domenica 5 giugno 2011

BASSEM TAMIMI, AL VIA IL PROCESSO OGGI A OFER


Il coordinatore del comitato popolare palestinese del villaggio di Nabi Saleh, arrestato dall'esercito israeliano a gennaio poche ore prima di un incontro ufficiale con diplomatici europei, appare oggi davanti alla corte militare di Ofer. Dopo oltre due mesi di detenzione amministrativa.

Ramallah, 05 giugno 2011 – Nena News – foto Oen Ziv, Activestill- Inizia oggi, domenica, il processo dell’attivista palestinese Bassem Tamimi, coordinatore, dal 2009,  delle proteste del venerdì nel villaggio della Cisgiordania di Nabi Saleh.
Bassem, che ha già trascorso oltre due mesi nelle carceri israeliane, apparirà davanti alla corte militare della prigione di Ofer (che si trova su territorio occupato palestinese) per difendersi dalle accuse di “incitamento al lancio di pietre, organizzazioni di manifestazioni illegali, aver disobbedito alla richiesta dell’autorità israeliana di presentarsi agli interrogatori, e infine di aver ostruito la giustizia, fornendo ai giovani palestinesi del villaggio indicazioni utili su come comportarsi in caso di arresto”.

Ovviamente Bassem 44 anni si dichiarerà non colpevole delle accuse a lui imputate. Ma ammetterà di aver organizzato manifestazioni contro l’espansione delle colonie (illegali secondo il diritto internazionale).Arrestato il 24 marzo dopo un massiccio raid delle forze armate nel villaggio, proprio mentre si preparava ad incontrare da lì a poco diplomatici europei, la sua detenzione è stata estesa a tempo indefinito da una corte militare: infatti il giudice ha ordinato che l’attivista rimanga in carcere fino alla fine del processo legale.
Una storia già vista che ricalca quanto già accaduto a Abdallah Abu Rahme, il coordinatore delle proteste popolari nonviolente del villaggio di Bi’lin, sempre in Cisgiordania. Anche le accuse a Bassem si basano su confessioni estorte a minorenni del villaggio. In particolare le sue accuse si fondano sulle testimonianze di un ragazzino di 14 anni, IslamDar Ayyoub, preso dal suo letto a Nabi Saleh, arrestato nella notte del 23 gennaio e interrogato subito dopo: nell’interrogatorio Islam ha dichiarato che Bassem Tamimi organizza gruppi di giovani del villaggio in “brigate”, ognuna con uno specifico compito durante le manifestazioni (bloccare le strade ai soldati, tirare le pietre e così via…). In realtà l’interrogatorio su Islam è stato condotto in aperta violazione a quanto stabilito dalla Legge israeliana sull’arresto dei minori: non gli è stato consentito di dormire prima dell’interrogatorio, non ha avuto un supporto legale durante il suo arresto né dopo, né è stata consentita la presenza di un familiare. Metodi applicati quasi sistematicamente nel corso degli interrogatori, che mettendo sotto pressione i minorenni, portano a confessioni estorte con le minacce e la violenza, se non sempre fisica, quantomeno psicologica.  Negli ultimi due mesi, l’esercito ha arrestato 24 residenti di Nabi Saleh di cui la metà minori di 18 anni, il più giovane solo un ragazzino di 11 anni. (vedi l’articolo http://www.nena-news.com/?p=7538)
Come nel caso di Abdullah Abu Rahme, anche in questo caso ci sono motivazioni politiche. L’arresto di Tamimi rappresenta la volontà, attraverso arresti e intimidazioni condotti con sistematicità, di indebolire le proteste nonviolente e minare alla base la sopravvivenza dei comitati popolari.
Nabi Saleh, 15 km a nord di Ramallah, si ritrova soffocato dal vicino insediamento illegale di Hallamish, “una colonia ideologica” come l’ha definita il gruppo Peace Now: un insediamento nato nel 1977 su 187 acri di terra di cui 61 sottratti ai residenti di Nabi Saleh e che oggi “ospita” 981 coloni. Nel 2009, Hallamish ha iniziato ad espandersi ulteriormente, annettendo ancora più terra palestinese, generando come risposta da parte palestinese, regolari manifestazioni nonviolente il venerdì, a cui sono seguite repressioni, arresti, intimidazioni da parte delle forze armate. Si deve principalmente a  Bassem, insieme a sua mogli Nariman e suo fratello Naji, l’inizio d queste proteste.
Come organizzatore delle proteste di Nabi Saleh e coordinatore del comitato popolare del villaggio, Tamimi è stato più volte oggetto di vessazioni da parte dell’esercito militare israeliano: da quando sono iniziate le proteste, la sua casa è stata perquisita e messa sottosopra diverse volte, sua moglie arrestata due volte, e due dei suoi figli feriti: Wa’ed, di 14 anni è rimasto in ospedale alcuni giorni perchè ferito da un proiettile di gomma, penetrate nella sua gamba e Mohammed di 8 anni, ferito alla spalla da un candelotto di gas lacrimogeno. Inoltre nel tentativo di punire il villaggio per aver dato vita alle manifestazioni, l’amministrazione civile israeliana ha presentato ad almeno 10 famiglie ordini di demolizione per le loro abitazioni (perché si trovano in area C senza regolare permesso di costruzione*), e anche la casa di Tamimi era tra quelle, nonostante fosse stata costruita nel 1964 e solo successivamente ampliata (nel 2003) come avviene in molte case palestinesi della Cisgiordania e di Gerusalemme Est. Nena News
* Nabi Saleh  fu sezionata in due parti, area B e area C nel 1967, lasciando così alcuni dei suoi 500 abitanti sotto il totale controllo, sia militare che amministrativo, delle autorità israeliane

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