mercoledì 11 aprile 2012

Nessuna "Intesa" con il Tav


Gli attivisti di Rivolta il debito "occupano" una filiale della banca milanese per protestare contro il sostegno all'Alta velocità Torino-Lione. Con soldi pubblici e profitti privati
Un gruppo di attivisti della campagna “Rivolta il debito” sono entrati nella filiale della banca “Intesa-Sanpaolo” di piazzale Loreto a Milano per protestare contro i finanziamenti di questo istituto al progetto del Tav, nella giornata di mobilitazione in occasione dei primi espropri di terreni per costruire la disastrosa e inutile “grande opera”.
Con lo striscione “Con il TAV nessuna Intesa – Non paghiamo il debito delle grandi opere” hanno volantinato nella banca, per poi fare un piccolo “corteo” lungo Corso Buenos Aires.

Intesa-Sanpaolo è uno degli istituti bancari maggiormente beneficiati dal prestito della BCE all'1 per cento, esempio di speculazione sul debito pubblico e di socializzazione delle perdite a favore dei profitti e delle rendite finanziarie. È una delle banche più esposte nella concessione di finanziamenti al progetto di Tav Torino-Lione e il suo ex-amministratore delegato – oggi ministro alle Infrastrutture e Trasporti – Corrado Passera è lo stesso a insistere sul Tav che deve andare avanti?
Intesa è anche tra le principali banche finanziatrici del Tav. E ha appena prestato quasi un miliardo a Ntv, la società dei nuovi treni veloci di Montezemolo e Della Valle che dovranno fare concorrenza ai Frecciarossa delle ferrovie dello Stato – proprio sulle linee ad alta velocità….
"I soldi che le banche garantiscono per l’opera sono nostri", dicono gli attivisti di Rid, così come di lavoratori, pensionati, sutudenti su cui viene scaricato il debito pubblico". Nella finanziaria 2007 i debiti accumulati da Infrastrutture SpA e Tav SpA fino al 31 dicembre 2005 per realizzare l’alta velocità Torino-Napoli sono diventati debito pubblico: era il cosiddetto finanziamento privato, che in realtà consisteva in prestiti attivati da società di diritto privato (Tav SpA, per l’appunto, e Infrastrutture SpA) ma di proprietà interamente pubblica. Quindi, prestiti garantiti totalmente dal socio pubblico.

Gli attivisti di “Rivolta il debito” hanno voluto denunciare tutto questo e rilanciare la proposta di “sbancare la banca”: togliere i propri conti correnti dalle banche “irresponsabili” per privilegiare altre soluzioni.
Basta con le opere inutili che distruggono il territorio per gli interessi di banche e imprese private.
Basta con un debito pubblico causato da questi stessi interessi privati.

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