mercoledì 28 marzo 2012

Monti sta con le banche, occupyamo Piazzaffari


Un appello per la partecipazione alla manifestazione del 31 marzo a Milano. Rivolta il debito e Collettivi universitari insieme per l'annullamento del debito, la difesa dell'articolo 18 e per uno "stato di agitazione permanente"
L’Italia è già in recessione e il debito crescerà anche nel 2012. Tra qualche mese ci chiederanno “nuovi sacrifici”. Nel frattempo le banche continuano ad essere finanziate all’1% dalla Bce e comprano titoli di stato con rendimento del 5% in media. Il governo Monti è il governo “salva banche”, altro che salva Italia.
Un governo il cui aggettivo “tecnico” maschera la natura politica neoliberista e la maggiore capacità dell’esecutivo di applicare i diktat della Bce, proteggendo gli artefici della crisi e colpendo lavoratori, donne, giovani, studenti, precari, servendosi della minaccia di default. In questi giorni in particolare l’attacco verso l’articolo 18 e in generale verso tutti i diritti acquisiti dopo anni di lotte nel mondo del lavoro si fa sempre più pesante.
Contro un Presidente del Consiglio che, quando ancora si aggirava tra i corridoi delle grandi banche internazionali, ha indicato il piano Marchionne e la riforma Gelmini come la direzione da seguire in ambito lavorativo e della formazione; contro un governo che, insieme al gotha della finanza internazionale e alle istituzioni europee, si rende responsabile anche delle terribili misure che vengono imposte alla Grecia e che stanno di fatto portando un intero popolo verso la povertà estrema
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Siamo quindi decisi a scendere in piazza il 31 Marzo a Milano alla manifestazione Occupyamo Piazza Affari. Ci sentiamo parte di un movimento mondiale iniziato con le rivoluzioni arabe e con la resistenza del popolo islandese e greco, poi con la sollevazione della Spagna e del movimento Occupy. A Milano andremo con lo spirito di chi vuole costituire un movimento internazionale, un primo passo per non tornare indietro.
Rivendichiamo il diritto a non pagare questo debito, vogliamo scendere in piazza per dire che oggi difendere la democrazia vuol dire anche costruire dal basso un processo di Audit sul debito pubblico italiano, che mostri a tutti i cittadini come questo si è formato, chi lo detiene e chi su esso continua a speculare. Ci rifiutiamo di pagare un debito pubblico prodotto in gran parte per sostenere i profitti e le rendite private, così come non accettiamo i piani di austerity che si vogliono portare avanti in tutta Europa, che continuano ad aggravare la crisi a vantaggio dell’1%. E’ ora che il 99% si rivolti!
Su questi contenuti daremo vita a uno spezzone aperto e comunicativo, che rilanci la mobilitazione permanente contro il governo Monti e le politiche di austerità; uno spezzone attraversato da molteplici soggettività, che dica basta a quella forma di pagamento indiretto del debito che colpisce in particolare le donne, sempre più costrette ad abbandonare il posto di lavoro per ritornare ad occupare un ruolo di cura e assistenza familiare anche a causa del progressivo taglio dei servizi sociali; uno spezzone che rivendichi lavoro, reddito, casa, diritti e che rilanci la creazione di una commissione popolare di Audit sul debito pubblico per costruire un ampio fronte sociale in grado di mandare a casa il governo delle banche.
Questa manifestazione deve essere solo il primo passo per la costruzione di un movimento largo, che coinvolga anche le mobilitazioni operaie che si stanno svolgendo in questi giorni per la difesa dell'articolo 18, e che punti a creare uno stato di agitazione permenente contro le politiche di austerità e l'attacco ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
Non paghiamo il debito, rivoltiamolo!
Rivolta il Debito
AteneinRivolta - Coordinamento Nazionale dei Collettivi

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