domenica 22 maggio 2011

INDIGNADOS FRA SCHEDA BIANCA E PROTESTA ASSEMBLEA PUERTA DEL SOL



19:15 - INDIGNADOS FRA SCHEDA BIANCA E PROTESTA ASSEMBLEA PUERTA DEL SOL - MADRID, 22 MAG - C'è chi vota quasi convinto, chi non vota per convinzione, chi questa volta non vuole votare, chi vota tappandosi il naso: c'è di tutto nella 'Repubblicà di Puerta del Sol nella giornata che vede la Spagna alle urne. Sotto i teloni azzurri dell'accampamento 'indignadò più famoso del mondo, nel centro di Madrid, la priorità però è un'altra: trasformare la società, cambiare una democrazia stanca, creare un futuro diverso. Poi si può anche votare. Ma non tutti ne sono convinti. Molti giovani, e meno giovani, della rivolta di Madrid oggi non votano. Per rifiuto di una politica che vede candidati indagati per corruzione in quasi tutte le liste, del 'consociativismò innescato dal bipartitismo 'tossicò spagnolo fra Psoe e Pp, della 'collusionè fra politici e banchieri. E fra chi alle ultime politiche ha dato il voto al Psoe di Zapatero, molti non se la sentono più di votarlo oggi, davanti all'esercito dei 5 milioni di disoccupati (il 44% fra i meno di 25 anni). «Io voterò scheda bianca, è il mio modo di protestare» spiega in una delle viuzze del 'suk' di Puerta del Sol Rakel, 32 anni, disoccupata e attrice. «Oggi destra e sinistra sono la stessa cosa, sanno solo lanciarsi insulti». Anche Andres, elettricista, 29 anni, non dà il suo voto a un partito. «Non voto per non legittimare questo sistema elettorale». Fra le proposte degli indignados spagnoli c'è quella di una democrazia partecipativa, di un sistema elettorale proporzionale che faccia emergere i piccoli partiti e spezzi il duopolio Psoe-Pp. Fernando, 28 anni, panettiere e militante del sindacato anarchico Cnt, che fu uno dei grandi attori della seconda repubblica spagnola soffocata nel sangue da Franco, spiega di non sapere ancora se votare scheda bianca o per Izquierda Unida, a sinistra del Psoe. Deciderà nel seggio. Zapatero? «No, ora è improponibile, è il Robin Hood dei banchieri, prende ai poveri per dare ai ricchi». Maria, giurista, 29 anni, disoccupata, ha sempre votato per i socialisti. «Oggi ho votato a sinistra, per Izquierda Unida, sono i soli che ci hanno appoggiato».
Ma il popolo dei ribelli pacifici di Puerta del Sol non è solo di sinistra. Carmen, 59 anni, ex- sindacalista, ogni giorno attiva nella cittadella indignada, si dice «simpatizzante del centrodestra». Sa che voterà, non per chi. «Deciderò, senza entusiasmo, nel seggio». Ma per tutti i ribelli della 'Spanish Revolution' di Sol la cosa importante è un'altra: che cosa diventerà il loro movimento. Il timore è che dopo avere conquistato in pochi giorni la simpatia di decine di migliaia di spagnoli e l' attenzione di tutto il pianeta, dopo il voto le luci si spengano e tutto ridiventi come prima. L'Assemblea dei cittadini di Sol ha votato oggi di prolungare l'accampamento almeno un'altra settimana. Il tempo forse perchè il movimento si irrobustisca: fra 10 mesi ci sono le politiche. C'è chi ha fatto paralleli con il '68 francese, con la primavera araba. Il politilogo Juan Carlos Monedero pensa alla Comune libertaria di Parigi: «pone in questione l'idea che vincere le elezioni ti dia il diritto di comandare, facendo ciò che vuoi» ha detto a Publico. Puerta del Sol, dice, «evidenzia i deficit della transizione» del dopo Franco, «che si fece dall'alto e chiede un altro processo costituente, discusso dal basso». (Ansa)
