lunedì 27 giugno 2011

Camusso chiede mandato a chiudere.

No della Fiom. La proposta Cgil: sì alle deroghe se approva il 50% più uno dei sindacati o Rsu. Si va al voto dei lavoratori solo con le Rsa. Tregua degli scioperi in caso di accordi. Landini: un errore
Sa.Can.
Susanna Camusso chiede il mandato del Direttivo nazionale della Cgil per firmare martedì l'accordo con Confindustria e Cisl e Uil su contratti e rappresentanza. Una richiesta avanzata senza la presentazione di alcun documento, "a voce", e che ha fatto infuriare il segretario della Fiom, Maurizio Landini. Il segretario generale della Cgil ha illustrato le grandi linee su cui martedì sarà chiamata a decidere se firmare o meno il nuovo "patto sociale". Mentre scriviamo il direttivo nazionale della Cgil non si è ancora pronunciato ma a quanto siamo in grado di apprendere la proposta di Susanna Camusso ai membri del più alto organo della Cgil è di dare il via libera alle deroghe al contratto nazionale per contratti di secondo livello approvati dal 50% più 1 dei sindacati aziendali i cui iscritti siano certificati. Nessun voto dei lavoratori su tali accordi a meno che in azienda non siano presenti solo le Rsa, le Rappresentanza sindacali aziendali, cioè i delegati nominati direttamente dai sindacati e non eletti. In caso di presenza di Rsu vale il criterio del 50% più uno. Per garantire la cosiddetta esigibilità degli accordi, cioè limitare le proteste dei sindacati che non firmano, si propone una "tregua dello sciopero" successiva all'accordo.

Contro un mandato «a scatola chiusa» e per un accordo gestito con «troppa fretta» si è espresso Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. «Illustrar le linee generali - ha spiegato Landini - non basta quando, in un accordo, anche spostare una virgola ha il suo peso». Landini ha accusato in particolare il "doppio regime" previsto dall'accordo per la validazione di un contratto nel caso che ad approvarlo siano Rsu o Rsa. «Dopo la battaglia per la democrazia fatta nelle fabbriche e il nuovo scenario politico che ci parla di una nuova volontà di partecipazione nel paese il sindacato decide di acconsentire alle Rsa che non vengono elette dai lavoratori ma nominate. C'è un gap di democrazia», dice. E rimarca non solo «la fretta con cui si vorrebbe chiudere l'intesa» che di fatto ipotecherebbe, pesantemente, per la Fiom, una possibile vittoria al processo contro La Fiat e l'accordo separato su Pomigliano, in calendario il 16 luglio a Torino, ma anche la differenza con altri accordi storici firmati con la partecipazione delle categorie alle decisioni finali, non contro.
A votare decisamente contro è Giorgio Cremaschi, della minoranza interna perché la richiesta di mandato avanzata dal segretario della Cgil "è un grave errore e tornare da Cisl e Uil significa rompere con il movimento di quest'anno".

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