di Giorgio Cremaschi [13
luglio 2011, "Liberazione"] - No signor Presidente della Repubblica, mi
permetto di obiettarLe che questo non e' il momento della coesione
nazionale. Capisco le buone intenzioni di natura
istituzionale, ma esse oggi lastricano una via che porta al massacro
sociale in Italia come in Europa. Non di coesione, ma di una irruzione
di giustizia, eguaglianza sociale e democrazia ha oggi bisogno la nostra
stanca ed inutile politica per affrontare davvero la crisi. (...)
Giustizia,
perché nessuna misura e' credibile se non vanno in galera i potenti che
rubano, se non si colpiscono davvero gli evasori fiscali, se non c'è un
risanamento morale della politica e se non si liquida il suo intreccio
con gli affari.
Eguaglianza
sociale, perché sinora il mondo del lavoro, i pensionati, i
disoccupati, ancor piu' se giovani o donne, han pagato tutti, ma proprio
tutti i costi della crisi. Mentre le banche, la finanza, i padroni
hanno ricevuto tutti gli aiuti possibili, li hanno intascati e han
continuato a fare lo stesso di prima, peggio di prima.
Democrazia,
perché non è più tollerabile che i governi dei paesi democratici siano
sottoposti alla dittatura delle agenzie di rating, del fondo monetario
della banca europea. Dieci anni fa siamo scesi in piazza a Genova contro
il pensiero unico liberista. Oggi in Europa c è un governo unico delle
banche, della finanza e della casta dei padroni e dei manager più ricchi
che impone le sue decisioni a tutti i governi, siano essi di destra o
di centrosinistra.
Dopo
tre anni di sempre più vacui sogni berlusconiani l'Italia si risveglia
in un incubo. Liberarsi presto di questo padrone oggi sul viale del
tramonto politico ed economico e' indispensabile. Ma non per cadere
sotto il dominio degli altri grandi padroni uniti.
Da tre anni Berlusconi
nega la crisi e annuncia la ripresa alle porte; per questo oggi la
Confindustria, Cisl e Uil abbandonano la barca che affonda, per salire
su quella del sistema della coesione nazionale, di cui dovrebbero far
parte anche centrosinistra e Cgil.
Il fatto però è che questo nuovo punto di vista abbandona sì Berlusconi
al suo sacrosanto destino, ma non le politiche liberiste che a questa
crisi hanno portato. Anzi si chiede al governo di mettersi sulla via
della Grecia per evitare di finire come la Grecia. Il liberismo non ha
funzionato perché è stato sinora troppo compassionevole, troppo poco
impopolare, ora si deve fare sul serio, questo ci chiede l 'Europa.
Bene, a
tutto questo e' giunto il momento di rispondere NO! Questa Europa
nemica del lavoro e dei suoi diritti, che vuol distruggere la sua più
grande conquista civile e democratica, lo stato sociale, è nostra
nemica. L' euro e' stata una costruzione stupida, una moneta senza stato
e senza democrazia di cui ora pagano i costi tutti i lavoratori ed
i poveri del continente. Certo non è semplice tornare indietro, ora i
costi sociali sarebbero altrettanto terribili, ma quello che si può e si
deve fare è disubbidire all' Europa restando in Europa,
Bisogna
nazionalizzare le banche che hanno usato i soldi pubblici solo per
salvare i loro profitti. Bisogna colpire la speculazione finanziaria con
tasse e controlli, anche mettendo in discussione i paradisi fiscali dei
ricchi europei. Montecarlo, Liechtenstein, San Marino devono veder
messa in discussione la loro funzione di patria degli evasori, a costo
di chiudere. Bisogna fermare le multinazionali e le delocalizzazioni, ci
vuole un piano per il lavoro che parta dal blocco dei licenziamenti e
della chiusura delle aziende. Ci vuole un rinnovato intervento pubblico
nell'economia.
Si
deve combattere e non estendere la precarietà, rovesciando leggi ed
accordi in vigore. Si deve rafforzare e non indebolire il contratto
nazionale, e l accordo recentemente sottoscritto tra
sindacati e Confindustria va travolto in quanto non solo è ingiusto , ma
è inutile e dannoso perché espressione di quella politica liberista che ha fallito.
Bisogna
cancellare le missioni di guerra, tutte e subito, e tagliare tutti i
veri sprechi nella spesa pubblica, le inutili grandi opere, le
consulenze gli stipendi d'oro le burocrazie politiche inutili, Bisogna finanziare scuola e ricerca pubblica tagliando
ogni sostegno a quella privata. E' necessaria una decisa
redistribuzione del redditi aumentando salari e pensioni basse e
istituendo un reddito sociale garantito pagato da un tassa patrimoniale
sui ricchi. Bisogna ridurre l orario di lavoro e ricostruire diritti e
libertà soppressi in tanti luoghi di lavoro. Deve finire l il regime di
apartheid per i migranti e le loro famiglie
Ma soprattutto si deve rovesciare il modello di crescita e sviluppo fondato su finanza, competitività e produttività estreme, a
favore di un sistema fondato sulla crescita dei beni comuni. Quello che
hanno chiesto i 27 milioni di cittadini che hanno votato hai
referendum. Che è anche ciò che il governo unico dell' Europa ci
impedisce di realizzare, visto che una delle prime misure imposte alla
Grecia e' è proprio la privatizzazione dell' acqua.
No,
signor Presidente , non usciamo dalla crisi con la coesione con coloro
che l' hanno provocata e ce la vogliono far pagare: No, senza una
rivoluzione democratica che tolga a banche, finanza e
multinazionali il potere di decidere sulle nostre vite non avremo
maggiore coesione, ma solo più ingiustizia e meno democrazia.
Giorgio Cremaschi
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