La decisione del governo Berlusconi di anticipare
la manovra, rispondendo così ai diktat di Bce e "mercati
internazionali" svela le ipocrisie e le litanie dell'ultimo mese: la
crisi economica si traduce in quello che era lecito immaginarsi,
l'ennesimo "massacro sociale" prodotto dalla corsa sfrenata ai profitti
di un capitalismo al palo che non riesce a garantire più nè benessere né
un futuro degno.
Negli ultimi due decenni il capitalismo, grazie alla spinta delle
politiche dominanti, portate avanti da governi di centrodestra e
centrosinistra - vedi Obama - ha cercato di salvare sé stesse e la sua
assenza di spinta propulsiva accumulando una valanga di debiti. Per
evitare il collasso del sistema, i governi si sono accollati la mole di
questi debiti trasferendoli sui bilanci pubblici. Oggi il conto è
presentato a lavoratori e lavoratrici, a giovani precari e precari, a
donne e pensionati. Significativo che l'anticipo della manovra passi
essenzialmente per la revisione delle detrazioni fiscali per i soggetti
più deboli e per la "riforma" del sistema assistenziale. La più dura
manovra di sempre minaccia ora di gettare sul lastrico milioni di
persone mentre allo stesso tempo neanche un euro viene prelevato dalle
tasche delle fasce più ricche.
E' la maggioranza della popolazione che deve garantire i profitti
accumulati nel corso di molti anni e quelli ancora da accumulare.
A questa decisione, "ordinata" dalla Bce e dai suoi controllori,
l'opposizione parlamentare non sa cosa rispondere, balbetta frasi
incomprensibili oscillanti tra il senso di responsabilità ordinato dal
presidente Napolitano e la necessità di segnalare una diversità che non
esiste. In Parlamento non c'è alternativa e quindi è illusorio
attendersi qualsiasi segnale interessante.
Il Parlamento italiano è controllato, di fatto, dalle banche centrali e da quelle private.
E segnali inquietanti giungono dal fronte sindacale dove la Cgil è
arrivata a farsi "commissariare" dalla Confindustria in una corsa alla
"responsabilità nazionale" fatta di pareggio di bilancio costituzionale,
privatizzazioni e liberalizzazioni, riforma del mercato del lavoro. Ora
che il governo ha deciso di andare davvero in questa direzione - tra
l'altro applicando il pareggio di bilancio in Costituzione e quindi
decidendo di appendere le sorti del Paese alle volontà dei "mercati",
cioè della grande finanza e della speculazione - come farà la Cgil a
giustificare una sua contrarietà?
La situazione è davvero grave ma per i motivi opposti a quelli
proclamati su stampa e tv. La durezza delle manovre in corso, 30
miliardi si annunciano per il 2012 ma circa 100 miliardi di tagli
saranno attuati da qui al 2014, significano povertà, disoccupazione,
sfruttamento, indigenza per milioni di lavoratori e lavoratrici, di
giovani e pensionati. Una risposta è necessaria e altrettanto urgente.
Se una sinistra di classe e alternativa, cioè davvero indipendente
dalla complicità di sistema del Partito democratico, esiste deve
incontrarsi e decidere una mobilitazione all'altezza della situazione,
compreso uno sciopero generale e generalizzato di massa ed efficace.
Sinistra Critica è pienamente impegnata nella costruzione
dell'iniziativa "Dobbiamo fermarli", l'appello sottoscritto da esponenti
del sindacato, Cgil e di base, studenti, attivisti sociali, militanti
politici, singole personalità che sta viaggiando ormai verso le 1000
adesioni. Un appello che invita a riunirsi a Roma il 1 ottobre per
costruire una grande manifestazione nazionale il prossimo 15 ottobre.
Un appello che vede al centro la richiesta di "non pagare il loro
debito", di tagliare le spese militari, di difendere e riconquistare le
conquiste del mondo del lavoro, di tutelare i beni comuni e di estendere
la democrazia. Se davvero si vuole risanare il bilancio dello Stato si
prendano i soldi dove non sono mai stati presi, dai profitti e dalle
rendite con una Patrimoniale capillare ed efficace contro le grandi
ricchezze palesi e occulte.
Ma la mobilitazione deve partire prima, già alla fine di agosto con
assemblee, incontri, sit-in, azioni simboliche e tutto quanto riesca a
manifestare un'opposizione sociale e diffusa alle manovra economiche
dell'establishment. Anche per questo invitiamo tutti a partecipare al
seminario nazionale che Sinistra Critica terrà a Trevi (Foligno, Umbria)
dal 15 al 18 settembre.
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