Charles-André Udry*
www.alencontre.org
Il 12 settembre 2011, sull'onda di un appello lanciato a fine luglio sul sitoAdbusters - sito che indica la volontà di "cambiare il modo in cui viene diffusa l'informazione da parte di coloro che esercitano il potere e su come essa viene prodotta nella nostra società" - i primi "attivisti" hanno dato il via al movimento Occupy Wall Street (Ows) a New York.
Da allora, il movimento si è esteso in un gran numero di città degli Stati Uniti: il 6 ottobre erano più di 75. Agli inizi di ottobre questo movimento sociale ha raggiunto dimensioni inusuali con l'adesione e il sostegno di numerose sezioni sindacali e di diverse organizzazioni di quartiere (community groups)
.
Due slogan ne disegnano il profilo. Il primo: "Noi siamo il 99%" sottintendendo che solo l'1% della popolazione comanda e trae il maggior profitto da questo sistema. Questo rapporto tra il 99 e l'1 % sottolinea anche il bipolarismo estremamente marcato nella ripartizione della ricchezza sociale prodotta negli Stati Uniti. E poi, con lo slogan "Le banche sono state salvate. Noi siamo stati svenduti" viene contestata la politica che il governo e il fatto che i "padroni di Wall Street" - che rappresentano il capitale finanziario - esercitano un'influenza determinante sulle opzioni dell'amministrazione Obama.
Viene sottolineata anche la reazione brutale della polizia. Il 1° ottobre, quella di New York ha arrestato 700 manifestanti, che in realtà non bloccavano il ponte di Brooklyn, contrariamente a quanto affermato dai media su scala internazionale.
A questo vanno aggiunte poi le riduzioni permanenti di impiego nel settore pubblico, in particolare nei Municipi e negli Stati fortemente indebitati. Sono circa 34.000 i posti pubblici soppressi durante il solo mese di settembre 2011. Sono stati colpiti in particolare gli effettivi nell'insegnamento secondario: insegnati, bibliotecari, impiegati amministrativi, ecc.
Tra il 2008 e il 2010 il numero dei bambini che vivono in povertà è cresciuto di almeno 2,3 milioni. Proprio coloro che più avrebbero bisogno di un supporto scolastico ben fornito e solido. Ecco uno tra i molti impegni assunti che l'amministrazione Obama non è stata in grado di rispettare.
Anche e soprattutto a Madison (Wisconsin), perché la rivolta sociale contro la politica brutale di austerità del governatore Scott Walker, ha risvegliato una parte della popolazione, con i suoi obiettivi, le sue modalità di azione, e la convergenza sociale che è stata in grado di concretizzare. A Madison, l'azione e le iniziative degli insegnanti sono state determinanti.
Al di la dell'aspetto retorico, Master sottolinea una specificità di questo movimento che agli inizi alcuni volevano ridurre ad espressione mimetica di qualche "indignato" che segue la moda. Di fatto, come tutti i movimenti sociali che affondano le radici in una società confusa, l' OWS è diventato - in maniera embrionale - il punto d'incontro e di riconoscimento tra persone segnate da un isolamento sociale accentuato da questa fase del capitalismo. Ed ha magnetizzato organizzazioni sociali più tradizionali, sorprendendole a più riprese.
Per coloro che in questi ultimi anni hanno sperimentato difficoltà enormi per portare avanti lotte di resistenza sociale, coronate di successo anche se parziale, questo movimento apre alcuni orizzonti o, per lo meno, rivela quante risorse si nascondano nella cosiddetta società civile.
Bisogna anche sottolineare la partecipazione massiccia degli infermieri e operatori sanitari, membri del National Nurses United. Gli attacchi contro il sistema della sanità pubblica sono perlomeno pari a quelli contro l'educazione. Il che spiega questa forte partecipazione organizzata.
Nel contesto attuale, per l'Ows aumenta l'esigenza di far crescere la sua capacità di aggregazione e di stimolare l'emergere di un nuovo blocco sociale, di "occupare insieme" come propongono i sindacalisti attivi, nelle loro azioni di lotta. Analizzando le diverse modalità nelle varie città, il movimento può cercare di far convergere le rivendicazioni che chiedono nuovi posti di lavoro e meno tagli nel settore pubblico con le tematiche che stanno alla base della sua dichiarazione iniziale che afferma che: "la vera democrazia non può essere raggiunta quando il processo [democratico] è sottomesso al potere economico".
Nella lista delle constatazioni scaturite dall'assemblea di New York del 20 settembre 2011 troviamo gli elementi di un programma sociale di una certa ampiezza: "hanno preso le nostre case con mezzi illegali, pur non essendo in possesso della cartella ipotecaria iniziale" [meccanismo tipico dei subprimes]; “hanno salvato le banche arraffando impunemente i contributi dei contribuenti, mentre i dirigenti ricevevano bonus esorbitanti"; "hanno aumentato le disuguaglianze e le discriminazioni sui posti di lavoro, sulla base dell'età, del colore della pelle, del sesso e dell'orientamento sessuale"; "hanno cercato incessantemente di togliere ai/alle salariati/e il diritto di negoziare per un salario migliore o condizioni di lavoro più sicure"; "hanno bloccato decine di migliaia di studenti indebitandoli con decine di migliaia di dollari per pagare i loro studi, studi che rappresentano un diritto della persona umana"; "hanno subappaltato costantemente il lavoro, utilizzando questi subappalti come leve per ridurre il salario e le coperture sociali relative alla protezione della salute".
