domenica 5 febbraio 2012

Articolo 18, aria di intesa


Tutti soddisfatti dopo il nuovo giro di tavolo sul mercato del lavoro. Elsa Fornero la prenda più alla larga e reimposta l'agenda. In fondo alla quale c'è sempre il nodo dei licenziamenti
Salvatore Cannavò
da il Fatto quotidiano
Per la prima volta da quando si riunisce il tavolo sulla riforma del mercato del lavoro che si è tenuto ieri a Palazzo Chigi, alla presenza di governo e parti sociali, si è chiuso in un clima di conciliazione. Tutti soddisfatti, almeno a parole, anche perché si era ancora al primo giro di tavolo. Il governo presente con Elsa Fornero e Corrado Passera, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella, per Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Emma Marcegaglia per la Confindustria e poi Rete imprese, l'ABI, l'Ania. Insomma, tavolo delle grandi occasioni che ha generato un clima che prelude a un accordo. Soddisfatti i sindacati, la Cgil parla di "cauto ottimismo",Emma Marcegaglia ha addirittura sottolineato la "civiltà" dell'articolo 18, pur chiedendone comunque la riforma e Elsa Fornero ha diramato una nota alle agenzie in cui ha sottolineato il"clima positivo e di collaborazione". Il governo stavolta si è presentato senza documenti preconfezionati dichiarando di volere l'accordo anche se alle agenzie, Elsa Fornero ha anche detto che la riforma "si farà comunque". Un piglio decisionista che però non sembra aver impressionato i sindacati.

Nessun documento preventivo dunque e due atti che hanno reso possibile il cambio di clima: una sostanziale marcia indietro sull'ipotesi di riforma della Cassa integrazione, difesa a spada tratta sia da imprese che dai sindacati, specialmente in una fase che si annuncia densa di ristrutturazioni aziendali. E poi, il desiderio espresso dal governo di "battere la flessibilità cattiva" come ha detto Fornero, cioè "il precariato" come ha specificato Susanna Camusso. I tre maggiori sindacati hanno apprezzato molto l'idea di voler contrastare gli abusi e le truffe del mercato del lavoro - a cominciare dalle finte partite Iva - in particolare l'idea, illustrata a grandi linee dal governo, di far pagare di più la flessibilità rispetto a lavori stabili. Fornero ha parlato di un incoraggiamento alla flessibilità buona"per incoraggiare gli investimenti e la crescita delle imprese". L'accento, dunque, è posto sulla crescita dell'occupazione tanto da voler battezzare la riforma al nome di "Resta e cresci in Italia".
La frenata sulla cassa integrazione è accompagnata dalla proposta di una "più uniforme distribuzione delle tutele sia fra segmenti del mercato sia durante il ciclo di vita delle persone" con l'ipotesi di una redisrtibuzione delle risorse esistenti che però è lontana nel tempo visto che tutti sono d'accordo che l'emergenza va affrontata con gli strumenti attuali. I sindacati sono anche soddisfatti per l'affermazione che l'apprendistato "dovrà diventare la forma tipica di ingresso nel mercato del lavoro" e hanno offerto disponibilità anche ai tempi richiesti dal governo, due-tre settimane per arrivare a un documento conclusivo che poi dovrà essere sottoposto all'esame del Parlamento.
Rispetto agli incontri precedenti è rimasto sullo sfondo il tema dell'ingresso nel mercato del lavoro - contratto unico o di inserimento - per la semplice ragione che si è iniziato a discutere del nodo principale del contendere, l'articolo 18. Le divergenze restarono anche se ora Confindustria non si oppone all'articolo 18 per i casi di licenziamento "discriminatorio" - "se si licenzia qualcuno perché è di colore o musulmano, di destra o di sinistra o si licenzia una donna incinta la reintegra ci deve essere, è un fatto di civiltà" ha detto Marcegaglia. Per Cgil, Cisl e Uil il provvedimento non si tocca ma la sensazione è che avanzi l'ipotesi di mediazione del governo. La ministra Fornero ha detto che "l'articolo 18 non va "né eliminato né difeso com'è". Il punto sul tavolo è di non parlare dell'articolo 18 ma di quello che gli sta dietro, cioè la fattispecie della giusta causa. Quando esiste un giustificato motivo? La materia è regolata dalla legge 604 del 1966 e un ruolo importante, come hanno riconosciuto i sindacati, lo ha la magistratura. Per questo Fornero ha avanzato l'ipotesi di ricorrere all'arbitrato che "può dare maggiore sicurezza sia alle imprese che ai lavoratori". Per il sindacato non è così e la Cgil sottolinea che "l'articolo 18 non è il problema del mercato del lavoro" ma si discute su una base nuova. Solo il punto dell'articolo 18 sbloccherà l'ultimo tassello quello dei contratti di ingresso o di inserimento che, comunque, non dovrebbero discostarsi troppo dal contratto di apprendistato.

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