giovedì 20 ottobre 2011

Fiom, la piazza della democrazia

Appuntamento a piazza del Popolo "perché il popolo si riprenda la piazza". Il sindacato di Landini accetta i divieti ma chiama a raccolta studenti, movimenti e cultura. Ma stavolta devono parlare gli operai

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“A piazza del Popolo perché il popolo si riprenda la piazza”. Maurizio Landini, a conclusione della conferenza stampa della Fiom, convocata per spiegare cosa si farà il 21 ottobre, mette l’accento sulla questione democratica e sulla necessità di opporsi ai divieti della Questura e del sindaco Alemanno. Anche se alla fine, decide di accettare proprio quei divieti collocando la manifestazione nazionale del gruppo Fiat, Fincantieri e Componentistica auto alle 9 di mattina in piazza del Popolo per una manifestazione stanziale, l’unica consentita. Dopo i fatti del 15 ottobre e dopo l’ordinanza del sindaco Alemanno che vieta per un mese cortei nel centro storico della città, la Fiom aveva proposto prima un corteo dalla stazione Ostiense fino alla Bocca della Verità e poi un altro da piazzale Flaminio fino alla Rai in viale Mazzini. Sul primo ha posto il veto Alemanno ma sul secondo è stata la Questura a dire un no secco. E così la Fiom ha deciso, “con un grande atto di responsabilità” di scegliere la manifestazione stanziale che però si trasformerà in una grande assemblea popolare “per ribadire che il divieto di manifestare non è accettabile” sottolinea Landini. Una decisione sofferta, presa infine avendo in mente la fisionomia dei manifestanti, operai e operaie che sono già in difficoltà sul posto di lavoro o che rischiano di perderlo e per i quali la Fiom non ha ritenuto possibile ipotizzare una giornata di tensione con la polizia. Soprattutto dopo il 15 ottobre.

Però la decisione brucia, il fatto che un sindacato come la Fiom – non un centro sociale o un corteo studentesco – si veda bloccato dai divieti della Polizia, è un fatto grave che deve far riflettere tutti. E allora è su questo che insiste la Fiom, sulla raccolta del numero maggiore di adesioni per riempire piazza del Popolo non solo di gente ma anche di significato. L’invito è rivolto – ed è stato già raccolto – agli studenti che nelle varie organizzazioni (da Atenei in Rivolta a Unicommon alla Link) danno già appuntamento in piazza, ai vari settori sociali e in particolare al mondo dell’informazione e della cultura. “Una piazza per la democrazia”, quindi, in cui far parlare soprattutto gli operai: i rappresentanti dei sei stabilimenti Fiat o dei sette stabilimenti della Fincantieri. Ma in cui dare espressione a una risposta più generale anche ai fatti del 15 ottobre.
Può riuscire? In parte c’è la volontà di riprendersi dallo shock di una manifestazione imponente che però è stata risucchiata da una dinamica di violenza; dall’altra c’è la sensazione che, alla fine dei conti, il diritto di manifestare sia stato limitato e la risposta non sia all’altezza della situazione. In ogni caso, il 21 ottobre in piazza del Popolo la questione democratica e il diritto a manifestare saranno rappresentati da una questione concreta, la vicenda operaia di fronte alla crisi. E’ una buona opportunità per ripartire dai soggetti reali.

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