mercoledì 16 maggio 2012


Prossima fermata, Francoforte


Grande fibrillazione per l'organizzazione di "Blockocupy Francoforte", una prima occasione delle resistenze all'austerità di mobilitarsi sul piano europeo. Tra divieti e occasioni di confronto
Piero Maestri
Mentre l’indignazione torna nelle piazze di diversi paesi europei (e non solamente europei), sta entrando nel vivo la preparazione alle giornate di mobilitazione contro la Bce di Francoforte – dal 17 al 19 maggio. Le autorità cittadine e le forse dell’ordine tedesche stanno cercando in ogni modo di impedire questa mobilitazione, vietando le iniziative di protesta, rendendo difficile la permanenza nei parchi dove dovrebbe trovare porto il “quartier generale” della protesta (e l’ospitalità dei manifestanti) e emettendo ordinanze restrittive a militanti tedeschi per vietare loro il soggiorno e la presenza a Francoforte nei giorni delle iniziative – mentre non sono al momento previsti blocchi alle frontiere.
Malgrado queste prese di posizione – e mentre le reti organizzatrici continuano ad affermare il diritto a manifestare e insistono nella trattativa perché tale diritto sia riconosciuto - l’atmosfera politica verso quell'appuntamento si scalda. Le giornate di Francoforte sono in qualche modo il culmine delle giornate cominciate il 1 maggio globale e proseguite con la ripresa de l@s indignad@s in Spagna e in altri paesi. In un dibattito politico segnato dai risultati elettorali dei diversi paesi europei (Francia, Grecia, Germania, ma anche Italia) – che puniscono chi sta governando applicando le politiche di austerità e in generale i partiti tradizionali (ovunque cresce l’astensione e il voto a liste che posso essere in modi diversi considerate “di protesta”) – la ripresa delle mobilitazioni di piazza, il “Take the square!”, assume un significato ancora più interessante e importante: decine di migliaia di donne e uomini, soprattutto giovani, in Europa dichiarano di non voler delegare a nessuno le decisioni sulle proprie vite. Democrazia reale, welfare, diritti per lavoratrici e lavoratori, smilitarizzazione della politica e dei territori – tutte istanze che oggi partono e mettono al centro la protesta contro il capitale e i mercati (non solamente finanziari) e il rifiuto di pagare la loro crisi e il loro debito.

Francoforte è importante anche perché potrebbe rilanciare un processo di collegamento tra i movimenti europei direttamente sul piano della mobilitazione, dopo la crisi dell’esperienza dei forum sociali europei – crisi dovuta anche, se non soprattutto, alla difficoltà e scarsa capacità di sviluppare lotte sociali a livello continentale e connessioni tra i movimenti esistenti. Un appuntamento di mobilitazione diretta europea che rappresenta il terreno appropriato di sperimentazione di una sinistra anticapitalista europea che non potrà certamente collocarsi sul terreno di una “critica costruttiva” nei confronti dei vari centrosinistra nazionali, ma che ha un senso ed un’utilità se riesce a intercettare i processi di radicalizzazione giovanile e le resistenze sociali e popolari in corso, provando a dare loro risposte programmatiche di classe e alternative alla crisi in corso. Una sinistra anticapitalista che a Francoforte si vedrà nelle strade e nelle piazze

Nessun commento: