sabato 7 maggio 2011

Ex-Bertone, Marchionne e la Fiat: avanti tutta contro i diritti dei lavoratori.


2590713964.jpg
Le lavoratrici e i lavoratri della Bertone, a cui va tutta la solidarietà della nostra organizzazione, sono al centro dell’attacco della Fiat di Marchionne. Era chiaro fin da subito che il ricatto e il fucile puntato contro i lavoratori di Mirafiori ben presto si sarebbero spostati su lavoratori di altri stabilimenti.
Il ricatto di Marchionne è, per certi versi, ancora più vergognoso di quello di cinque mesi fa alle carrozzerie perchè viene esercitato contro lavoratrici e lavoratori che sono in cassa integrazione da molti anni e che si vuole far arrendere per disperazione.
Così come è anche peggio il testo su cui si devono esprimere nel referendum, che mette insieme i peggiori contenuti di Pomigliano e di Mirafiori con l’esplicito riferimento all’uscita dal contratto nazionale.
Si chiede agli operai di firmare una cambiale in bianco introducendo in azienda il totale arbitrio padronale e condizioni di lavoro da servi, senza diritti e tutele. Vogliono tutto in cambio di vaghe promesse, mentre la Fiat continua a perdere quote di mercato e appare sempre più chiara la scelta di traslocare in America.
Per i profitti della famiglia e degli azionisti la Fiat vuole distruggere diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione, dai contratti nazionali e dal diritto del lavoro. E qualcuno rimette in discussione lo stesso I maggio data simbolo del lavoro e dei suoi diritti.

E’ vergognoso che le istituzioni comunali, provinciali, regionali e il governo e tutti i principali partiti politici, con esclusione delle sole forze della sinistra, invece di porre un preciso stop a Marchionne (“ti abbiamo dato tanti soldi, devi mantenere l’occupazione, le produzione e i diritti dei lavoratori”), continuino a sostenere in ogni modo, insieme a giornali e televisioni, l’aggressione della Fiat ai lavoratori e ai loro diritti.
Se avessero alzato anche solo un poco la voce a difesa degli operai, la direzione Fiat non avrebbe avuto la forza per continuare per questa strada. Per non parlare del ruolo di quei sindacati che hanno fatto la scelta di diventare degli strapuntini del padrone.
La vicenda della Bertone, come quella della Fiat interessa tutte le lavoratrici e i lavoratori: se il muovo modello schiavistico passa e viene accettato, sarà un veleno che percorrerà tutto il paese e entrerà in tutti i luoghi di lavoro.
Per questo è necessario il massimo sostegno e solidarietà di tutta la classe operaia per aiutare i lavoratori della Bertone e reggere l’attacco padronale, a respingere il ricatto, a difendere i loro diritti, come già è stato fatto dagli operai delle Carrozzerie.
Per questo è più che mai necessaria una vera e grande mobilitazione generale della classe lavoratrice su una piattaforma che difenda salari, occupazione e diritti, che rivendichi un intervento pubblico sul futuro della Fiat e dell’indotto, perchè il futuro di decine di migliaia di lavoratori non può essere lasciato nelle mani di Marchionne e degli Agnelli; che costruisca le condizioni per sconfiggere Berlusconi e Marchionne, due facce della stessa medaglia antipopolare e antidemocratica.

Nessun commento: