sabato 30 luglio 2011

*Dobbiamo fermarli***


*5 proposte per un fronte comune contro il governo unico delle banche*****

E´ da più di un anno che in Italia cresce un movimento di lotta diffuso,
civile, democratico. Dagli operai di Pomigliano e Mirafiori agli studenti, a
coloro che lottano per la casa, alla mobilitazione delle donne, al popolo
dell´acqua bene comune, ai movimenti civili e democratici contro la
corruzione e il berlusconismo, per affermare la Costituzione in tutto il
Paese una diffusa e convinta mobilitazione ha cominciato a cambiare le cose.
E´ andato in crisi totalmente il blocco sociale e politico e l´egemonia
culturale che ha sostenuto i governi di destra e di Berlusconi. La
schiacciante vittoria del sì ai referendum è stata la sanzione di questo
processo e ha mostrato che la domanda di cambiamento sociale, democrazia e
di un nuovo modello di sviluppo economico, ha raggiunto la maggioranza del
Paese. ****

A questo punto la risposta del palazzo è stata di chiusura totale. Mentre si
aggrava e si attorciglia su se stessa la crisi della destra e del suo
governo, il centrosinistra non propone reali alternative e così le risposte
date ai movimenti sono tutte di segno negativo e restauratore. In Val Susa
un´occupazione militare senza precedenti, sostenuta da gran parte del
centrodestra come del centrosinistra, ha risposto alle legittime
rivendicazioni democratiche delle popolazioni. Le principali confederazioni
sindacali e la Confindustria hanno sottoscritto un accordo che ha registrato
un generale consenso bipartisan e che riduce drasticamente i diritti e le
libertà dei lavoratori, colpisce il contratto nazionale, rappresenta
un´esplicita sconfessione delle lotte di questi mesi e in particolare di
quelle della Fiom e dei sindacati di base. Continua la devastazione che
mette a rischio sia l´ambiente, sia la salute delle persone. Infine la
terribile manovra economica decisa dal governo sull´onda della speculazione
internazionale, è stata imposta come uno stato di necessità a cui
sottomettere ogni istanza democratica e ogni diritto sociale. ****

Siamo quindi di fronte a un passaggio drammatico della vita sociale e
politica del nostro Paese. Le grandi domande e le grandi speranze delle
lotte e dei movimenti di questi ultimi tempi rischiano di infrangersi non
solo di fronte al permanere del potere berlusconiano, ma anche di fronte al
muro del potere economico e finanziario che, magari cambiando cavallo e
affidando al centrosinistra la difesa dei suoi interessi, intende far pagare
a noi tutti i costi della crisi. ****

Nell´Unione europea la costruzione miope e autoritaria dell´euro e i patti
di stabilità ad esso collegati, hanno prodotto una dittatura di banche e
finanza che sta distruggendo ogni diritto sociale e civile. La democrazia
viene cancellata da questa dittatura perché tutti i governi, quale che sia
la loro collocazione politica, devono obbedire ai suoi dettati. La punizione
dei popoli e dei lavoratori europei si è scatenata in Grecia e poi sta
dilagando ovunque. La più importante conquista del continente, frutto della
sconfitta del fascismo e della dura lotta per la democrazia e i diritti
sociali del lavoro, lo stato sociale, oggi viene venduta all´incanto per
pagare gli interessi del debito pubblico che, a loro volta, servono a pagare
i profitti delle banche. Di quelle banche che hanno ricevuto aiuti e
finanziamenti pubblici dieci volte superiori a quelli che oggi si discutono
per la Grecia. ****

Tutto questo massacro viene condotto in nome di una crescita e di una
ripresa che non ci sono e non ci saranno. Intanto si proclamano come vangelo
assurdità mostruose: si impone la pensione a 70 anni, quando a 50 si viene
cacciati dalle aziende, mentre i giovani diventano sempre più precari. Chi
lavora deve lavorare per due e chi non ha il lavoro deve sottomettersi alle
più offensive e umilianti aggressioni alla propria dignità. Tutto il mondo
del lavoro, pubblico e privato, è sottoposto a una brutale aggressione che
mette in discussione contratti, a partire da quello nazionale, e diritti,
mentre ovunque si diffonde un autoritarismo padronale e manageriale che
mette in discussione libertà fondamentali. L´ambiente, la natura, la salute
sono sacrificate sull´altare della competitività e della produttività, ogni
paese si pone l´obiettivo di importare di meno ed esportare di più, in un
gioco stupido che alla fine sta lasciando come vittime intere popolazioni,
interi stati. L´Europa civile reagisce alla crisi anche costruendo un
apartheid per i migranti e alimentando razzismo e xenofobia tra i poveri,
avendo dimenticato la vergogna di essere stato il continente in cui si è
affermato il nazifascismo, che oggi si ripresenta nella forma terribile
della strage norvegese.****

I politici, quelli italiani in particolare, privi di vero potere e coperti
di piccoli e grandi privilegi di casta, pensano di proteggere se stessi
facendosi tutelare dalla dittatura bancaria. Per questo parlano di rigore e
sacrifici mentre pensano solo a salvare se stessi. Centrodestra e
centrosinistra appaiono in radicale conflitto fra loro, ma condividono le
scelte di fondo, dalla guerra, alla politica economica liberista, alla
flessibilità del lavoro, alle grandi opere.****

Tutte queste cose le conosciamo, le viviamo, le soffriamo. Il problema è che
il governo unico delle banche e della finanza che impone le sue misure a
tutto il potere politico europeo, non ha paura di noi, sente che ci
lamentiamo e anche che lottiamo, ma pensa che alla fine non saremo in grado
di nuocere al suo potere. Per questo, nonostante che la crisi economica
abbia mostrato in tutti i modi che la via delle politiche liberiste non
porta da nessuna parte, tutti i governi continuano a perseguirla. Perché i
giovani, il mondo del lavoro, i poveri, i disoccupati e le donne, cioè chi
paga tutto, sinora non sono stati sufficientemente forti da colpire il
potere di chi comanda e guadagna.****

La coesione nazionale voluta dal Presidente della Repubblica è per noi
inaccettabile, non siamo nella stessa barca, c´è chi guadagna ancora oggi
dalla crisi e chi viene condannato a una drammatica povertà ed emarginazione
sociale. ****

Rischiamo di trovarci in una regressione sociale e civile senza precedenti,
per questo dobbiamo fermare questo attacco. Non possiamo accettare le
politiche di austerità e rigore, né in Italia né in Europa, ne va in gioco
il nostro futuro e la stessa qualità civile delle nostre esistenze. ****

Per questo tutte e tutti coloro che in questi mesi hanno lottato per un
cambiamento sociale, civile e democratico, devono trovare la forza di unirsi
per costruire un´alternativa fondata sull´indipendenza politica. Le giornate
del decennale del G8 a Genova, hanno di nuovo mostrato che esistono domande
e disponibilità per un movimento di lotta unificato.****

I singoli movimenti rivendicano giustamente la loro sacrosanta autonomia e
si sono dati i loro appuntamenti di discussione e mobilitazione. Ma
l´attacco è diffuso in modo da colpire ognuna delle nostre rivendicazioni.
Per questo occorre costruire una piattaforma che proponga un´alternativa
complessiva alle politiche liberiste di destra e di sinistra.****

Per questo vogliamo unirci a tutte e a tutti coloro che oggi, in Italia e in
Europa, dicono no al governo unico delle banche e della finanza, alle sue
scelte politiche, al suo massacro sociale. Non siamo più disposti ad
accettare e tollerare i soprusi del liberismo e del mercato selvaggio
vogliamo riconquistare diritti sociali e democrazia e riaffermare la
priorità degli interessi di lavoratori, disoccupati, pensionati...****

Per questo proponiamo 5 punti prioritari, partendo dai quali costruire
l´alternativa e le lotte necessarie a sostenerla:****

**1.       ***Non pagare il debito*. Bisogna colpire a fondo la speculazione
finanziaria e il potere bancario. Occorre fermare la voragine degli
interessi sul debito con una vera e propria moratoria. Vanno nazionalizzate
le principali banche, vanno imposte tassazioni sui grandi patrimoni e sulle
transazioni finanziarie. La politica deve riconquistare il controllo dei
meccanismi economici di mercato, per questo il patto di stabilità e
l´accordo di Maastricht vanno messi in discussione ora. Bisogna lottare a
fondo contro l´evasione fiscale, colpendo ogni tabù, a partire
dall´eliminazione dei paradisi fiscali, da Montecarlo a San Marino. Rigorosi
vincoli pubblici devono essere posti alle scelte e alle strategie delle
multinazionali.****

**2.       ***Drastico taglio alle spese militari e cessazione di ogni
missione di guerra*. Dalla Libia all´Afghanistan. Tutta la spesa pubblica
risparmiata nelle spese militari va rivolta a finanziare l´istruzione
pubblica ai vari livelli. Politica di pace e di accoglienza, apertura a
tutti i paesi del Mediterraneo, in particolare alla Palestina, per una nuova
politica estera che favorisca democrazia e sviluppo civile e sociale.****

**3.       ***Giustizia e diritti per tutto il mondo del lavoro*. Abolizione
di tutte le leggi sul precariato, ritorno al contratto a tempo
indeterminato. Parità di diritti completa per il lavoro migrante, che dovrà
ottenere il diritto di voto e alla cittadinanza. Blocco delle
delocalizzazioni e dei licenziamenti. Eguaglianza retributiva, diamo un
drastico taglio ai superstipendi e ai bonus milionari dei manager, alle
pensioni d´oro. I compensi dei manager non potranno essere più di dieci
volte la retribuzione minima. Indicizzazione dei salari. Riduzione
generalizzata dell´orario di lavoro, istituzione di un reddito sociale
finanziato con una quota della tassa patrimoniale e con la lotta
all´evasione fiscale. Ricostruzione di un sistema pensionistico pubblico che
copra tutto il mondo del lavoro con pensioni adeguate. ****

**4.       ***I beni comuni per un nuovo modello di sviluppo*. Occorre
partire dai beni comuni per costruire un diverso modello di sviluppo,
ecologicamente compatibile. Occorre un piano per il lavoro basato su
migliaia di piccole opere, in alternativa alle grandi opere, che dovranno
essere, dalla Val di Susa al ponte sullo Stretto, cancellate. Le principali
infrastrutture e i principali beni dovranno essere sottratti al mercato e
tornare in mano pubblica. Non solo l´acqua, dunque, ma anche l´energia, la
rete, i servizi e i beni essenziali. Piano straordinario di finanziamenti
per lo stato sociale, per garantire a tutti i cittadini la casa, la sanità,
la pensione, l´istruzione.****

**5.       ***Una rivoluzione democratica*. Bisogna partire dalla lotta a
fondo alla corruzione e a tutti i privilegi di casta, per riconquistare il
diritto a decidere e a partecipare affermando ed estendendo i diritti
garantiti dalla Costituzione. Tutti i beni provenienti dalla corruzione e
dalla malavita dovranno essere incamerati dallo Stato e gestiti socialmente.
Dovranno essere abbattuti drasticamente i costi del sistema politico: dal
finanziamento ai partiti, al funzionariato diffuso, agli stipendi dei
parlamentari e degli alti burocrati. Tutti i soldi risparmiati dovranno
essere devoluti al finanziamento della pubblica istruzione e della ricerca.
Si dovrà tornare a un sistema democratico proporzionale per l´elezione delle
rappresentanze con la riduzione del numero dei parlamentari. Le
organizzazioni politiche e sindacali dovranno essere sottoposte a rigorose
regole di democrazia interna, mentre sarà indispensabile una legge sulla
democrazia sindacale, in alternativa al modello prefigurato dall´accordo del
28 giugno, che garantisca ai lavoratori il diritto a una libera
rappresentanza nei luoghi di lavoro e al voto sui contratti e sugli accordi.
Estensione ovunque della partecipazione e della consultazione delle scelte
politiche e amministrative.****

Questi 5 punti non sono per noi conclusivi od esclusivi, ma sono
discriminanti. Altri se ne possono aggiungere, ma riteniamo che questi
debbano costituire la base per una piattaforma alternativa ai governi
liberali e liberisti, di destra e di sinistra, che finora si sono succeduti
in Italia e in Europa variando di pochissimo le scelte di fondo.****

Vogliamo trasformare la nostra indignazione, la nostra rabbia, la nostra
mobilitazione, in un progetto sociale e politico che colpisca il potere, gli
faccia paura, lo costringa davvero a misurarsi con i drammi sociali che
provoca.****

