Avevano chiesto il rimborso per fatture errate
ACEA manda una bolletta errata da
mille euro. Per oltre un anno “si dimentica” di restituire i soldi a
una famiglia di Velletri – circa 500 euro - e alla fine gli taglia
l’acqua. Ecco la storia di Marco, che mostra il vero volto della
privatizzazione e delle multinazionali dell’acqua. Rimasti inascoltati i
reclami presentati al Garante regionale Di Stefano. Il comitato acqua
pubblica di Velletri chiede l’intervento di Zingaretti.
La multinazionale Acea – forte della sua recente esperienza in
Honduras, dove ha lasciato migliaia di persone a basso reddito
senz’acqua – nei giorni scorsi ha sigillato il contatore a una famiglia
di Velletri, accusata di morosità. Un’accusa che in realtà andrebbe
ribaltata, visto che, in questo caso, è la stessa Acea ad essere
debitrice per centinaia di euro nei confronti della famiglia colpita,
per bollette clamorosamente errate.
La storia è in sintesi questa.
Marco riceve le sue prime bollette di Acea nel 2009, con una cifra
astronomica, per un valore che sfiora i mille euro. Si preoccupa e, con
pazienza, verifica la bolletta, accorgendosi di un clamoroso errore:
Acea aveva calcolato il consumo applicando la tariffa per i non
residenti, mentre lui e la sua famiglia erano da anni regolarmente
iscritti all’anagrafe di Velletri. “Un errore può capitare”, ha pensato
Marco. “Ho presentato a quel punto un formale reclamo – racconta –
chiedendo la rettifica della bolletta, che nel frattempo avevo pagato, e
la restituzione della somma non dovuta”. Una differenza – a suo favore
- di circa 500 euro.
Dopo due anni di lunga attesa da Acea arriva
una nuova bolletta per il 2010, di 200 euro. Del rimborso di 500 euro,
però, non vi era traccia. Inutili le telefonate al call center, inutili
le proteste agli sportelli: quei soldi pagati in più sembravano
ingoiati dalla burocrazia, forse confusi con i 60 milioni di utili
incassati da Acea ai soci lo scorso aprile. “Di fronte a questa nuova
bolletta ho chiesto che l’importo di 200 euro venisse perlomeno
detratto da quel credito” spiega Marco, che usa quello che in economia
si chiama il buon senso del padre di famiglia. E di fronte alle
“orecchie da mercante” di Acea decide di andare fino in fondo e di
chiedere con forza che fossero rispettati almeno i suoi diritti di
consumatore. Scrive così anche al Garante delle risorse idriche della
Regione Lazio, Raffaele Di Stefano, e al responsabile della segreteria
tecnica operativa dell’Ato 2, Alessandro Piotti. Due email inviate il
10 marzo scorso, che ricostruivano nei dettagli la sua vicenda. Le due
figure che dovrebbe tutelare i consumatori e vigilare sul rispetto del
contratto che vincola Acea hanno completamente ignorato la
segnalazione.
L’epilogo mostra con chiarezza la crudeltà della
gestione privata dell’acqua: a Marco e alla sua famiglia i tecnici di
Acea hanno sigillato il contatore, senza neanche avvisarlo, senza
neanche suonare al citofono di casa. E non finisce qui. Indignato per
quanto è accaduto si è presentato dai Carabinieri di Velletri per
presentare una denuncia. “Loro hanno chiamato Acea, per verificare se
almeno potevano portarmi una cisterna d’acqua – ricorda Marco – ma
l’operatore è stato inflessibile: è un moroso per 199,02 euro, niente
acqua, neanche con la cisterna”. Ovviamente a nulla è servito far
notare che in realtà chi ha un debito in questo momento è Acea. Non
paghi, anche se in realtà dovresti tu ricevere dei soldi? Non puoi
bere, non ti puoi lavare, non puoi cucinare. Una forma di umiliazione
che le multinazionali dell’acqua usano come arma per garantirsi i
milioni di utili da dividere tra i soci.
Il comitato acqua
pubblica di Velletri sta seguendo ora dopo ora questa vicenda, che
mostra qual è il vero volto della “gestione industriale dell’acqua”,
che qualcuno si ostina ancora a difendere. Saranno fatti tutti i passi
necessari per la tutela di questa famiglia, il cui caso è stato già
sottoposto al gruppo di legali che assiste il comitato di Velletri.
Vogliamo infine ricordare come questa storia sia accaduta nel 2010,
mentre a Velletri Acea distribuiva acqua fuori legge, con valori di
arsenico che superavano, in alcune zone della città, i 50 microgrammi
litro. Un caso che si aggiunge alle centinaia di contestazioni della
tariffa dell’acqua per gli anni 2008 e 2009, che non ha rispettato gli
accordi firmati al momento del passaggio della gestione dal Comune di
Velletri ad Acea. Su questi due punti – l’arsenico e la tariffa - il
comitato ha già presentato due esposti alla Procura della Repubblica di
Velletri, che sicuramente saprà verificare con cura se sono state
violate le norme che tutelano la salute e i diritti economici della
popolazione.
Chiediamo ora che intervengano immediatamente le
autorità di vigilanza, ad iniziare dall’Autorità d’Ambito, presieduta
dal presidente Nicola Zingaretti. Chiediamo poi che il governatore
Renata Polverini verifichi immediatamente il comportamento del garante
regionale Raffaele Di Stefano. Qualora fosse confermato il suo mancato
intervento a tutela di un utente le dimissioni dell’avvocato Di Stefano
sarebbero, a nostro avviso, un atto dovuto.
Da www.acquabenecomune.org/
giovedì 26 maggio 2011
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