domenica 4 marzo 2012

"Sto con i partigiani della valle"


La testimonianza di Don Gallo che si schiera senza mezzi termini con la "resistenza" Notav e invita il governo ad ascoltare davvero la protesta
«Io sto con chi protesta contro la Tav, sto con i "partigiani" della Valle che hanno scelto la democrazia e la difesa della salute contro affari e cricche». Don Andrea Gallo, fondatore della comunità di San Benedetto al Porto, sta dalla parte delle persone che «lottano per la verità contro un'opera inutile, pericolosa e disastrosa». «Da quelle parti c'è uno spirito di libertà -sottolinea all'Adnkronos il prete di strada - nelle catacombe del convento dei frati di Susa c'era la sede del comitato di Liberazione nazionale. Questa è una vera e propria resistenza per il futuro dell'ambiente e della democrazia». «In quella Valle hanno creato una rabbia, e non sarà facile farla rientrare», rimarca don Gallo. Che punta il dito contro chi condanna il Movimento, chiamando in causa Palazzo Chigi: «Perchè il governo non ascolta i veri comitati della Val di Susa? Come si fa a non sentire la voce del popolo e poi andare a Bruxelles a difendere questa cattedrale inutile dell'alta velocità? Monti e i suoi ministri dovevano fare il punto con la popolazione e gli esperti, e invece non hanno ascoltato nessuno. Il grido al governo è forte: fate una tregua, e ascoltate i comitati». «Sono un antico membro del comitato No Tav -aggiunge il sacerdote genovese - e sono convinto che l'opera che si vuole realizzare contro la volontà popolare sia inutile. Lo diceva già "l'Economist" a settembre 2011, senza dimenticare i 360 professori universitari che da anni sostengono questa tesi». «Assurdo -ragiona don Gallo- pensare a una spesa così alta per una cosa senza senso, quando da decenni abbiamo i treni dei pendolari che non funzionano».
«Questa -ribadisce don Gallo - è perciò una protesta emblematica anche perchè ha superato i confini del territorio: è una rivolta nazionale delle coscienze contro un enorme sopruso. C'è chi non vuol essere schiavo delle cattedrali nel deserto». Per il prete partigiano, «il vero scontro oggi in atto in Italia è quello tra economia e democrazia». Don Gallo ne ha anche per il partito di Bersani: «Come fa il Pd a sostenere che la Tav è un'opera strategica? L'unica cosa su cui si compattano i democratici è l'alta velocità. Si fa finta di non sentire ciò che dice la maggioranza dei sindaci della Valle, che peraltro è del Partito democratico. È una vergogna - rincara la dose - difendere un interesse che è tutto francese. A noi questa presunta grande opera non importa». «Il fatto che nessuno voglia discutere, questa è violenza - sostiene don Gallo - si vergogni chi parla di manifestanti violenti e tira fuori pure le poesie di Pasolini. Non ce l'ho con il singolo poliziotto: la mia accusa va alla scala di comando delle forze dell'ordine. Sono contro le violenze vandaliche - sottolinea - ma non si può cancellare un movimento ventennale e una coscienza democratica». «Ai violenti dico che occorre dialogare per non offrire alibi al potere -sottolinea il prete di strada - ma anche i poliziotti non devono istigare violenze. Andrò presto in Val di Susa -conclude don Gallo - la bussola lì è la Costituzione. Il "laboratorio" del dissenso è nazionale, si sta muovendo contro bande e affari. Il processo è iniziato e non si torna indietro».

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