*Aderiamo sin d´ora, su queste concrete basi programmatiche, alla
mobilitazione europea lanciata per il 15 ottobre dal movimento degli
"indignados" in Spagna. La solidarietà con quel movimento si esercita
lottando qui e ora, da noi, contro il comune avversario. ***

Per queste ragioni proponiamo a tutte e a tutti coloro che vogliono lottare
per cambiare davvero, di incontrarci. Non intendiamo mettere in discussione
appartenenze di movimento, di organizzazione, di militanza sociale, civile o
politica. Riteniamo però che occorra a tutti noi fare uno sforzo per mettere
assieme le nostre forze e per costruire un *fronte comune, sociale e
politico che sia alternativo al governo unico delle banche. *****

Per questo proponiamo di incontrarci *il 1° ottobre, a Roma*, per un primo
appuntamento che dia il via alla discussione, al confronto e alla
mobilitazione, per rendere permanente e organizzato questo nostro punto di
vista.****

** **

Vincenzo Achille (studente AteneinRivolta Bari)****

Adriano Alessandria (rsu Fiom Lear Grugliasco)****

Fausto Angelini (lavoratore Comune di Torino)****

Giovanni Barozzino (rsu Fiom licenziato Fiat Sata di Melfi)****

Sergio Bellavita (segr. naz. Fiom)****

Sandro Bianchi (ex dirigente Fiom)****

Laura Bottai (impiegata)****

Fabrizio Burattini (direttivo naz. Cgil)****

Sergio Cararo ****

Carlo Carelli (direttivo naz. Filctem Cgil)****

Mauro Casadio ****

Danilo Corradi (dottorando Università "Sapienza" - Roma)****

Giorgio Cremaschi (pres. Comitato centrale Fiom)****

Flavia D'Angeli****

Paolo Di Vetta (Blocchi Precari Metropolitani)****

Valerio Evangelisti (scrittore)****

Marco Filippetti (Comitato Romano Acqua Pubblica)****

Roberto Firenze (rsu Usb Comune di Milano)****

Eleonora Forenza (ricercatrice universitaria)****

Delia Fratucelli (direttivo naz. Slc Cgil)****

Ezio Gallori (macchinista in pensione, fondatore del Comu)****

Evrin Galesso (studente AteneinRivolta Padova)****

Antonio La Morte (rsu Fiom licenziato Fiat Sata di Melfi)****

Enrico Lancerotto (studente AteneinRivolta Trento)****

Massimo Lettieri (segr. Flmu Cub Milano)****

Pasquale Lojacono (rsu Fiom Fiat Mirafiori)****

Francesco Lovascio (sindacalista Usb Livorno)****

Anton Giulio Mannoni (Camera del lavoro di Genova)****

Maurizio Marcelli (Fiom nazionale)****

Armando Morgia (Roma Bene Comune)****

Emidia Papi (esecutivo naz. Usb)****

Pietro Passarino (segr. Cgil Piemonte)****

Angelo Pedrini (sindacalista Usb Milano)****

Licia Pera (sindacalista Usb Sanità)****

Marco Pignatelli (lavoratore Fiom licenziato Fiat Sata Melfi)****

Stefano Quitadamo (Flmu Cub Coordinamento cassintegrati Maflow di Trezzano
S/N - Milano)****

Margherita Recaldini (rsu Usb Comune di Brescia)****

Bruno Rossi (portuale, in pensione, Spi-Cgil)****

Franco Russo (forum "diritti e lavoro")****

Michele Salvi (rsu Usb Regione Lombardia)****

Marco Santopadre (Radio Città Aperta)****

Giorgio Sestili (studente AteneinRivolta Roma)****

Nando Simeone (coord. autoconvocati, direttivo Filcams Cgil Lazio)****

Antonio Stefanini (direttivo FP Cgil Livorno)****

Alessia Stelitano (studente AteneinRivolta Reggio Calabria)****

Alioscia Stramazzo (rsa Azienda Gruppo Generali)****

Fabrizio Tomaselli (esecutivo naz. Usb)****

Franca Treccarichi (direttivo FP Cgil Piemonte)****

Franco Turigliatto****

Luciano Vasapollo (docente università La Sapienza)****

Antonella Visintin (ambientalista)****

Emiliano Viti (attivista Coord. No Inceneritore Albano - RM)****

Antonella Clare Vitiello (studente Ateneinrivolta Roma)****

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