venerdì 2 marzo 2012

La giornata dei blocchi


Iniziative di solidarietà con la Val di Susa. A Roma occupata sede del Pd e poi binari e strade mentre la protesta della Valle si mescola allo sciopero dei migranti
Checchino Antonini
La parola d’ordine è ancora “Blocchiamo tutto” ed è agita dalla Valsusa fino in Calabria. L’ora X: le 18. Ma la notte sarà «lunga e calda», avverte la radio torinese. Nell’epicentro della contestazione, l’assemblea di ieri notte ha dato un appuntamento a Bussoleno. La composizione è molto valligiana. In serata la gente, diverse centinaia di persone, si muove prova a premere nei prati e a raggiungere l’autostrada che va a Bardonecchia. Poco prima viene bloccata anche ad Avigliana in direzione Valle. Si grida «Luca, Luca!». Emozione e tensione. «C’è bisogno di fare qualcosa di sostenibile e praticabile dai numeri più ampi. La gente non si può far massacrare tutti i giorni come ieri», si sente dire dai microfoni di Radio Blackout, l’emittente antagonista torinese, voce del movimento notav. L’invasione dell’autostrada, l’ennesima, inizia i diretta alle 20.18.
Dalle altre città arrivano le notizie di una protesta diffusa.
Nel capoluogo torinese, un centinaio di persone, nel pomeriggio, blocca la sede Rai, a Rivoli un’altra trentina occupa lo svincolo della tangenziale per il terzo giorno. Intanto, in centro, il corteo muove proprio dalla sede Rai. Tra le bandiere No Tav, quelle di Sinistra critica e Rifondazione. Si prenderanno il binario 16, quello delle Frecce, a Porta Nuova. Lungo la strada non ci sono i segni di intolleranza che a qualcuno piacerebbe.
Nelle stesse ore la tensione è alla Centrale di Milano: quando i manifestanti sbucano dalla stazione vengono caricati per «alleggerimento», come s’usa dire. A Brescia il Blocchiamo tutto si fonde con lo sciopero migrante che in città ha ormai qualche tradizione. Cariche a freddo ad Ancona prima ancora che succedesse qualcosa. Chi manifesta a Pescara ricorda bene la battaglia vincente contro il terzo traforo sul Gran Sasso: «mega opera che presentavano come indispensabile e di cui ora nessuno sente la mancanza. I fumogeni - già in mattinata - alzavano i pennacchi dal Ponte Etiopia, porto di Genova a Sampierdarena. Il secondo presidio in poche ore dopo il blitz a Principe e prima dell’invasione di Brignole, l’altra stazione, e il ritorno in corteo a De Ferrari. Occupazione a Bologna della Tangenziale e prima ancora dei viali e di un punto Rfi alle spalle della stazione. Sono state tutte riprese dalla polizia scientifica e sono ora al vaglio degli investigatori le immagini dei manifestanti usciti dalla sede del Pd a Roma, dove una trentina di giovani avevano fatto irruzione con uno striscione - «Pd, profitti democratici». La protesta è durata circa un’ora, poi i manifestanti sono partiti in corteo per il centro di Roma fino a raggiungere la metro Spagna, diretti all’università Sapienza. S’è protestato di fronte alla sede centrale di Fs e a Porta Maggiore e domani si replica: corteo da Piazzale Tiburtino.

Bloccato lo svincolo dell’A19, Palermo-Catania, all’altezza di via Oreto e un poì più a nord i centri sociali si prendono i binari alla Stazione di Paola, in Calabria. Se si compila l’elenco - Trento, Firenze, Modena, Viareggio, Padova, Pisa, Empoli, Alessandria, Brindisi, Novara, Pistoia, Salerno - è solo per dare la misura dell’ampiezza della mobilitazione. Un centinaio di attivisti, alle 19.20 camminava lungo i binari ferroviari della linea Alta Velocità tra piazza Garibaldi e Gianturco. Corteo a sorpresa anche a Bergamo e paralizza la circonvallazione.
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Dal Cto di Torino, il bollettino medico della sera dice che le condizioni di Luca Abbà, il contadino che difendeva la terra che gli dava vivere, precipitato l’altroieri da un traliccio, sono stabili. E’ sempre in coma farmacologico, ventilato, con supporto della funzione cardiocircolatoria e si registra un miglioramento della funzione renale.Dopo una risonanza magnetica ha iniziato la progressiva riduzione della sedazione. Un altro che s’è fatto male è Alberto Perino, uno dei volti più noti. Lui può raccontarla: «Sono stato caricato dalla polizia e percosso con i manganelli. Adesso sono in ospedale a Susa e mi dicono che ho una frattura a un gomito. Quando è partita la carica una ragazza a fianco a me è caduta. Io sono tornato indietro per cercare di aiutarla ma a quel punto sono stato caricato e manganellato. Per fortuna un carabiniere grande come un armadio mi ha preso da parte, mi ha portato verso il guardrail e mi ha fatto scudo». La ragazza caduta vicino a lui «ha le gambe fratturate. Di feriti - dice Perino - ce ne sono tantissimi. E non tutti si sono fatti medicare a Susa». La questura dice solo i suoi feriti”: ne ha contati 29.
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Chi dà la linea alla politica è esplicitamente il Viminale: si minaccia «determinazione» contro chi osa opporsi alla legalità mafiosa delle grandi opere. Un comunicato congiunto della ministra Cancellieri con le autorità locali e i vertici delle forze di polizia rammenta che «Ogni violazione della legalità è un danno grave, anche economico, al Piemonte e all’Italia». La Cancellieri e Manganelli fanno sapere che andranno avanti e il sindaco di Torino, Fassino, ringrazia per la «sintonia su tre punti: il carattere strategico dell’opera e l’impegno a realizzarla; la disponibilità al dialogo solo con chi voglia contribuire alla realizzazione dell’opera e non al suo annullamento». Sennò le coop “rosse” che ce l’hanno mandato a fare sotto la Mole? Gli imprenditori locali si rammaricano per il previsto impedimento agli sciatori che vogliano andare nelle Valli Olimpiche e gli industriali di Torino - «Quella che si è venuta a creare è una situazione intollerabile, di conclamata illegalità che va risolta al più presto e resa stabile nel tempo» - parlano come quello di “Contessa” di Pietrangeli. E se pensano che il movimento si salderà allo sciopero del 9 marzo, i padroni torinesi hanno un travaso di bile.
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Anche la polizia fa politica, tra una carica e l’altra, e l’associazione dei funzionari, Anfp, suggerisce di reintrodurre il reato di blocco stradale: «L’articolo 16 della costituzione prevede che “ogni cittadino può circolare liberamente”: dunque i blocchi sono una palese e diretta violazione della Costituzione italiana». Dunque, a sentire certi poliziotti manifestare è incostituzionale? Ecco cosa accadde dopo secoli di cattiva informazione, di opacità degli apparati e di separatezza dalla società civile. Accade che qualcuno dovrebbe insegnare la buona educazione civica ai cittadini in divisa. Fa il giro del web l’agghiacciante video dell’irruzione di alcuni servitori dello stato in un bar-trattoria di Chianocco nel quale si erano rifugiati molti No Tav dispersi dalle cariche. Per molto meno, a Genova 20001, c’è chi s’è beccato devastazione e saccheggio. L’Arma ha spiegato ai proprietari le procedure da seguire per ottenere il risarcimento dei danni.

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