. E' una strada dettata dall'essere "fabbrica globale" ma in crisi, incapace di risolvere i problemi di sopravvivenza se non schiacciando al massimo il lavoro e i suoi diritti. Ed è una strada che "scinde le proprie responsabilità" da quelle di una Confindustria che, per lo meno nella sua maggioranza fatta di piccole e medie imprese, ha bisogno di un quadro nazionale di riferimento più forte e coeso, in cui anche la Cgil giochi un ruolo positivo. Forse prefigura un nuovo scenario politico, forse solo un bisogno assoluto di sopravvivenza sapendo che nuovi e pesanti sacrifici avranno bisogno dell'avallo del sindacato. In ogni caso quelle di Marchionne e Marcegaglia sono due strade diverse destinate forse a non incontrarsi più.
(s.c.)
di Alberto Orioli (da Il Sole 24 Ore)
«Sono momenti in cui la serietà e la coesione del Paese sono estremamente importanti e vanno al di fuori di qualsiasi discorso politico perché sono le cose che aiutano l'Italia a riacquistare credibilità a livello internazionale che poi è la base su cui si costruisce il futuro del Paese». Susanna Camusso? Emma Marcegaglia? No, lo ha detto ieri Sergio Marchionne. Ma viene il dubbio che non sia la stessa persona che ha firmato la lettera di qualche ora fa.
4 ottobre 2011
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