14:36 - INDIGNADOS, OCCUPAZIONE PROLUNGATA DI UNA SETTIMANA - L'assemblea degli indignados accampati a Puerta del Sol a Madrid ha deciso di prolungare di una settimana l'occupazione della storica piazza della capitale. «Abbiamo deciso di restare almeno un'altra settimana ancora, fino a domenica prossima alle 12» ha annunciato davanti all'assemblea un portavoce. La decisione è stata presa nel giorno delle elezioni amministrative e regionali spagnole, che in un primo tempo era stato indicato come la scadenza della occupazione di Puerta del Sol. Circa 25mila persone hanno partecipato venerdì e sabato sera alle concentrazioni promosse dalla piattaforma 'Democracia real Ya!' (Vera democrazia subito!) del movimento 15 maggio. Occupazioni sono in corso anche sulle piazze di diverse altre città spagnole. (Ansa)
12:47 - LO SCRITTORE SAVATER, GLI 'INDIGNATÌ? ESEMPIO DI CIVILTÀ E DEMOCRAZIA - «Fare un parallelo con le rivolte della primavera araba? Direi proprio che è impossibile. Mi sembra azzardato e fuorviante. Qui si dimostra la forza straordinaria di una democrazia, capace di accettare la sfida di una comunità che scende in piazza a rivendicare le proprie ragioni. Lì sono popoli disperati che chiedono il rispetto di diritti fondamentali, come la libertà, e a cui i regimi rispondono con la repressione a volte sanguinaria». Lo ha detto, in un'intervista al 'Fatto Quotidianò, lo scrittore Fernando Savater parlando della protesta degli 'indignatì in Spagna. Secondo l'intellettuale, «non c'è da stupirsi. In questo Paese si è raggiunto un livello di disoccupazione molto alto, si sono toccati i limiti di guardia. I giovani, soprattutto i più preparati, capiscono di non avere prospettive e sono costretti ad andare via, all'estero, per cercare di costruirsi un futuro. C'era un livello di insoddisfazione crescente, quasi di impotenza». Per lo scrittore, le rivendicazioni sono positive «nel senso che vedo giovani e meno giovani che simpatizzano, parlano, discutono liberamente in un esercizio salutare di partecipazione. È un esempio di civiltà, perchè non è segnato da nessun tipo di violenza. Non si riuniscono per creare problemi, vogliono solo cercare di risolverli». (Adnkronos)
12:33 - SCRITTRICE MARUJA TORRES SU PROTESTA, È UN RISVEGLIO DELLA COSCIENZA - «Fino a oggi i giovani in Spagna erano chiusi in se stessi, lontani dalla politica: ragazzi abbandonati nelle loro angoscie di precari senza prospettive, figli di una classe media in difficoltà. All'improvviso mentre noi adulti usavano i social network come passatempo, loro hanno imparato ad usarli per organizzarsi, conoscersi e unirsi. È magnifica questa invenzione della piazza occupata a tempo illimitato. Hanno capito che dopo l'Egitto poteva funzionare come catalizzatore della protesta anche qui. Hanno iniziato a discutere di politica». Lo afferma, in un'intervista a 'La Repubblicà, la scrittrice catalana Maruja Torres sulla protesta degli 'indignatì in Spagna. La scrittice si dice sorpresa dalla protesta, «perchè dalla fine della dittatura franchista in Spagna la gente ha reagito soltanto di fronte ad avvenimenti molto forti» mentre «questa è la prima volta che una grande mobilitazione sociale non è preceduta da uno choc nazionale. D'altra parte è anche vero che la nostra democrazia si è completamente svuotata di etica mentre questi giovani sognano di avere valori. È questo che è importante, è un risveglio della coscienza». (Adnkronos)
11:34 - SPAGNA: AL VIA LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE, I GIOVANI RIMANGONO NELLE PIAZZE - Aperte le urne fino alle otto di questa sera in Spagna per le elezioni amministrative. Le manifestazioni di protesta contro la classe politica e il voto organizzate in tutto il Paese, a partire dalla città di Madrid, e dalla piazza della Puerta del Sol, sono proseguite ininterrotte, malgrado il divieto imposto dalla Commissione elettorale a partire dalla mezzanotte di venerdì. Sono 35 milioni gli aventi diritto al voto per il rinnovo dei consigli comunali in tutto il Paese e per i governi di 13 delle 17 regioni semi autonome. A soffrire di più per l'ondata di anti politica che sembra aver colpito il paese, dovrebbero essere i socialisti di Luis Rodriguez Zapatero. Alle 22.30 sono attese le prime proiezioni sui risultati, mentre alle 14.45 saranno diffusi i primi dati sull'affluenza alle urne. Alla polizia è stato ordinato di non intervenire per disperdere i ragazzi del movimento M-15 (da 15 maggio, il giorno in cui hanno iniziato a radunarsi alla Puerta del Sol), a meno che non si verifichino episodi di violenza. I ragazzi non sono schierati da alcun partito, e non hanno dato alcuna indicazione in merito alle elezioni di oggi. (Adnkronos)
