martedì 26 giugno 2012

Per Syriza la partita è solo rinviata


La sconfitta della coalizione di sinistra non deve nascondere il suo grande balzo tra la popolazione attiva, nelle città, tra i giovani e i lavoratori. Ma Syriza deve stare attenta ai passi falsi perché la situazione l'attende ancora alla prova più difficile
Yorgos Mitralias
da Europe Solidaire Sans Frontières (traduzione di Gigi Vigliono)
È mancato niente, il 2,77% dei voti, per la Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA) per vincere le elezioni e concludere trionfalmente lo straordinario balzo in avanti del suo risultato elettorale, passato dal 4,5% a quasi il 27% in meno di tre anni! Ma la destra coalizzata di Nuova Democrazia e dei suoi accoliti di ogni risma (i vecchi social-liberisti del PASOK e gli apprendisti socialdemocratici di Sinistra Democratica) hanno il diritto di tirare un sospiro di sollievo: la minaccia della formazione di un governo di sinistra che abolisca le misure di austerità si allontana, almeno per il momento ...
Il sollievo è d’altronde generale tra quelli in alto che ci governano e ci affamano. L’euro vola, i mercati respirano, la Sig.ra Merkel esulta e l’Internazionale cosiddetta «socialista» dei Papandreu e Hollande si felicita della «disfatta» di questi guastafeste a nome Tsipras & Co.. Allora, fine dell’incubo che ha visto le cavie greche rivoltarsi e occupare il «laboratorio Grecia»? La risposta è un NO categorico. L’incubo è qui per rimanere e tutto indica che il nuovo governo greco sarà fragile e debole, minato dalle sue contraddizioni interne, dalla crisi che non padroneggia e, soprattutto, dalla resistenza crescente del popolo greco ....

D’altra parte, un’analisi un po’ più approfondita dei risultati elettorali di SYRIZA indica prospettive deludenti per i partigiani dei piani di austerità. SYRIZA va alla grande nelle fasce di età dai 18 ai 45 anni e si assicura un vero trionfo nei grandi centri urbani come la grande Atene, il Pireo o Patrasso, dove vive e lavora più di metà della popolazione greca. Insomma, SYRIZA si assicura il sostegno della popolazione attiva e giovane, mentre i partigiani della troika e dell’austerità (Nuova Democrazia e PASOK) sopravvivono grazie all’appoggio della grande maggioranza delle persone anziane (+65 anni) e della campagna greca. Una realtà sociale e politica di pessimo augurio per la reazione greca e i suoi padroni internazionali, se si pensa che sono esattamente quelle fasce di età e quelle popolazioni urbane che tradizionalmente fanno la storia nei paesi del Nord ...
Se c’è dunque una lezione da trarre da queste elezioni greche, è che SYRIZA è ormai dominante tra i lavoratori, i disoccupati, i giovani e i quartieri popolari, i bastioni storici della sinistra comunista, dove il PC greco (KKE) aveva finora una presenza incontestata. Il cambiamento è significativo, è storico, dato che il KKE che fino a 2-3 mesi fa dominava ancora SYRIZA, è ora ridotto a un’influenza elettorale marginale (4,5%), dopo aver subito una vera emorragia di militanti e simpatizzanti a favore della Coalizione della Sinistra Radicale.
In realtà, la ricomposizione di fatto del paesaggio della sinistra greca è quasi totale, se vi si aggiunge un’altra, e ancora più grande emorragia, quella subita dalla coalizione delle organizzazioni dell’estrema sinistra ANTARSYA sempre a favore di SYRIZA. Ridotta ad un eloquente 0,33% dei voti, ANTARSYA deve ora fare di tutto per evitare che la sua crisi non conduca ad un drammatico spreco di migliaia di militanti rivoluzionari nel momento in cui tutta la sinistra radicale greca ne ha più bisogno...

Sarebbe peraltro del tutto falso credere che SYRIZA avrà ormai la vita facile, che essa potrà valersi della fedeltà permanente dei suoi 2 milioni di elettori. Al minimo passo falso della sua direzione, SYRIZA rischia di perdere tutto in un tempo record, poiché la stragrande maggioranza dei suoi elettori l’ha sostenuta non per ragioni «ideologiche», ma perché dà – e applica – soluzioni radicali ai suoi problemi vitali. È il motivo per cui SYRIZA ha enormemente accelerato il suo balzo in avanti quando ha messo come obiettivo della sua campagna la vittoria nelle elezioni e la costituzione di un governo di sinistra che avrebbe abrogato immediatamente le misure di austerità. E viceversa, è per questo che SYRIZA, negli ultimi tre giorni della campagna ha perso il suo vantaggio – e con questo le elezioni – perché la sua direzione ha cercato di rabbonire i suoi avversari rendendo meno radicale il suo programma e il suo discorso.
Attenzione dunque ai «passi falsi», perché ora le conseguenze sarebbero catastrofiche: quelli che ne profitterebbero non sarebbero gli ex partiti tradizionali ma gli assassini neonazisti «che sono qui per restarci». Non solo nelle urne ma soprattutto nelle strade, dove già moltiplicano le aggressioni assassine contro gli immigrati e i militanti di sinistra. Disgraziatamente, l’impreparazione della sinistra greca di fronte alla peste bruna ha permesso che il serpente neonazista sia ormai ben uscito dall’uovo. È estremamente urgente che questa sinistra greca si decida ad affrontare al più presto il mostro nascente, anche solo per assicurare la propria autodifesa...
Detto tutto questo, restano 2-3 grandi lezioni da trarre da questa SYRIZA, formata quasi 9 anni fa, dall’alleanza, o piuttosto dal «matrimonio» di un partito riformista di sinistra (Synaspismos), con una dozzina di organizzazioni e correnti di estrema sinistra. La prima lezione è che l’unità è possibile. La seconda, che tale unità paga. E la terza, che l’unità è possibile e pagante a condizione che sia un’unità fondata sulla radicalità. Nei tempi che corrono, un’esperienza come quella di SYRIZA merita tutta la nostra attenzione e – evidentemente – la nostra solidarietà internazionalista attiva. Perché la vittoria della sinistra radicale in Grecia resta possibile, e la partita è solo rinviata ...
Yorgos Mitralias Atene, 19 giugno 2012

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