La lista continua, tenendo conto anche delle questioni causate dalla crisi ecologica e dalla politica dei media dominanti, quelle delle case farmaceutiche e anche degli abusi verso la forza lavoro rappresentata dai migranti. In un articolo pubblicato da Socialist Project (6 ottobre 2011) Pham Binh riporta le considerazioni di un partecipante ad una delle manifestazioni: "Mark Purcell è giunto dal centro della Pennsylvania per partecipare al OWS ed afferma di voler partecipare a tutte le occupazioni che verranno organizzate a Filadelfia. Marc dice di essersi reso conto che il sistema era completamente marcio quando lavorava in un deposito di merci a Allentown [Pennsylvania], come operaio interinale. Afferma che le imprese approfittavano degli immigrati illegali perché non avevano alcun diritto legale e non avevano protezione. Quando si è lamentato per le condizioni di lavoro, l'impresa per la quale lavorava gli ha detto di rivolgersi all'agenzia di lavoro temporaneo, che lo ha subito licenziato. Era furioso nel constatare come queste imprese subappaltavano il lavoro ed utilizzavano la situazione per sfuggire alle loro responsabilità per quanto riguarda condizioni di lavoro legali.”
A New York Jenny Brown e Mischa Gaus scrivono sul bollettino Labor Notes del 6 ottobre 2011:"A New York [il 5 ottobre] le bandiere, gli striscioni, i cappellini e le tee-shirt indicavano la presenza di lavoratori dei treni e dei bus, dei metro e di impiegati dell'amministrazione universitaria, di musicisti, di impiegati dei grandi magazzini, di insegnati e di salariati/e del settore sanitario. Ma la maggior parte dei manifestanti non sembravano essere membri di un sindacato".
E' stata comunque l'occasione per i militanti sindacali di ricordare alcuni slogan molto giusti quali "Hanno salvato le banche; ci hanno svenduti" - facendo da eco a lotte operaie, come quella contro la chiusura dell'impresa - la Republic Windows and Doors, nel 2008, a Chicago; o anche quella dei salariati del settore della telefonia fissa della grande ditta Verizon.
Ed allora, il sostegno del Local 100 del New York Transport Workers rappresenta un fatto di grande importanza alla luce dell'impatto avuto dallo sciopero del 2005. Marvin Holland, responsabile per questo sindacato dell'attività nei quartieri, e che rappresenta a New York 38'000 autisti di bus e treni, dichiara: "Noi sosteniamo Occupy Wall Street perché siamo d'accordo al 99% con quello che dicono i manifestanti. Hanno ragione al 100% quando affermano che le banche sono all'origine del problema. Abbiamo membri dal TWU (Transport Workers Union), Local 100, presenti qui fin dal primo giorno". Risorge dunque l'idea forte dell’"Occupiamo insieme".
Il presidente del sindacato Twu, Local 100, John Samuelson, durante un incontro televisivo spiega:"Vi è un clima di disperazione, io credo, tra i lavoratori e le famiglie dei lavoratori di questo paese: una situazione che non é stata recepita da coloro che governano. Vi sono molti milionari al Congresso che non hanno nessuna idea di ciò che significhi nutrire un bambino o coprire un corso di studi o anche accollarsi gli interessi di un prestito ipotecario. Molti in governo non hanno più alcun contatto con il mondo reale. Queste proteste hanno messo in luce la disuguaglianza della ricchezza negli Stati Uniti, così come si é sviluppata nel corso degli ultimi decenni. Penso che uno dei grandi vantaggi legati al fatto che il movimento operaio organizzato entri in questa lotta possa risiedere nella sua capacità di riconoscere questo messaggio.... e di articolarlo a nome delle famiglie dei salariati, siano essi sindacalizzati oppure no". C'è da sperarlo, purché la presenza sindacale non cerchi di cancellare l'aspetto plurale di questo movimento.
Con la crisi finanziaria e la confisca delle case, la parola d'ordine "Fate pagare alle banche" è diventato un punto aggregante. La congiunzione si è realizzata lo scorso 6 ottobre con l'Alliance of Californians for Community Empowerment (Acce) che nei quartieri si occupata attivamente della la difesa dall'alloggio, della salute e dell'educazione. Questo tipo di legame avviene in numerose città e suscita discussioni sulle modalità di organizzazione del movimento per garantire la presenza, durante le assemblee, dei salariati/e che hanno un lavoro ed un'organizzazione della loro vita quotidiana diversa da quella di una frazione attiva e militante del Ows.
traduzione a cura di www.mps.solidarieta.ch)
Nessun commento:
Posta un commento