8:02 - SPAGNA: 35 MILIONI ALLE URNE TRA INDIGNADOS E CRISI - Quasi 35 milioni di spagnoli si recano oggi alle urne per rinnovare oltre ottomila sindaci, 68.400 consiglieri municipali e 824 deputati regionali in una consultazione locale stritolata fra crisi economica, disoccupazione, protesta sociale e dei giovani 'indignados'. L'impatto che l'esplosione della rivolta dei giovani potr… avere sulle urne Š una incognita. I sondaggi, realizzati prima dell'irruzione degli indignados sulla scena pubblica, davano il Psoe di Zapatero - che ha annunciato ad aprile che non si sarebbe ripresentato nel 2012 - vicino al tracollo, e la perdita di grandi feudi tradizionali, come la Castiglia-La Mancia e l'Estremadura, la seconda citt… del Paese, Barcellona, e la quarta, Siviglia. Sempre secondo i sondaggi si prevede uno tsunami azzurro, come il colore del Partido Popular (Pp) di Mariano Rajoy, sul Paese. Le consultazioni di oggi inoltre sono considerate un forte segnale di allarme per i socialisti a 10 mesi dalle cruciali politiche di marzo 2012. I seggi chiuderanno alle 19:00 ora italiana. (Ansa)
Diretta del 21 maggio 2011:
19:53 - DECINE MIGLIAIA DI 'INDIGNADOS' SFIDANO DIVIETO, IL MOVIMENTO DILAGA NEL PAESE - Dilaga inarrestabile in Spagna il movimento dei giovani «indignados», che, sfidando il divieto imposto dalla Commissione elettorale centrale, hanno mobilitato nella notte decine di migliaia di persone nelle piazze di tutto il Paese, costringendo il governo del premier socialista, Josè Luis Zapatero, a rinunciare all'uso della forza per farli sloggiare alla vigilia delle elezioni amministrative e regionali. A Puerta del Sol, a Madrid, cuore e avanguardia del movimento 'Democracia Real Ya!' e del '15 M', 25 mila persone a mezzanotte e un minuto di sabato hanno partecipato a un «urlo silenzioso» contro divieti e censure. L'accampamento della piazza del 'Chilometro Zerò di Spagna non è stato smantellato, anzi oggi ha continuato a consolidarsi, in un moltiplicarsi di attività e assemblee. I giovani indignados - ispirati all'appello «Indignatevi!» dell'anziano ex resistente francese Stephane Hessel - hanno organizzato oggi una «Maratona della parola» sulla riforma della società spagnola. I giovani - e tanti meno giovani - in piazza da sei giorni denunciano la corruzione, la «collusione» fra politici e banchieri, il bipartitismo «tossico» socialisti-popolari (Psoe-Pp), la disoccupazione dilagante (al 44% fra i meno di 25 anni), l'assenza di prospettive di un futuro decente. Il movimento si espande a macchia d'olio. In tutta la Spagna in decine di città le piazze sono presidiate dagli indignados. A Barcellona quasi 10 mila in Plaza Catalunya, ribattezzata Plaza Tahrir, come la piazza-simbolo del Cairo. Sono occupate le piazze centrali di Valencia, Granada, Cordoba, Bilbao, Santiago, Saragozza, Caceres, e di molti altri centri più piccoli. Sociologi e politicologi, presi di sorpresa - come tutta la classe politica - da un movimento spontaneo, senza leader, autoconvocatosi su internet, portato dal rifiuto di una società del benessere da cui molti si sentono esclusi, continuamente irrigato dalle reti sociali, fanno paralleli con il Sessantotto francese, con la Primavera araba, ma non riescono a prevedere fin dove arriverà e