Con il 60% di affluenza al voto e con il 98% di
Sì alla richiesta dei promotori la Sardegna dà il segnale nazionale. Si
possono battere
Gianluigi Deiana
Il dato risultava imprevedibile alla vigilia per la compresenza di elezioni comunali anche importanti (Cagliari, Olbia, Carbonia, Iglesias ecc.) e per la consistenza del numero dei residenti fantasma (emigrati all'estero, proprietari di seconde case ecc.).
Le indicazioni desumibili dai dati referendari più recenti risultavano scoraggianti (20% nella consultazione sulla legge regionale per le coste, 27% per la consultazione nazionale sulla fecondazione assistita e così via).
La diffusa ostilità popolare al nucleare, percepibile sempre più nelle ultime settimane, è stata in realtà disorientata sia dai diversivi creati da Berlusconi sia dall'inconsistenza della classe politica e dalla latitanza delle organizzazioni associative e sindacali di massa della sinistra (Cgil, Arci, Legambiente in primis).
Per tale ragione l'esperienza politica compiuta intorno all'iniziativa di "Sardigna Natzione" con la costituzione del "Comitato Sinonucle" è stata sorprendente, inedita nella sua forma e straordinariamente motivante nella sua passione. La girandola di mail scatenata con la lievitazione dal quorum aritmetico (33%) al quorum politico (60%) è stata mossa dalla richiesta generale di continuare con l'esperimento, ormai noto come il Sottomarino Giallo", più ancora che dalla felice sorpresa per il risultato.
L'azione di "Sinistra Critica" nel coordinamento che ha deciso via via l'orientamento politico e la forma comunicativa è stata importante, nella sostanziale assenza della ex sinistra radicale (Sel, Pdci, Pcl) e con la sola importantissima presenza attiva di singoli compagni di Rifondazione, del Cagliari Social Forum e ovvuiamente del Comitato Gettiamo le basi.
Ieri il referendum sardo sembrava un vaticinio nazionale; i dati di Milano raccolgono il vaticinio. Buon pro.
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