.org)
traduzione di Titti Pierini
occupygezi
Si tratta di uno dei più vasti movimenti di protesta dall’avvento al potere del Primo ministro Erdogan, nel 2003. Esso ha assunto venerdì un andamento violento, allorché la polizia ha deciso di reprimere le manifestazioni con grande impiego di lacrimogeni e cannoni ad acqua. A Istanbul diverse centinaia di persone sono rimaste ferite. Sabato il movimento, scatenato da un progetto di ristrutturazione edilizia e trasformatosi in una più ampia contestazione della politica del governo, proseguiva e si estendeva a varie altre grandi città turche, tra cui la capitale Ankara.

Resoconto del convegno “Lavoro e non lavoro al tempo del Fiscal Compact”


di Sinistra Critica Torino
Il convegno “Lavoro e non lavoro al tempo del Fiscal Compact” organizzato da Sinistra Critica Torino gli scorsi 1 e 2 giugno è stato un successo con la partecipazione di oltre 150 lavoratrici e lavoratori, di Torino e provincia in grandissima parte ma con la partecipazione anche di alcune delegazioni di città del Nord Italia, della Svizzera e la presenza del compagno Ciccio Maresca di Taranto e della compagna e sindacalista Greca Katerina Giannoulia. Molto folta la partecipazione non solo di militanti sindacali della CGIL e della Fiom, ma anche dell’USB e della CUB.

lunedì 3 giugno 2013

Accordo Confindustria con CGIL CISL UIL.


 Giorgio Cremaschi - 
Quando ho cominciato ha fare il sindacalista negli anni 70 del secolo scorso, dopo ogni accordo sindacale la prima cosa che chiedevano  i lavoratori in assemblea era: ma il padrone lo applicherà?
Allora in genere si facevano accordi che miglioravano la condizione delle persone, e la prima preoccupazione era quella di non dover fare troppi scioperi anche per ottenere l'applicazione della intensa appena conquistata.
Oggi la piena " esigibilità" degli accordi viene vantata dal presidente della Confindustria come il maggior pregio dell'accordo sulla rappresentanza appena sottoscritto con CGIL CISL UIL . La ragione di questa inversione di ruoli è molto semplice, gli accordi che si fanno e si faranno servono a peggiorare il salario e le condizioni di lavoro e quindi è alle persone sottoposte ad essi che bisogna imporre l'ubbidienza. Questo significa la piena applicazione dell'accordo del 28 giugno 2011, con il suo via libera al regime delle deroghe ai contratti nazionali.
L'accordo serve a superare ciò che ancora resta della divisione tra lavoratori garantiti e non, naturalmente estendendo a tutti la condizione peggiore. Del resto la flessibilità dei salari e degli orari è ciò che ci chiede la Commissione Europea per proseguire la politica di rigore. 

I risultati elettorali e l’esperienza di Repubblica Romana

di Daniela Amato,  Checchino Antonini, Armando Morgia
Le elezioni fotografano la realtà, si usa dire. Ed è particolarmente vero per questa tornata di comunali romane: un/a elettore/trice su due (più di un milione di persone) non ha nemmeno pensato di recarsi alle urne e solo il 43,2% ha barrato anche il simbolo di un partito. Hanno perso tutti, o quasi. Perdono i candidati, perdono i partiti, specie quelli che fanno parte del governo Letta.
Marino, il favorito per il ballottaggio, ha preso 248.406 voti in meno rispetto a febbraio pur prendendo il 43,1% in più della somma delle sue liste. Il Pd perde in tre mesi 191.032 voti (il 34,8%), Sel ne perde solo 11.845 (-15,7%) ma va segnalato che nella Capitale tutto il centro sinistra, compresa Sel, è storicamente un’aggregazione con enormi capacità clientelari. Solo il minuscolo Centro Democratico di Tabacci raddoppia i suoi voti grazie alla capacità di raccolta di qualche “signore delle preferenze” di scuola democristiana.

Lontani dal voto.


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Giulio Calella – da ilmegafonoquotidiano.it

Per il centrosinistra il voto amministrativo ha rappresentato la propria resurrezione e la sconfitta di Grillo. La realtà è diversa. Vince l’astensionismo e a essere bocciate sono state le “larghe intese”. Ma anche la vecchia sinistra radicale
“La rivincita del Pd, crolla Grillo”. Questo il titolo di Repubblica il giorno dopo le ultime elezioni amministrative. Ma a guardar bene la realtà è diversa.
Il dato infatti, pur premiando il centrosinistra, è molto più simile a quello uscito dalle elezioni politiche di tre mesi fa. Il voto amministrativo, e in particolare quello romano – il più importante da tutti i punti di vista – conferma infatti che la maggioranza della popolazione italiana non si riconosce più nei partiti che hanno caratterizzato il bipolarismo italiano e che insieme hanno garantito prima la larga maggioranza del governo Monti, e oggi del governo Letta. A Roma, su circa 2.400.000 aventi diritto, Marino ed Alemanno insieme raccolgono solo 870.000 voti, poco più di un terzo. Queste cosiddette “larghe intese” insomma, tanto larghe non sono.