mercoledì 30 maggio 2012

Partito Fiom, istruzioni per l'uso


Il 9 giugno incontro pubblico tra Landini, Bersani, Vendola e Di Pietro. Si fa strada la voglia di politica del gruppo dirigente Fiom. Una proposta nuova o una nuova figura nella "foto di Vasto"?
Salvatore Cannavò
da Il Fatto quotidiano
Maurizio Landini non commenta il “partito Fiom” di cui ha parlato ieri Il Fatto. E' impegnato tutto il giorno in Emilia dove ha portato la solidarietà del sindacato. Da Corso Trieste, però, si precisa: “Landini non ha alcuna intenzione di buttarsi in politica né di candidarsi, figurarsi un partito politico”. La precisazione, informale, smentisce solo in parte però il senso di quanto sta per succedere. Perché se, ad esempio, il segretario Fiom difficilmente guiderà un progetto politico il numero due, Giorgio Airaudo, è dato come sicuro candidato alle prossime elezioni e svolge già un ruolo politico, ad esempio con la richiesta di primarie del centrosinistra avanzata insieme a Paolo Flores D'Arcais. Il punto è che questa vicenda, nata con l'idea di un incontro pubblico, il prossimo 9 giugno, tra la Fiom, Pierluigi Bersani, Nichi Vendola e Antonio Di Pietro – i tre della “foto di Vasto” - non si riduce ad alchimie politiche o “liste” del lavoro. Nulla va escluso e c'è chi non vedrebbe male Landini come un Lula italiano (dal sindacato alla fondazione del Pt brasiliano). Ma l'operazione al momento sembra puntare a condizionare il centrosinistra.

La notizia del 9 giugno, infatti, è che Bersani accetti di confrontarsi con la Fiom proprio mentre l'articolo 18 sta per essere riformato e con Di Pietro e Vendola che spingono per il no. “In realtà – dice Giorgio Cremaschi già sinistra Cgil e ora tentato dalla politica – Landini si candida a fare il quarto uomo della foto di Vasto per ottenere sul piano politico quello che la Fiom non riesce a ottenere sul piano sindacale”. L'area che in Fiom fa riferimento a Cremaschi chiede, con Sergio Bellavita, la convocazione del Comitato centrale del sindacato (vedi su Rete28aprile) e il disorientamento che sembra aver preso ieri il quadro dirigente potrebbe dare forza a questa richiesta. Chi tace, invece, è la Cgil. Anche per Camusso ieri è stata giornata difficile con il terremoto in Emilia. La mossa della Fiom, però, ha spiazzato Corso Italia: se l'obiettivo è quello di condizionare il programma del centrosinistra chi meglio della Cgil avrebbe le carte per farlo? Ma la posizione di Corso Italia sulla riforma del mercato del lavoro è al momento schiacciata sul Pd di cui ha sostenuto le mediazioni parlamentari, creando un vuoto. Ed è in quel vuoto che si è collocata la Fiom.

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