"E' una decisione importante, che abbiamo valutato con grande serietà e attenzione, alla quale non possiamo sottrarci - conclude Marchionne - perchè non intendiamo rinunciare a essere protagonisti nello sviluppo industriale del nostro Paese".
«Prendiamo atto delle decisioni della Fiat pur non condividendone le ragioni, anche sotto il profilo tecnico giuridico». È una nota di Confindustria a commentare la decisione dell'Ad Fiat, Sergio Marchionne, di uscire dall'associazione di viale delll'Astronomia.
La Fiat «è libera di stare o non stare in una associazione imprenditoriale, però non può dire che esce perchè è stato depotenziato l'accordo interconfederale del 28 giugno. Questo non è affatto vero». Lo dichiara il Segretario generale Cisl, Raffaele Bonanni, commentando l'uscita di Fiat da Confindustria il 1 gennaio 2012. «L'accordo del 28 giugno rimane per noi una tappa importante - sottolinea Bonanni - ed è utilissimo per la Fiat e per tutto il mondo del lavoro. D'altronde ha stabilito per la prima volta in sessant'anni che qualora in un'azienda c'è una maggioranza di lavoratori che esprimono una volontà precisa, quella maggioranza detta la linea e la minoranza deve rispettare gli accordi.
La decisione della Fiat di uscire dal 2012 dalla Confindustria è un «segnale di disimpegno dal Paese»: lo afferma il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini che sottolinea come nelle dichiarazioni di oggi ci sia di fatto un annuncio di un ulteriore allungamento dei tempi di investimento con l'aumento della cassa integrazione e migliaia di posti di lavoro a rischio. «Nessuno sa - ha detto - quando e se si faranno gli investimenti. Dovrebbero riflettere tutti coloro che in quest'anno hanno rincorso la Fiat».
Purtroppo, prosegue, “questa posizione trova sostengo da parte di un governo giunto al capolinea e che non ha mai avuto la capacità di farsi rispettare e di far rendere conto alla Fiat delle scelte compiute. Un governo che ha sempre rincorso il Lingotto e che tutte le volte lo ripaga con scelte che non aiutano il Paese”. Inoltre, aggiunge il dirigente sindacale, “è spiacevole che proprio dalla più grande azienda italiana continuino ad esserci scelte che puntano a mettere in discussione i passi avanti fatti con gli accordi che hanno come obiettivo la ricostruzione di regole nell'ambito di nuove e rinvigorite relazioni sindacali”.
Fiat Industrial ha avviato le procedere per la messa in mobilità di tutti i dipendenti del gruppo Irisbus, la maggior parte dei quali, circa 700, relativi allo stabilimento di Valle Ufita, in provincia di Avellino. Il gruppo industriale ha infatti comunicato la decisione alle Rsu e tramite lettera raccomandata, come prevede la procedura, ai sindacati e al ministero per lo Sviluppo Economico. Il percorso adesso prevede un incontro tra le parti entro i prossimi sette giorni presso la sede di Confindustria Avellino nel corso del quale Fiat ribadirà i motivi alla base della sua decisione di dismettere la produzione di autobus e ulteriori settanticinque giorni per verificare le possibilità di giungere ad un accordo in sede sindacale e presso l'Ufficio regionale del Lavoro di Napoli.
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