sabato 1 settembre 2012

No Tav occupano la sede Equitalia di Susa



«Ingigantisce i debiti non giusti e non veri di ognuno di noi ogni giorno». Ecco perché i No Tav hanno occupato ieri la sede di Equitalia di Susa. Dopo il blocco il gruppo di manifestanti, sempre rigorosamente a volto scoperto, si è poi diretto al vicino mercato della cittadino dove è stato accolto dagli applausi dei presenti.

Si conferma così la capacità di questo movimento di ricomporre le vertenze sociali evidenziando le connessioni tra loro e ribaltando gli stereotipi Nimby su cui vorrebbe appiattirla la lobby a favore dell'alta velocità. Che le tasse servano a finanziare opere inutili e devastanti come il tav Torino Lione è abbastnza scontato per l'arcipelago di comitati e organizzazioni che si oppone alla cantierizzazione della Valle: «Si tratta di investimenti inutili che non migliorano la nostra vita - così spiegano nei video messi in rete che non portano lavori utili e sani e che distruggono i territori in cui viviamo.
Quando poi per tutti i motivi che conosciamo bene, le difficoltà della vita, la mancanza di lavoro e di uno stipendio dignitoso non riesci a pagare una bolletta, una tassa sulla tua casa, l'affitto o la semplice rata dell'asilo dei tuoi figli e molto altro ancora ecco che spunta Equitalia. Questa società di riscossione si comporta oggi come una banda di usurai che ti impicca nei tuoi debiti, li raddoppia, ti ruba la casa, ti blocca la macchina e ti porta via ingiustamente i sacrifici di una vita o peggio per chi è già in una situazione difficile anche il minimo per poter vivere. A Teramo ad inizio agosto due anziani pensionati si sono impiccati abbracciandosi perché al loro figlio Equitalia aveva pignorato la casa in cui viveva. Molte altre persone come loro si sono arrese e si sono suicidate in questi anni, noi pensiamo invece che si possa lottare insieme per superare queste difficoltà».

Il blitz fa seguito all'incursione del giorno prima - con lancio di vernice oltre la rete del cantiere della Maddalena - e alla retata di anarchici, da parte della digos di Trento, che ufficialmente s'è sentita allarmata dalla presenza di alcuni di loro proprio in Val Susa ma in verità punta a una criminalizzazione preventiva del movimento là dove sta per emergere l'evidenza di un analogo progetto devastante: il Brennero. A maggio, proprio a Trento, un migliaio di persone ha preso parte un corteo contro l'opera. L'accusa di associazione sovversiva pare solo il primo capitolo dell'ennesimo teorema sui "cattivi" che si mescolano ai "buoni" deviandoli verso un ruolo di manovalanza manovrata dagli anarchici.
di Checchino Antonini 

Nessun commento: