giovedì 22 dicembre 2011

Federmeccanica vuole chiudere la Fiom


L'associazione confindustriale scrive a Landini annunciando che con la scadenza del contratto siglato nel 2008 la Fiom non avrà agibilità sindacale in fabbrica, non parteciperà alla quota di un terzo delle Rsu e non potrà riscuotere i contributi in busta paga.
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"Anche al fine di mantenere un rapporto di correttezza e trasparenza tra le nostre organizzazioni, Vi confermiamo che dal prossimo 1° gennaio, a seguito della nostra comunicazione di recesso a Voi indirizzata in data 22 settembre 2010, cesserà inequivocabilmente ogni effetto del Ccnl 20 gennaio 2008.
Pertanto, la Vostra organizzazione, non essendo firmataria del Ccnl 15 ottobre 2009 che scadrà il 31 dicembre 2012, non avrà titolo ai diritti derivanti dal Ccnl ed a quelli che comunque richiedono la condizione di parte del Ccnl.
Distinti saluti"
Federmeccanica. E' il testo della lettera inviata alla Fiom da parte dell'associazione confindustriale metalmeccanica e che potrebbe provocare il rischio di una Fiom sostanzialmente fuori dall'agibilità sindacale nelle fabbriche italiane. Al di là del linguaggio asciutto e burocratico, infatti, la lettera confindustriale esplicita tutte le conseguenze dell'atto di recesso dal contratto nazionale in quanto configura, per la Fiom la perdita del del requisito di "organizzazione stipulante contratto nazionale". In tal senso si troverebbe fuori da tutti gli organismi bilaterali e gli organismi partitetici e si vedrebbe "punita" nelle elezioni delle Rsu in quanto perderebbe il diritto a partecipare alla quota garantita di un terzo concessa ai sindacati firmatari di accordi nazionali. Quel 33 per cento generalmente riservato a Cgil, Cisl e Uil. In altre parole, la Fiom verrebbe trattata come un cobas qualsiasi, partecipando alle elezioni per le Rsu ma concorrendo con i propri risultati solo alla divisione del 66 per cento dei seggi. Il recesso comporta la perdita anche degli altri diritti sindacali quali l'affissione in bacheca, le assemblee, il diritto a essere informati ma soprattutto il servizio delle trattenute sindacali direttamente in busta paga che Federmeccanica non vuole più riconoscere. Un passaggio molto delicato perché se la decisione di Federmeccanica sarà immediatamente resa operativa dalle aziende associate - circa 1,5 milioni di lavoratori - il sindacato dovrebbe rincorrere i lavoratori singolarmente per farsi firmare delle deleghe di riscossione dei contributi sindacali.
A Federmeccanica la Fiom risponde con il principio dell'ultrattività del contratto, secondo il quale alla scadenza di un Ccnl e in attesa del suo rinnovo, vige il contratto precedente. La norma però è oggetto di molteplici interpretazioni e sentenze della Cassazione e quindi la sua interpretazione potrebbe dar vita a diversi contenziosi legali. Resta il fatto di una ulteriore mossa di attacco frontale ai metalmeccanici della Cgil i quali, forse, non hanno tutti gli strumenti per fronteggiarlo

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