che conseguenze avrà. La rivolta spagnola, che ora inizia a piantare radici anche all'estero - ci sono state concentrazioni di «indignati» in Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Belgio, Austria, Portogallo, ma anche a New York, Bogotà Buenos Aires, Città del Messico - evidenzia, confermano, una spaccatura fra la politica e una parte importante della popolazione. Un «vizio di funzionamento» della democrazia del XXI secolo. L'impatto che l'esplosione della rivolta dei giovani potrà avere domani sulle urne è una incognità. I sondaggi, realizzati prima dell'irruzione degli indignados sulla scena pubblica, davano il Psoe di Zapatero vicino al tracollo, e alla perdita di grandi feudi tradizionali, come la Castiglia-La Mancia e l'Estremadura, la seconda città del Paese, Barcellona, e la quarta, Siviglia. Prevedevano uno «tsunami» azzurro, come il colore del Partido Popular (Pp) di Mariano Rajoy, sul Paese. Un grande segnale di allarme, insomma, per i socialisti a 10 mesi dalle cruciali politiche di marzo 2012. (di Francesco Cerri, Ansa)
15:11 - MINISTERO INTERNO, 58 MILA INDIGNATI NELLE PIAZZE DEL PAESE - Sono 58 mila, secondo fonti del ministero dell'Interno, gli «indignati» che affollano le piazze spagnole alla vigilia delle amministrative di domani. Lo riferiscono i media locali, al termine dell'incontro tra il primo vicepremier e ministro dell'Interno, Alfredo Perez Rubalcaba, e i vertici delle forze della sicurezza per analizzare il punto della situazione. Dalla riunione è emerso che le manifestazioni di protesta proseguono pacificamente e che il dispositivo della sicurezza ha funzionato correttamente. (Adnkronos)
13:54 - INDIGNADOS, MIGLIAIA SEMPRE IN PIAZZA SFIDANO DIVIETI - Nonostante il divieto scattato alla mezzanotte di oggi migliaia di giovani indignados continuano ad occupare la Puerta del Sol di Madrid e le piazze di altre città della Spagna alla vigilia delle elezioni amministrative e regionali, che dovrebbero fare registrare una netta sconfitta del premier socialista Josè Luis Zapatero e del Psoe. Il movimento rappresentato nella piattaforma 'Democracia real Ya!' (Vera democrazia subito) si è ulteriormente rafforzato entrando nella 'illegalita« decretata dalla Commissione elettorale centrale, che ne ha proibito le concentrazioni oggi e domani, giornate della 'riflessionè prima del voto e poi dello scrutinio. Il governo Zapatero per ora ha preferito non ordinare alla polizia di procedere con la forza allo smantellamento degli accampamenti degli indignados, come si sono autodefiniti i giovani ribelli spagnoli ispirandosi all'appello »Indignatevi!« del diplomatico francese Stefane Hessel. Secondo la stampa spagnola 25mila persone si sono riunite a Puerta del Sol a mezzanotte per sfidare il divieto. Erano 10mila a Plaza Catalunya a Barcellona, 60mila in tutta la Spagna. La protesta dei giovani spagnoli contro la corruzione, la 'collusionè fra politici e banchieri, contro la disoccupazione dilagante (44% dei meno di 25 anni), l'assenza di prospettive di un futuro decente, è in corso da sei giorni in forma assolutamente pacifica. Gli indignados intendono restare a Puerta del Sol e nelle altre piazze spagnole almeno fino a domani. A Madrid, Barcellona, Valencia o Siviglia, migliaia di giovani sono oggi sempre accampati. Secondo la stampa la polizia, se non ci saranno incidenti, dovrebbe limitarsi a indicare ai manifestanti che le concentrazioni sono illegali, informandoli delle possibili sanzioni, ma non dovrebbe intervenire. (Ansa)
