Rispetto alle regionali il centrodestra perde
57mila voti e il centrosinistra ne guadagna 66mila. Grande balzo del
5Stelle che supera spesso l'Udc. La sinistra, grazie soprattutto a Sel,
torna ai livelli del 2006. L'analisi dell'Istituto Cattaneo
. Inoltre, va ricordato che l’analisi si limita a
un contesto fortemente urbanizzato. Insomma, va usata molta cautela nell’interpretazione degli esiti.
L’analisi riguarda le 13 maggiori città in cui si è votato, ossia i capoluoghi regionali e/o i comuni con almeno 100 mila abitanti: Torino, Novara, Milano, Trieste, Bologna, Ravenna, Rimini, Latina, Napoli, Salerno, Catanzaro, Reggio Calabria e Cagliari. Le precedenti elezioni comunali prese in considerazione risalgono al 2006, tranne che a Bologna (2009), Latina (2007) e Reggio Calabria (2007). Le precedenti regionali risalgono al 2010, tranne che a Trieste (2008) e Cagliari (2009).
Fra i risultati più importanti si possono citare:
– Il centro-destra nel suo complesso (senza considerare l’Udc, neppure laddove è alleato o è stato alleato con il centro-destra) ha raccolto 885 mila voti nel 2011, contro i 941 mila nelle precedenti elezioni comunali. Si tratta di un calo di 56 mila voti (–6,0%). Si tratta di un arretramento che punisce alcuni partiti più di altri (vedi oltre), ma che si presenta anche differenziato sul piano territoriale. Il centro-destra perde soprattutto al Nord (4 città) (–83 mila voti, –16,6%) e in Emilia-Romagna (–14 mila voti, –13,6%). Positivo l’andamento nelle sei città del Centrosud: +40 mila voti, +12,2%. I risultati sono analoghi se il confronto si opera con le precedenti regionali: –57 mila voti (–6,1%), con cali più forti al Nord (–10,2%) e in Emilia-Romagna (–22,0%) e un leggero miglioramento al Centro-sud (+4,2%).
– Il Popolo della libertà perde molti consensi: –164 mila voti rispetto ai voti raccolti da Forza
Italia e Alleanza nazionale nelle precedenti elezioni comunali (–24,6%). L’emorragia è forte sia al Nord (–116 mila voti, –29,8%) sia al Centro-sud (–68 mila, –28,7%), mentre la dinamica è positiva in Emilia-Romagna (+20 mila voti, +52,2%), dove i consensi rimangono comunque bassi. I risultati sono analoghi anche se si confrontano gli esiti delle attuali elezioni comunali con le precedenti regionali (–22,3% nel complesso), con un arretramento meno marcato al Nord (–12,8%) e analogo al Centro-sud (–32,1%), ma nel confronto con le regionali anche in Emilia- Romagna si riscontra un forte calo (–31,4%). (Il calo del Pdl non può certo essere attribuito alla presenza di liste del Fli, che non hanno avuto un’affermazione forte in queste elezioni).
– Si potrebbe pensare che la perdita del Popolo della libertà vada a favore della Lega Nord, e in parte le cose stanno proprio così, almeno nel raffronto tra le elezioni comunali: +78 mila voti nelle tredici città, ossia un aumento del +149%. La Lega guadagna voti in tutte le città del Nord e dell’Emilia-Romagna: il grosso, in valore assoluto, nelle 4 città del Nord (+56 mila, di cui 35 mila solo a Milano); ma più in Emilia-Romagna in termini relativi (+260%, contro il +127 al Nord). Rispetto alle precedenti regionali, tuttavia, la Lega Nord perde 25 mila voti (–16,0%), concentrati a Milano e Torino (–20,7% al Nord), ma avanza a Bologna, grazie alla presenza di un proprio candidato a sindaco).
– Molto consistente è stato il successo delle altre liste di centro-destra, ossia le liste civiche, “del sindaco” e di carattere locale, che nel complesso hanno guadagnato 62 mila voti (+32,4%) rispetto alle precedenti comunali. Si tratta di un fenomeno molto differenziato dal punto di vista territoriale, con un forte arretramento delle altre liste di centro-destra al Nord (–23 mila voti, –34,0%) e, al contrario, un forte sviluppo al Sud (+109 mila, +110%).
