mercoledì 22 giugno 2011

Quanti ipocriti sul caso Narducci


Marco Travaglio interviene sul caso del pm di Calciopoli diivenuto assessore nella giunta De Magistris. Ed elenca tutti i magistrati impegnati in politica su cui il Pdl non dice nulla
Marco Travaglio
da l'Espresso
Dunque per il Pdl, per pezzi di Pd e di Fli, ma anche per il Csm e per l'Anm, è uno scandalo che il pm dell'Antimafia napoletana Giuseppe Narducci si metta in aspettativa e diventi assessore ai Diritti, sicurezza e trasparenza della nuova giunta De Magistris. Il vicecapo dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello, seguito a ruota da Cicchitto e Gasparri, annuncia l'ennesima legge su misura, stavolta contra personam, per impedire che il caso abbia mai più a ripetersi. E va compreso: il Pdl, come sindaco di Napoli, aveva candidato un imputato per truffa e falso, Lettieri, sponsorizzato da un imputato per camorra, Cosentino.

Michele Vietti, già sottosegretario di Berlusconi e deputato Udc, ora vicepresidente del Csm, esprime "tutta la contrarietà del Consiglio a che i magistrati assumano incarichi amministrativi", invocando "una legge che lo impedisca". E anche lui va capito: con tutti gli amministratori condannati e imputati che ha sostenuto il suo partito (dall'ex governatore Cuffaro in giù), la presenza di pm nelle istituzioni lo disturba. Luca Palamara, presidente dell'Anm, dice: "Il magistrato non accetta incarichi politico-amministrativi nel luogo in cui esercita l'attività". Che strano: decine di magistrati siedono comodamente (e lautamente retribuiti) nei ministeri del governo Berlusconi e nessuno obietta. Il capo dell'Ufficio legislativo di via Arenula, Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa, distaccata al ministero dal lontano 2001 al servizio di Castelli, Mastella, Scotti e Alfano, partecipa ai vertici a Palazzo Grazioli, residenza privata del premier, e nessuno dice nulla.
Il Pdl vuol nominare Guardasigilli al posto di Alfano il pm veneziano Carlo Nordio, e nessuno fiata. Poi, se il pm Narducci, noto per le grandi inchieste su camorra e politica (vedi il caso Cosentino) e su Calciopoli, rinuncia a uno stipendio di 5.800 euro per diventare assessore a 3.500, è uno scandalo nazionale. Così come lo fu la candidatura nell'Idv alle regionali pugliesi di Lorenzo Nicastro, ex pm a Bari e ora assessore all'Ambiente nella giunta Vendola. Possibile che il problema nasca solo quando c'è di mezzo Di Pietro? Magistratura associata e Parlamento sono liberi di regolamentare l'accesso delle toghe a cariche politiche, elettive e amministrative (che son cose diverse). Magari vietando, se la Costituzione lo consente, il ritorno in magistratura di chi s'è dato alla politica o all'amministrazione. Ma dovrebbero farlo una volta per tutte, cominciando da casa propria, anziché in casa del "nemico".
Le polemiche del Pd su Nicastro erano un caso di doppiopesismo: proprio i democratici han fatto eleggere un ex pm, Michele Emiliano, a sindaco di Bari (uno dei più efficienti e popolari d'Italia). E così gli attacchi del Pdl a Narducci: nel 2005 Berlusconi voleva candidare a sindaco di Napoli l'ex pm Arcibaldo Miller, che rinunciò solo perché il partito si spaccò. Lo sanno Quagliariello, Gasparri e Cicchitto chi è il sindaco Pdl di Castellammare di Stabia (Napoli)? Il pm napoletano Luigi Bobbio, che nel 2001 passò direttamente dalla Procura al Senato per poi, una volta trombato, entrare nello staff della ministra Meloni e diventare presidente di An a Napoli. E lo sanno chi è il vicesindaco Pdl di Giugliano (Napoli)? Il giudice Antonio Panico del Tribunale di Napoli.
Forse bisognerebbe distinguere fra gli incarichi tecnici, come gli assessorati alla legalità in zone ad altissima densità criminale come Napoli, e quelli politici. Nel qual caso chi è senza peccato scagli la prima pietra. Su 12 magistrati eletti in Parlamento (contro i 20 del '94, i 23 del '96, i 12 del 2001), 6 sono del Pdl (Caliendo, Centaro, Giuliano, Mantovano, Palma e Papa) e 6 del Pd (Carofiglio, Casson, Della Monica, Ferranti, Finocchiaro, Tenaglia). Un'inezia rispetto alla quota pregiudicati (22) e indagati-imputati (un'ottantina, compresi gli onorevoli magistrati Caliendo e Papa, inquisiti rispettivamente per la P3 e la P4). Ma lo scandalo è Narducci assessore. "A Napoli", tuona Quagliariello, "auspichiamo un corale e trasversale sussulto di dignità contro uno scempio che impedisce all'Italia di essere un Paese normale". In effetti le altre democrazie tolgono i diritti civili ai condannati. L'Italia ai magistrati.

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