mercoledì 8 febbraio 2012

Grecia, l'ospedale di Kilkis occupato dai lavoratori



Di fronte all'aggravio delle misure di austerità primi esempi di autogoverno. "Daremo assistenza gratuita e decideremo tutto nell'Assemblea generale dei lavoratori". Il testo della dichiarazione
L'ospedale generale di Kilkis in Grecia, nella Macedonia centrale, è sotto il controllo dei lavoratori. I quali hanno dichiarato che i problemi accumulatisi nel tempo nel sistema di sanità nazionale non possono essere risolti. E così così risposto all'accelerazione da parte del regime di misure impopolari e di austerità occupando l'ospedale che ora è sotto il controllo dei lavoratori: "Tutte le decisioni saranno prese dai lavoratori nell'assemblea generale".
Questa la loro dichiarazione:

1. I problemi attuali e permanenti del sistema di sanità nazionale non possono essere risolti da richiese specifiche e isolati concernenti i nostri interessi particolari perché tutti questi problemi sono il frutto di una politica governativa antipopolari e in più in generale del neoliberismo mondiale.
2. Avanzando rivendicazioni particolari in realtà facciamo il gioco di un governo brutale. Questo potere, per fronteggiare il suo nemico - che è rappresentato dal popolo indebolito e diviso - fa di tutto per impedire la creazione di un fronte unito e popolare su scala nazionale e mondiale basato su interessi comuni e su esigenze contrarie all'impoverimento sociale creato dalle autorità politiche.

3. Per questa ragione abbiamo deciso di collocare i nostri interessi in un quadro generale di rivendicazioni politiche ed economiche che sono poste da una larga parte del popolo greco che è oggi sotto l'attacco di un capitalismo brutale. Queste rivendicazioni devono essere difese fino in fondo con l'obiettivo della cooperazione tra le classi medie e popolari della nostra società.
4. Il solo modo di ottenere quanto proponiamo è di rimettere in discussione, con l'azione, non solo la legittimità politica ma anche la legalità di un potere arbitrario, autoritario e antipopolare che procede a passo spedito verso il totalitarismo.
5. I lavoratori dell'Ospedale generale di Kilkis rispondono a questo totalitarismo con la democrazia. Occupiamo l'ospedale pubblico e lo mettiamo sotto il nostro controllo diretto e totale. L'ospedale sarà ormai autogovernato e il solo modo legittimo di prendere delle decisioni sarà l'Assemblea generale dei lavoratori.
6. Il governo non è svincolato dai suoi obblighi economici di dotazione per il personale e le forniture. Se continuerà a ignorare questi obblighi saremo obbligati a informare il pubblico e a chiedere ai governi locali ma soprattutto alla società civile di sostenerci con tutti i mezzi per garantire:
a) la sopravvivenza del nostro ospedale; b) il sostegno al diritto alle cure di una sanità pubblica e gratuita; c) il rovesciamento, con un lotta popolare, dell'attuale governo e di qualsiasi politica neoliberista da qualunque parte provenga; d) una democratizzazione profonda e sostanziale, cioè una democratizzazione che permetterà alla società e non a terzi di prendere le decisioni che riguardano il suo avvenire.

7. Il sindacato dell'ospedale comincerà, dal 6 febbraio, uno sciopero assicurando le cure di emergenza fino al pagamento completo delle ore lavorate e l'aumento dei nostri salari al livello precedente all'arrivo della troika (Ue-Bce-Fmi). Durante questo periodo, consapevoli della nostra missione sociale e dei nostri obblighi morali, proteggeremo la salute dei cittadini che verranno in ospedale fornendo cure gratuite a coloro che ne hanno bisogno, appellandoci al governo affinché si assuma le sue responsabilità, sperando che rinunci all'ultimo minuto alla sua crudeltà sociale.
8. Una nuova assemblea generale avrà luogo lunedì 13 dicembre nel salone del nuovo stabilimento dell'ospedale per discutere delle procedure necessarie a mettere in atto efficacemente l'occupazione dei servizi amministrativi e realizzare con successo l'autogoverno dell'ospedale. Le assemblee generali avranno luogo tutti i giorni e saranno lo strumento principale per la presa delle decisioni su ciò che riguarda i dipendenti e il funzionamento dell'ospedale.
Facciamo appello alla solidarietà del popolo e dei lavoratori di tutti i settori, alla collaborazione di tutti i sindacati e delle organizzazioni progressiste così come chiediamo il sostegno ai media che hanno scelto di dire la verità. Siamo determinati a continuare fino a quando i traditori che stanno vendendo il nostro paesi e la nostra gente non se ne andranno. O loro o noi!
Facciamo ancora appello
a) ai cittadini ingiustamente trattati del nostro paese ad agire con azioni di contestazione e di opposizione contro gli oppressori,
b) ai nostri colleghi degli altri ospedali a prendere decisioni analoghe,
c) ai dipendenti di altri segmenti del settore pubblico e privato e agli iscritti alle organizzazioni sindacali e progressiste ad agire nello stesso senso in modo da aiutare la nostra mobilitazione a prendere la forma di una resistenza universale, operaria e popolare fino alla vittoria contro l'elite economica e politica che sta opprimendo il nostro paese e il mondo intero

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