mercoledì 18 gennaio 2012

A sinistra del Pd


Si va addensando uno schieramento alla sinistra del Pd? Più che un progetto quello che si delinea appare uno scenario motivato da una minaccia e da una preoccupazione. La preoccupazione è che continui il riavvicinamento e la formazione della "grande coalizione" dettata dalla natura emergenziale - per il capitalismo - del governo Monti. Ma anche il riavvicinamento tra Pd e Terzo polo che è insito nel sostegno all'attuale governo e che rappresenta un'opzione convinta per settori importanti del Pd stesso. E del resto, come si potrebbe giustificare un'alleanza di centrosinistra "classica" dopo un lungo periodo di separazione programmatica come quella che stanno vivendo oggi Pd e Idv e Sel? Ecco dunque che si intravedono movimenti e posizionamenti, alcuni tattici e destinati a "tirare per la giacchetta" Bersani, altri più sostanziosi.
Nichi Vendola ha scelto il palcoscenico più visibile per mandare un segnale al Pd, l'Unità cui ha concesso una intervista domenica scorsa. Eccone alcuni stralci:

«Io non lancio aut aut, sono molto rispettoso verso il Pd, ma se la prospettiva di un nuovo Ulivo di cui ha parlato Bersani non c’e’ più perche’ c’è una svolta a destra, noi saremo competitivi con il Pd in maniera virulenta. Parleremo al suo popolo dal momento che gli stati maggiori si possono anche dividere, ma il popolo di centrosinistra è uno soltanto e ha più volte dimostrato che vuole un cambiamento».
Non è un aut aut ma ci somiglia moltissimo e Nichi Vendola non ci tiene neanche troppo a smorzare i toni perchè questa storia della Federazione tra Pd e Terzo Polo a cui lavora Fioroni, o quell’altra secondo cui la legge elettorale devono studiarsela a tavolino Pdl, Pd e Terzo Polo, come auspica Letta, per il leader di Sel è davvero troppo. E niente sconti alla politica europea, di destra, di cui il governo Monti è soltanto «una variabile colta e illuminata». (...)
Condivide il monito del Capo dello Stato che esorta gli stati ad una vera unita’ politica e economica?

«Prima bisognerebbe chiedersi perché è finita cosi’: è nel fatto che l’Europa oggi è quasi interamente governata dalla destra e la sinistra, folgorata sulla strada del liberalismo, con le sue mille torsioni moderate ha regalato l’Europa all’egemonia culturale, politica e economica della destra».

Intanto nel centrodestra c’è chi inizia a dire che non era colpa di Berlusconi, come spread dimostra.

«Di questa Europa così spettrale e priva di visione il governo Monti rappresenta una variante colta e illuminata ma non un’alternativa. L’unica alternativa possibile è l’Europa sociale che solo le forze socialiste, socialdemocratiche ed ecologiste del vecchio Continente possono ricostruire. Anche perché si sta dimostrando che le politiche tecnocratiche a cui anche l’Italia partecipa, non solo sono socialmente inique ma anche inefficaci».

Perché il Pd dovrebbe dialogare con un partito che lo attacca ogni giorno?
«Il nostro alleato principale, il mio e di Di Pietro, non può pensare di non sciogliere mai i nodi della prospettiva, per cui ogni giorno leggiamo che Enrico Letta la legge elettorale la vuole fare in modo che definire autoritario è un eufemismo, oppure che Fioroni vuole fare la Federazione con il Terzo Polo. Ma se quello è il destino io e Di Pietro non abbiamo paura a metterci a capo di un altro polo di governo, alternativo al Pd. Non intendo più immaginare che per la sinistra ci sia soltanto un destino di testimonianza democratica».

E' in questo scenario che Sel tiene la sua assemblea nazionale sabato prossimo a cui ha invitato anche Luigi De Magistris, sindaco di Napoli ma anche tessitore di uno schieramento alternativo che farà le sue prime prove generali il 28 gennaio con il varo del Forum dei Beni comuni. A proposito della presenza all'assemblea di Sel, dell'assemblea del 28 gennaio e delle sue intenzioni, ecco la dichiarazione di De Magistris:
L'assemblea di Sel in programma domenica a Roma è un appuntamento interessante per costruire l'alternativa politica ma si tratta di un'assemblea di Sel che è un partito e non mi risulta essere il quarto polo. È un'iniziativa di Nichi Vendola alla quale ho aderito con piacere: sarà l'occasione per fare un intervento e ascoltare altri amici ma non è la nascita nè di un movimento, nè di un partito, nè di un Quarto Polo». Sarà comunque un momento di ritrovo per i movimenti. «Certo - spiega il sindaco di Napoli - ma ce ne saranno anche altri, come l'appuntamento a Napoli del 28 gennaio con il Forum dei Beni Comuni, che non è un appuntamento di partito come quello di Vendola ma è molto più ampio e plurale, come secondo me è importante fare in questo momento. Questi momenti di riflessione sono tutti importanti, perchè dobbiamo prepararci per costruire a livello nazionale con tutti quelli che credono nel cambiamento l'alternativa politica nel paese».
Insomma, De Magistris fa parte di questo schieramento ma non sarà certamente un comprimario. Così come Di Pietro che nel commentare il vertice tra Alfano, Bersani e Casini riuniti con Mario Monti ha così commentato:
Inutile raccontarsi favole e negare l'evidenza. Checché ne dica Pierluigi Bersani, con il vertice di stasera è nata una maggioranza politica in piena regola. Non si tratta però di una maggioranza “normale”, ma di una specie di scherzo di natura, giacché mette insieme partiti che si erano presentati alle elezioni schierati l'uno contro l'altro e poi per anni non si erano trovati d'accordo quasi su niente (...)
Noi dell'Italia dei Valori di questa maggioranza non facciamo e non vogliamo fare parte, perché crediamo nel sistema bipolarista, vogliamo che gli elettori sappiano per quale governo votano e intendiamo rappresentare nei programmi, nelle persone e nelle alleanze un'alternativa netta al Pdl e al centrodestra.
Presenteremo sull'Europa una nostra mozione e decideremo se votare quella della maggioranza Pdl-Pd-Terzo Polo sulla base dei suoi contenuti, ma non ci mischieremo in nessun caso a questa maggioranza eterogenea ed estemporanea, che mira solo a confondere i cittadini e gli elettori.

Come si vede, Di Pietro non chiude ancora tutte le porte, come del resto Vendola, ma il suo posizionamento è costante e difficilmente, se fosse tirato a lungo, potrebbe consentire il ripristino di un'alleanza con il Pd.
DEntro questo quadro si colloca piuttosto naturalmente anche la Federazione della Sinistra che ha accolto molto positivamente l'intervista di Vendola all'Unità

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