martedì 31 maggio 2011

FINCANTIERI: IMPEDIRE IL PIANO DI SMANTELLAMENTO DELLA CANTIERISTICA PUBBLICA .

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Il piano di chiusura di 2 interi cantieri navali (Sestri Ponente e Castellammare di Stabia), di ridimensionamento di altri (Riva Trigoso ma anche Ancona), ridotti a “cantieri officine”, ossia cantieri che non costruiscono più navi ma soltanto assemblatori di alcune parti dello scafo, di altre riduzioni occupazionali in diversi cantieri, confermano l’obiettivo di voler privatizzare e dismettere la cantieristica pubblica nel nostro paese, senza alcun progetto per il futuro di un settore industriale così strategico.

Chiamano “piano industriale” e di “riorganizzazione produttiva” un piano di tagli di oltre 2.500 posti di lavoro, corrispondenti a circa il 30% dell’insieme dei dipendenti “diretti” nel gruppo Fincantieri, oltre a diverse migliaia nel sistema degli appalti e nell’indotto, e di trasferimenti (chiamata “mobilità interna”) di lavoratori da Riva Trigoso a Muggiano, oppure da Sestri Ponente a Monfalcone o Marghera, ecc.
Oltre a questo, il management aziendale vorrebbe poi certamente utilizzare una “cura” attraverso gli “ultimi ritrovati” FIAT/Marchionne: orari plurisettimanali a piacimento aziendale, 3° turno obbligatorio e non più da concordare con le RSU, sabati e domeniche lavorativi se si riterrà opportuno, pausa mensa a fine turno, ecc.
Quest’opera di smantellamento, prospettata dall’amministratore delegato Bono e avallata dal governo Berlusconi, è del tutto simile a quella già attuata con un’altra grande azienda pubblica a carattere strategico, l’Alitalia, fatta solo di tagli all’occupazione e nessun investimento. Quando altre compagnie (Lufthansa, Airfrance) investivano in innovazione, nuove rotte, nuovi vettori, Alitalia sanava i propri bilanci tagliando personale e vettori ...
La lotta a questo “piano industriale” deve essere ferma e irremovibile. Occorre quindi:
• lottare con intransigenza per la difesa di tutti i posti di lavoro, anche dei lavoratori del sistema degli appalti, e della natura pubblica di Fincantieri;
• mantenere l’integrità del gruppo Fincantieri, respingendo ogni ipotesi di “spezzatino”;
• esigere un vero piano industriale, non di chiusure e ridimensionamenti produttivi, con investimenti e risorse finanziarie adeguate.
Più in generale, sarebbe necessaria una prospettiva di produzione navalmeccanica ad ampio spettro e più diversificata, più aderente ai bisogni sociali e ambientali, e quindi anche in parte alternativa a quella attuale e al settore militare: ad esempio, occorrerebbe dare maggior impulso alle cosiddette “autostrade del mare”, con un intervento diretto del Governo per nuove commesse, e bloccare la privatizzazione della Tirrenia.
• Occorre estendere e ampliare la rete di sostegno alla lotta dei lavoratori del gruppo Fincantieri;
• E’ necessario dare continuità alle forme di lotta (scioperi, blocchi ai cancelli, occupazioni) fino all’integrale ritiro del piano di chiusure e di smantellamento della cantieristica pubblica.
COORDINAMENTO PROVINCIALE DI SINISTRA CRITICA – GENOVA
NUCLEO LAVORATORI FINCANTIERI / SINISTRA CRITICA – RIVA TRIGOSO

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