mercoledì 9 novembre 2011

"Il gioco dei 4 cantoni tra Bce, Stati e Banche"


Intervista del Fatto quotidiano a Eric Toussain, presidente del Cadtm e di cui sta per uscire in Italia, con Edizioni Alegre, il libro "Debitocrazia"
da Il Fatto quotidiano
da www.ilfattoquotidiano.it
Roberta Zunini
In Belgio, ha sede un’organizzazione internazionale di economisti che analizzano il debito degli Stati, il Cadtm. Eric Toussaint, docente presso l’Università di Liegi, ne fa parte.
Dopo Papandreou, traballa Berlusconi, gli Stati hanno abbandonato la propria sovranità: chi governa le Nazioni oggi, il Fondo monetario internazionale e le Banche centrali? 
Berlusconi ha fatto quasi tutto da solo però, effettivamente, è come lei ha detto, ma aggiungerei anche la Commissione europea e soprattutto i banchieri privati, che in questi frangenti cercano di ottenere profitti sempre più alti.
Con quale meccanismo?
Il nocciolo sta nel rapporto tra la Banca centrale europea, la Bce, che è un’istituzione pubblica e i banchieri privati che la ‘ ricattano ’ con lo spauracchio del fallimento: ‘ O ci date i soldi o falliamo’.
Un giochetto per nulla innocente, insomma? 

Funziona in questo modo: a un Paese indebitato gli investitori istituzionali dicono di non voler più prestare denaro a meno che gli Stati in questione non siano disposti a pagare interessi più alti. Pertanto la Bce è costretta a ricomprargli i titoli al di sotto del prezzo di mercato.
E se la Bce dovesse smettere di comprarli? 
Allora le banche private aumentano il ricatto nei confronti dei Paesi sull’orlo della bancarotta, cosa successa al-l’Italia fra la fine di luglio e i primi di agosto. Per 2 settimane i tassi si sono abbassati, ma poi si sono rialzati e il giochetto è ricominciato.
È anche vero che la Bce, per statuto, non può prestare soldi direttamente agli Stati, proprio per evitare che entri in contatto diretto con gli Stati, riducendone la sovranità?
In teoria sì, ma la pratica è tutt’altra cosa, perché poi si trova sempre un sistema per eludere le leggi statutarie.
Cioè? 
La Bce presta alle banche private al tasso dell’ 1 %, inferiore al tasso d’inflazione. A loro volta queste banche private prestano questi soldi alla Grecia, al Portogallo, all’Irlanda e magari all’Italia, al 4 o al 5 %. Se la Bce non può prestare direttamente soldi agli Stati in difficoltà per statuto è anche vero che questa forbice tra i tassi d’interesse è troppo ampia. Significa prestare il fianco a una pericolosa speculazione.
Ciò significa che la Bce è un’istituzione che anziché controllare viene controllata dalle banche private, in un certo senso?
Sì, è al servizio dei banchieri privati. Con il pretesto dello Statuto, finisce per consegnare il monopolio del credito alle banche private. Prendiamo invece la Federal Reserve, la Banca centrale Usa. Le regole sono ben diverse tanto che per esempio può comprare direttamente i Buoni del tesoro dallo Stato americano e anche prestare i soldi direttamente. A mio avviso è necessario cambiare lo Statuto della Bce.
Quando vengono negoziate le soluzioni, le banche private hanno un posto di rilievo al tavolo di discussione?
Sì. Il pretesto è che le grandi banche sono le maggiori creditrici degli Stati in bancarotta.
Insomma un circolo vizioso senza via d’uscita? 
A meno di non cambiare gli Statuti.
(Rob. Zun.)

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