PER IL RISPETTO DELL'ESITO REFERENDARIO, PER UN'USCITA ALTERNATIVA DALLA CRISI
Domani il popolo dell’acqua tornerà in piazza. Lo facciamo perché
il 12 e 13 giugno scorsi la maggioranza assoluta del popolo italiano ha votato
per l’uscita dell’acqua dalle logiche di mercato, per la sua affermazione come
bene comune e diritto umano universale e per una gestione pubblica e
partecipativa del servizio idrico.
Ad oggi nulla di quanto deciso ha
trovato alcuna attuazione: la legge d’iniziativa popolare per la
ripubblicizzazione dell’acqua continua a giacere nei cassetti delle commissioni
parlamentari, gli enti locali - ad eccezione del Comune di Napoli - proseguono
la gestione dei servizi idrici attraverso S.p.A. e nessun gestore ha tolto i
profitti dalla tariffa.
Non solo. Con l’alibi della crisi
e dei diktat della Banca Centrale Europea, il Governo Berlusconi ha rilanciato,
attraverso l’art. 4 della manovra estiva successivamente rafforzato con la
legge di stabilità, una nuova stagione di privatizzazioni dei servizi pubblici
locali, addirittura riproponendo il famigerato”Decreto Ronchi” abrogato dal
referendum.
Gli stessi soggetti gestori e gli
ATO non hanno finora proceduto all’elimininazione del profitto garantito dalle
tariffe del servizio idrico, di fatto disconoscendo l'esito del secondo
referendum e lo stesso pronunciamento della Corte Costituzionale chiaramente
esplicitato nella sentenza di ammissibilità del quesito stesso.
L'ostinarsi a procedere lungo
questa strada produce non solo una chiara lesione dei principi democratici, ma
arriva a legittimare posizioni che non vogliono tener conto della volontà
popolare espressa il 12 e 13 giugno. Su questa base abbiamo chiesto un incontro
al nuovo Presidente del Consiglio Monti, perché riteniamo che anche il nuovo
esecutivo non può sottrarsi dal rispettare l'esito referendario.
Il popolo dell'acqua torna a
riempire le strade di Roma per ribadire con forza che non ci sta a subire
questo “vulnus” democratico e che, nonostante i grandi media abbiano tentato di
far calare un silenzio assordante su questi temi, la spinta che ha portato al
raggiungimento del quorum nei referendum di giugno non si è esaurita con essi.
Per questo, il movimento per
l’acqua si prepara a lanciare la campagna nazionale “Obbedienza civile”, ovvero
una campagna che, obbedendo al mandato del popolo italiano, produrrà in tutti i
territori e con tutti i cittadini percorsi auto organizzati e collettivi di
riduzione delle tariffe dell’acqua, secondo quanto stabilito dal voto
referendario.
La
manifestazione nazionale sarà anche l'occasione in cui rilanciare l’iniziativa
per la ripubblicizzazione del servizio idrico, sia con azioni a sostegno della
nostra legge di iniziativa popolare affinché sia discussa e approvata dal
Parlamento, sia per avviare a livello territoriale la trasformazione in enti di
diritto pubblico dei soggetti gestori privati ad oggi operanti, in particolare
a partire dalle S.p.A. a totale capitale pubblico presenti in grandi città come
Torino, Milano, Venezia, Palermo e altre ancora.
Quello
che avviene per l’acqua è solo il paradigma di uno scenario più ampio dentro il
quale si colloca la crisi globale. Un sistema insostenibile è giunto al
capolinea. I poteri forti invece di prenderne atto invertendo la rotta, ne
hanno deciso la prosecuzione, attraverso la continua restrizione del ruolo del
pubblico a colpi di necessità imposte dalla riduzione del debito e dai patti di
stabilità, la consegna dei beni comuni al mercato, tra cui la conoscenza e la
cultura, lo smantellamento dei diritti del lavoro anche attraverso l'art. 8
della manovra estiva, la precarizzazione dell’intera società e la conseguente
riduzione degli spazi di democrazia.
Un altro modello di
società è necessario per l’intero pianeta e insieme proveremo a costruirlo
anche nei prossimi appuntamenti internazionali, come la conferenza sui
cambiamenti climatici di Durban di fine novembre e a Marsiglia nel Forum
Alternativo Mondiale dell'acqua a Marzo 2012.
Indietro non si torna. Dalla
crisi non si esce se non cambiando sistema, per vedere garantiti il benessere
sociale, la tutela dei beni comuni e dell’ambiente, la fine della precarietà
del lavoro e della vita delle persone, un futuro dignitoso e cooperativo per le
nuove generazioni.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
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