– Il centro-sinistra nel suo complesso ha raccolto 1 milione 42 mila voti nel 2011 contro 1 milione 217 mila nelle precedenti elezioni municipali (senza considerare i voti all’Udeur nelle precedenti consultazioni amministrative): –175 mila voti (–14,4%). La perdita è stata contenuta al Nord (–15 mila voti, –2,6%), più consistente in Emilia-Romagna (–24 mila voti, –12%) e particolarmente marcata al Centro-sud (–135 mila, –30,9%, fortemente concentrati a Napoli). Rispetto alle regionali, tuttavia, il centro-sinistra si è rafforzato, raccogliendo 66 mila voti in più (+6,8%). Anche nel confronto con le regionali si hanno esiti territorialmente caratterizzati: avanzamento marcato al Nord (+16,6%), tenue in Emilia-Romagna (+6,1%), calo al Centro-sud (–6,7%).
– Il Partito democratico ha perso 111 mila voti (–16,2%) rispetto ai consensi raccolti dai suoi
predecessori (Ds, Margherita o Ulivo) nella precedente tornata comunale. Anche in questo caso esiste una chiara differenziazione territoriale, che spazia da un avanzamento al Nord (+11 mila voti, +3,5%, dovuto interamente alla buona prestazione a Milano), a un arretramento netto in Emilia-Romagna (–25 mila voti, –16,9%) e a uno ancora più marcato al Centro-sud (–97 mila, –46,8%, concentrati a Napoli; peraltro non è stata presa in considerazione la città di Salerno perle peculiarità della sua offerta elettorale sia nel 2011 che nel 2006). Rispetto alle elezion regionali, tuttavia, c’è stato un miglioramento: +39 mila voti, +7,3%, dovuto al buon andamento del voto al Nord (+77,5 mila voti, 29,9%), attutito da una tenuta in Emilia-Romagna (–1,0%) e da un calo al Centro-sud (–26,0%).
– La Federazione della sinistra, in proporzione, ha conosciuto un indebolimento ancora più forte: –107 mila voti, –65,3% rispetto ai voti a Rifondazione comunista e Comunisti italiani nella precedente tornata municipale, senza particolari differenziazioni territoriali. Tuttavia, se si considera il complesso della sinistra radicale (Sel + Fds), in pratica non c’è stata alcuna variazione nell’insieme delle 13 città prese in esame, e anzi si assiste a un avanzamento in Emilia-Romagna (+11,5 mila voti, +60,6%). Inoltre, rispetto al risultato particolarmente deludente della sinistra radicale nelle precedenti elezioni regionali, si osserva una ripresa notevole (+48 mila voti, +40,5%), specie al Nord e in Emilia-Romagna.
– L’Italia dei valori realizza un buon risultato rispetto alle precedenti elezioni comunali (+36,5 mila voti, +67,3%), quando il partito però non aveva ancora conosciuto i suoi maggiori successi elettorali (a partire dalle politiche del 2008). Non sfonda, tuttavia, in Emilia-Romagna, dove anzi perde voti. Rispetto alle precedenti regionali, il partito di Di Pietro perde 62 mila voti (–40,7%), ovunque ma specie al Nord e in Emilia-Romagna.
– A differenza di quanto notato per il centro-destra, nell’ambito del centro-sinistra le perdite del maggiore elemento della coalizione non sono attutite dalla presenza di forti liste “altre”, le quali hanno anzi perso 100 mila voti (–32,2%) rispetto alle precedenti elezioni comunali.
– L’Udc ha perso 28,5 mila voti (–25,4%) rispetto alle precedenti elezioni comunali, con insuccessi particolarmente marcati al Nord (–37,0%) e in Emilia-Romagna (–64,6%) e un avanzamento al Centro-sud (+10,2%). Rispetto alle regionali il partito di Casini tiene (–1,4%): un rafforzamento al Centro-sud (+16,7%) viene compensato da arretramenti al Nord (–20,6%) e in Emilia-Romagna (–17,5%).
– Vale la pena di notare il risultato del Movimento 5 stelle-Beppe Grillo, che ha raccolti i consensi di oltre 93 mila elettori in undici delle tredici città, battendo sempre – e in misura netta – l’Udc in tutte le città del Nord e dell’Emilia-Romagna e aumentando i suoi consensi rispetto alle regionali del 2010 (+26 mila voti, +39,0%).
– Se nelle precedenti consultazioni comunali nelle tredici città prese in esame il centro-sinistra (senza Udeur) era prevalso sul centro-destra (senza Udc) per 275 mila voti, il vantaggio complessivo del centro-sinistra nel 2011 è sceso a 156 mila voti. Ma si rileva una dinamica territorialmente articolata: nelle città del Nord il vantaggio del centro-sinistra è aumentato, addirittura raddoppiando (da 76 mila a 144 mila); in Emilia-Romagna è diminuito (da 95 mila a 85 mila); nel Centro-sud la situazione si è ribaltata, passando da un consistente vantaggio del centro-sinistra (104 mila voti) a uno del centro-destra (72 mila voti).
Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo
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