9:54 - ARTISTI SOSTENGONO PROTESTA DEGLI INDIGNATI - Anche gli artisti spagnoli sostengono la protesta del 'Movimento degli Indignatì che da domenica scorsa ha occupato la Puerta del Sol e tante altre piazze del paese che domani si recherà alle urne per le elezioni amministrative. L'attrice Penelope Cruz, poco avvezza a internet e quindi praticamente esclusa dalla protesta che corre anche sui social network, ha espresso mercoledì scorso la sua solidarietà per i partecipanti al sit-in. «Mi si spezza il cuore nel vedere tanti giovani altamente qualificati in cerca di lavoro e senza via di uscita -ha detto la Cruz in una conferenza stampa nella capitale- La Spagna vive una situazione durissima, è chiaro, e spero solo che migliori il prima possibile». Dopo le parole dell'attrice le reti sociali sono state lo strumento più usato da musicisti, attori e altri artisti che hanno espresso la loro solidarietà. Lo riferiscono i media locali, precisando però che nella stragrande maggioranza hanno voluto farlo a titolo personale, a differenza della manifestazione contro la guerra in Iraq, quando il mondo spagnolo della cultura si unì in una voce sola. Tr ai tanti, l'attore e regista Santiago Segura è comparso nei giorni scorsi tra i manifestanti di piazza Catalogna a Barcellona e poi ha scritto su twitter: «Chiedo solo governanti abili e onesti per il mio paese» ed espresso il suo malcontento nei confronti dell'attuale governo. Giovedì a Madrid è stata la volta del gruppo musicale 'Amaral' che ha fatto visita ai saccopelisti della Puerta del Sol, come anche il cantante Nacho Vegas. Eva Hache, dal canto suo, ha raccontato cosa sta succedendo in piazza: «Sono stata al Sol: calma, lotta, informazione, resistenza. E stanchezza. Non smettiamo di sostenerli», ha scritto l'attrice su Twitter. (Adnkronos)
8:12 - GLI "INDIGNADOS" ANCORA IN PIAZZA - Nel giorno della «riflessione» alla vigilia delle elezioni amministrative di domani in Spagna, sedicimila 'indignatì sono ancora in piazza a Madrid, alla Puerta del Sol dove il movimento ha iniziato a protestare contro le politiche economiche del governo da domenica scorsa, sfidando il divieto a manifestare imposto dalla Giunta elettorale dalla mezzanotte appena trascorsa. Citando dati della polizia lo riferiscono i media spagnoli, ricordando che la consegna per le forze dell'ordine è di intervenire solo in caso di incidenti. (Adnkronos)
00:45 - IN MIGLIAIA SFIDANO DIVIETO DEL SABATO - Migliaia di giovani indignados hanno sfidato questa notte in Spagna il divieto di manifestare oggi e domani deciso giovedi notte dalla Commissione elettorale centrale, rifiutando di sciogliere accampamenti e concentrazioni in corso in decine di città del paese. Alla Puerta del Sol di Madrid, cuore della protesta dei giovani spagnoli, 25 mila persone hanno accolto a mezzanotte l'inizio della prima giornata del divieto con un «grido silenzioso» sulla emblematica piazza della capitale. Circa 10 mila persone hanno sfidato il divieto a Plaza Catalunya, a Barcellona. Altre migliaia di giovani riuniti all'appello della piattaforma 'Democracia Real Ya!« si trovavano nelle piazze di diverse città spagnole, da Siviglia a Saragozza, da Valencia a Granada.. I giovani - ma non solo - spagnoli denunciano la mancanza di prospettive e di speranza di un futuro decente, la disoccupazione di massa (al 44% fra i meno di 25 anni), la 'collusionè fra politici e banchieri, il bipartitismo 'tossicò fra Psoe e Pp, la corruzione nella politica. Secondo la stampa spagnola il governo del premier Josè Luis Zapatero, cui i sondaggi promettono una dura sconfitta domenica alle elezioni regionali e amministrative, non dovrebbe fare intervenire la polizia per sciogliere con la forza concentrazioni e accampamenti. Se non ci saranno incidenti le forze dell'ordine, secondo El Pais online, dovrebbero limitarsi a consegnare ai manifestanti una nota scritta informandoli della decisione della commissione elettorale e precisando le sanzioni previste dalla legge in caso di inadempienza. Le manifestazioni degli indignados sono state tutte assolutamente pacifiche. (Ansa)

Nessun commento: