mercoledì 5 settembre 2012

Lisbona-Kiev, Tav senza capo né coda


Dopo l'annullamento della tratta proveniente dalla capitale portoghese anche dalla parte russa il progetto viene accantonato. Troppo costoso. E ora il corridoio, decisivo per le sorti dell'Europa, si ritrova mozzato
Checchino Antonini
checchino antonini
Tremila chilometri di strada ferrata, un progetto che fa gola alle major dell'engineering, dai francesi Alstom e Sncf alla tedesca Siemens, dai sudcoreani della Hyundai ai cinesi della Crcc, ma che probabilmente non si farà. Si parla qui della Tav russa, quella annunciata per i mondiali del 2018. Un giallo estivo sfuggito ai media italiani.

La Russia - secondo il quotidiano Vedomosti che cita fonti governative - avrebbe rinunciato ai suoi progetti di collegare gli stadi, spariti dal budget 2013- 2015. Un portavoce del vicepremier Dvorkovich ha tuttavia detto a Ria Novosti che un gruppo di lavoro interministeriale studierà la questione del finanziamento in autunno.
Resta in attesa di responsi ufficiali Rzd, la società ferroviaria russa, che ha inviato al governo il suo progetto di linea ad alta velocità Mosca-San Pietroburgo. Così ha detto alla radio Eco di Mosca Ekaterina Gerassimova. Il costo della linea veloce Mosca-San Pietroburgo è stimato in 1.120 miliardi di rubli (28 miliardi di euro), mentre quello del percorso tra la capitale e Yekaterinburg, negli Urali, passando per Nizhny-Novgorod e Kazan, nel doppio. E' previsto che gli investimenti pubblici coprano il 70% della spesa. Un sito in italiano, Russiaziende.com, dà addiritura i prezzi dei biglietti e altri dettagli: «2.400 rubli (circa 60 euro) in seconda classe e di 6.700 rubli (circa 160 euro) in prima. La tratta verrà percorsa in 3 ore e 45 minuti, rispetto alle 4 ore e mezza necessarie oggi. Il servizio verrà eseguito dai convogli Velaro Siemens, che hanno subito una profonda trasformazione per adatarli alle difficili condizioni climatiche russe». Ad arricchire il giallo una fonte vicina al vicepremier Shuvalov, incaricato della preparazione dei mondiali, citata da Vedomosti, secondo il quale le linee ad alta velocità non sono indispensabili e che basta costruire nuove linee ordinarie o modernizzare quelle esistenti. «Correre a realizzare progetti così cari quando c'è una crisi economica mondiale è insensato».
Dopo la rinuncia del Portogallo, dopo l'abbandono di Kiev e i recenti tentennamenti francesi, anche la Russia fa un passo indietro. Il corridoio 5, Lisbona-Kiev, «si ritrova ora senza capo né coda», scrive il movimento valsusino ironizzando sulla «solfa sull’irrinunciabilità dell’opera per l’Italia» ripetuta dalla lobby Yes Tav che è tornata poche ore fa nel “non-cantiere di Chiomonte", una messinscena costata già 22 milioni di euro solo per blindare la zona con centinaia di divise in assetto da guerra. «Il Pd ci tiene a difendere la cassaforte che da tempo presidia politicamente», scrivono i valsusini commentando la carovana di esponenti democrat in visita a Chiomonte.

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