Perché l’acqua è un bene comune e un
diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti.
Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. L’attuale governo ha
invece deciso di consegnarla ai privati e alle grandi multinazionali.
Noi tutte e tutti possiamo impedirlo, sostenendo oggi la campagna
e votando 2 SI quando, il 12 e 13 giugno prossimi, saremo chiamati a
decidere. E’ una battaglia di civiltà. Nessuno si senta escluso.
Perché vogliamo eliminare le norme che
in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell’acqua. Perché
20 anni di politiche neo-liberiste hanno trasformato un diritto in una
merce, a beneficio di privati e multinazionali, a scapito della qualità
del servizio.
Perché vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua.
Perché vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua.
Cosa vogliamo?
Vogliamo restituire questo bene
essenziale alla gestione collettiva. Per garantirne l’accesso a tutte e
tutti. Per tutelarlo come bene comune. Per conservarlo per le future
generazioni. Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa.
Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.
Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.
Dai referendum un nuovo scenario
Il combinato disposto dei due quesiti
promossi dal Comitato Referendario, comporterebbe uno stop all'obbligo
di cedere ai privati la gestione del servizio idrico integrato e
contemporaneamente farrebbe venire meno l'interesse da parte dei privati
a intervenire in questo settore stante l'impossibilità di trarne
profitto.
Si riaprirebbe nei territori e in tutto il paese la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.
Verrebbero di conseguenza poste le premesse per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini, la quale tende alla completa ripubblicizzazione dell'acqua potabile in Italia.
Si riaprirebbe nei territori e in tutto il paese la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.
Verrebbero di conseguenza poste le premesse per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini, la quale tende alla completa ripubblicizzazione dell'acqua potabile in Italia.
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