COMUNICATO STAMPA
Cambiare rotta si può e si deve
Con il voto di 28 milioni di persone ai referendum di giugno, i cittadini italiani hanno chiaramente indicato alla politica la direzione da prendere:
-
rispetto giuridico dei quesiti, ancora da attuare, da
parte delle
istituzioni nazionali e locali;
- inversione di rotta rispetto al neoliberismo, per una nuova stagione di tutela dei beni comuni che non possono soggiacere ai voleri delle agenzie di rating e della speculazione finanziaria;
- espansione e non restrizione delle garanzie democratiche e di partecipazione dei cittadini nelle istituzioni pubbliche.
- inversione di rotta rispetto al neoliberismo, per una nuova stagione di tutela dei beni comuni che non possono soggiacere ai voleri delle agenzie di rating e della speculazione finanziaria;
- espansione e non restrizione delle garanzie democratiche e di partecipazione dei cittadini nelle istituzioni pubbliche.
Nel
percorso che ha portato ai referendum, il Forum Italiano
dei
Movimenti per l'Acqua ha avuto come compagni di strada
moltissime
associazioni e realta' di base del mondo ambientalista,
cattolico,
del volontariato, di sinistra e del sindacato, e anche
enti locali e
qualche forza politica. Realta' diverse, che si sono unite
perche'
diventate consapevoli della necessita' di porre un freno
alla rapina
dei beni comuni e dei servizi pubblici, a partire
dall'acqua.
Questo
lungo periodo di regressione economica, in larga misura,
non è
imputabile all'economia reale del nostro paese - ancora
molto legata
alla produzione manifatturiera e a circuiti locali di
mercato - ma è
causata dal modello economico dominato dalla volatilità
dei titoli
in borsa, e dallo strapotere di organismi economici non
elettivi
europei e internazionali. Gli stessi che oggi usano la
"crisi"
come alibi per ottenere dalle nazioni misure inutili a
superarla e
devastanti per la sopravvivenza dello stato sociale.
Con
il documento presentato al Governo il 4 agosto dalle
"parti
sociali" (Confindustria, banche, sindacati confederali) si
chiedono una serie di misure di matrice liberista tra le
quali spicca
"
un
grande piano di privatizzazioni e liberalizzazioni da
avviare
subito.[...] Avviare la dismissione e la
valorizzazione
del patrimonio pubblico, con un piano articolato negli
anni.
Incentivare gli enti locali a dismettere patrimoni
immobiliari e
società di servizi [...]."
E'
un attacco alla Costituzione, allo stato sociale, ai
beni comuni,
diretto contro i lavoratori e le fasce sociali più
deboli, e contro
i cittadini italiani, la maggioranza assoluta dei quali,
con la
vittoria nei referendum di giugno, ha espresso la
volonta' di non
lasciare al mercato la gestione dei beni e dei servizi
pubblici.
Queste
sono le vere parti sociali che il Governo e tutta la
politica devono
ascoltare.
Chiediamo alla CGIL, in quanto aderente al percorso referendario, di ritirare la propria firma dal documento presentato, e al Governo e a tutte le opposizioni di non ascoltare le cattive sirene di ricette che possono solo aggravare e rendere irreversibile la regressione economica in cui ci troviamo.
Chiediamo alla CGIL, in quanto aderente al percorso referendario, di ritirare la propria firma dal documento presentato, e al Governo e a tutte le opposizioni di non ascoltare le cattive sirene di ricette che possono solo aggravare e rendere irreversibile la regressione economica in cui ci troviamo.
Cambiare
rotta
si puo' e si deve, subito.
FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA
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