Almeno 40 i morti ieri a Hama e Homs. I manifestanti chiedevano l’imposizione di una No Fly Zone sulla Siria da parte della Nato. Il paese scivola sempre più verso la guerra civile.

Questa guerra di cifre e comunicati si svolge parallela a quella
combattuta nelle strade del paese e che prende sempre più le forme di un
conflitto tra la maggioranza sunnita e il regime composto in prevalenza
da esponenti della minoranza alawita (sciita) alla quale appartiene
anche la famiglia Assad. La rivolta pacifica dei primi mesi per la
democrazia e la trasformazione di un regime che ai siriani nega libertà
fondamentali, ormai è un lontano ricordo. Sull’afflusso massiccio di
armi per i rivoltosi – quasi sempre dal confinante Libano dove i sunniti
sono nemici accaniti del regime di Assad – diversi esperti
internazionali non hanno più dubbi e i anche i media internazionali
cominciano (finalmente) a riferire di scontri armati tra le due parti.
Uno scenario libico anche per la Siria d’altronde non è più
inverosimile. Le manifestazioni ieri sono state indette con lo slogan di
«Chiediamo la creazione di una No-Fly Zone per la protezione dei
civili», visibile sugli striscioni portati dai manifestanti, ripresi dai
video amatoriali, pubblicati su Youtube, e rivolti all’Occidente e alla
Nato. Il Consiglio nazionale siriano (Cns), la piattaforma di
oppositori all’estero sostenuta da Turchia, Francia e Usa, ha chiesto
l’ingresso in Siria di «osservatori» arabi e internazionali e non ha
escluso di poter invocare invocare anche l’intervento militare
straniero. Dal sud della Turchia dove è ospitato e protetto dal governo
di Ankara assieme ad altre decine di ufficiali, il colonnello Riad
Assad, «comandante» dei disertori siriani, ieri ha chiesto armi per i
suoi uomini che operano in Siria.
Domani una delegazione ministeriale della Lega araba che mercoledì a
Damasco ha incontrato Assad ,vedrà in Qatar responsabili siriani per
cercare di giungere ad una soluzione alla crisi. I ministri hanno detto
di avere avuto discussioni «franche e amichevoli con il presidente
Assad». Nena News
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