giovedì 12 maggio 2011

14-05 MESSINA-Corteo Contro il Ponte sullo stretto


Da AteneinRivolta

Sabato 14 AteneinRivolta sarà al corteo No Ponte a Messina. Ore 16 da Piazza Cairoli

Il ponte sullo stretto, se spogliato della sua clamorosa audacia strutturale, si presenta nella sua veste reale di enorme operazione economico finanziaria, che pur mantenendo la sua natura di compenso elettorale per il largo “consenso” del centro destra in Sicilia, oggi finisce per essere l’ennesimo meccanismo “neo liberista”, messo in opera per sfuggire alle cicliche crisi del capitale.
Crisi, che sta mettendo in evidenza quali sono i meccanismi che la finanza e imprese mettono in moto per mantenere alti i profitti, ossia l’eliminazione dei diritti, l’aggressione dei territori e la privatizzazione dei servizi pubblici.

Questo schema si applica in maniera indistinta negli ambiti più disparati, dalle fabbriche alle scuole, dagli ospedali alle università, passando per acquedotti e infrastrutture.
Tali azioni sono perpetrate ai danni della popolazione col denaro pubblico, in quanto i tagli voluti dal ministero delle finanze e le successive manovre di dirottamento di tali fondi nella macchina della speculazione privata sottolineano la modalità che la “moderna finanza” adotta: socializzare i debiti e capitalizzare i profitti.
Così facendo Il costo delle grandi opere ricadrà sulla spesa pubblica e i ricavi andranno nelle solite tasche private.
Attraverso il ricatto del lavoro, uno stuolo di politicanti e colletti bianchi invade il nostro presente tentando di strapparci un consenso e attraverso una balzana idea di progresso, cercano di farci digerire il ricordo dei morti e dei disastri causati dal dissesto idrogeologico che colpisce indistintamente l’intera penisola senza distinzione geografica.
Questo tentativo noi lo rifiutiamo, preferendo alle grandi opere una pianificazione per il risanamento idrogeologico del paese, per la valorizzazione dei monumenti e dei centri storici e una reale programmazione delle attività produttive, azioni queste che riaccenderebbero le speranze occupazionali di migliaia di lavoratori.
Noi studenti da tempo rifiutiamo il cemento e l’industrializzazione pesante come modello di sviluppo e crescita occupazionale, al contrario chiediamo a gran voce investimenti reali nella ricerca, nella cultura e nell’istruzione, chiediamo il servizio pubblico di qualità accessibile a tutti.
Così come dalle piazze del 14 dicembre, allo stesso modo e per gli stessi motivi vorremmo che dallo stretto si levasse la protesta.
Atenei in Rivolta, aderisce quindi alla mobilitazione nazionale contro il Ponte sullo Stretto, per ribadire che i territori non hanno bisogno di grandi opere, non hanno bisogno del progresso imposto dall’alto a suon di cemento ed ecomostri, così come non hanno bisogno di centrali a carbone o nucleari, hanno invece bisogno di recuperare la loro integrità e la loro storia, in altre parole la dignità.
Un NO deciso ed unitario, per ribadire nuovamente che il nostro futuro non è in vendita e che il nostro presente non è calpestabile, come studenti rivendichiamo la possibilità di contribuire ad uno sviluppo reale e realmente sostenibile del nostro paese.
Un NO urlato ai quegli individui, che dichiarandosi salvatori dello stato, hanno sulle loro spalle il peso di aver svenduto territori, diritti e futuro di un’intera popolazione.

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