venerdì 23 settembre 2011

Il "manifesto" di Marcegaglia



Pensioni, privatizzazioni, infrastrutture, mani private sul patrimonio pubblico: la peggiore politica berlusconiana ma senza Berlusconi. Ecco le proposte della presidente di Confindustria
imq
Prima uno strappo con il governo, poi l'avvio di una pacificazione con la Cgil, qualche intervista in più, infine il "manifesto degli imprenditori" per salvare l'Italia. L'attivismo della presidente di Confindustria assomiglia a quello di un leader politico e, al di là dei contenuti, va detto che è più chiaro e diretto dei messaggi che invia l'opposizione. Ora Confindustria propone "cinque punti" per avviare delle riforme strutturali e profonde. Si tratta del meglio delle politiche neoliberiste degli ultimi venti anni, le stesse che ci hanno portato fin qui, e che Marcegaglia vorrebbe rilanciare in Italia.
1. Riforma delle pensioni che «non deve penalizzare i giovani»
2. Vendere patrimonio pubblico per ridurre la spesa pubblica
3. Abbassare il debito e ridurre ingerenza del pubblico nell'economia
4. Piano di privatizzazioni e di liberalizzazioni serio.
5. Infrastrutture, cioè «levare i vincoli burocratici e di testa che impediscono a investimenti magari già finanziati da pubblico e privato".
In parte si tratta di proposte super-generiche - che vuole dire "abbassare il debito"? - ma in larga parte sono proposte che mirano a soddisfare i bisogni specifici degli industriali. Con la vendita del patrimonio pubblico, che in genere significa "svendita", si tratta di mettere le mani su qualche gioiellino ancora succulento; lo stesso dicasi per le liberalizzazioni e privatizzazioni cioè le mani su acqua pubblica, energia, trasporti redditizi etc. Infrastrutture, significa opere inutili come la Tav dall'impatto ambientale devastante ma dalla redditività certa mentre riforma delle pensioni tutti sanno cosa voglia dire: allungamento dell'età pensionabile, riduzione degli assegni con buona pace "dei giovani" che si troverebbero la strada tappata dai lavoratori più anziani cui non è permesso uscire dal mercato del lavoro. Un programma micidiale, dunque.
Come intende portarlo avanti Marcegaglia? Facendo direttamente politica? La sensazione è che, nonostante i toni, si cercherà di strappare tutto quello che è possibile all'attuale governo, debole, ricattato, diviso e che, quindi, è più disponibile a sottostare ai diktat. Ma più in profondita, Confindustria detta l'agenda per il governo che verrà così come hanno già fatto Bce e Commissione europea e, in parte, lo stesso Presidente della Repubblica. E' una morsa costante per creare le condizioni più favorevoli a un dopo Berlusconi con l'obiettivo di gettare il "bambino" - in questo caso l'ingombrante e, ormai, disgustoso, premier - e tenersi "l'acqua sporca", cioè le sue politiche peggiori. Vediamo chi sarà nel Pd il primo a rispondere di sì alle proposte di Marcegaglia

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