lunedì 15 ottobre 2012

Sankara, una speranza per l'Africa


Il 15 ottobre del 1987 il leader del Bourkina Faso veniva assassinato da un complotto militare e internazionale. A venticinque anni dalla sua morte resta un simbolo di politica alternativa, integrità morale e tentativo rivoluzionario
Il 15 ottobre del 1987 il leader del Bourkina Faso, protagonista di una rivoluzione vittoriosa, Thomas Sankara, veniva assassinato da un complotto in cui si vedeva la mano dell'attuale presidente del paese, Blaise Compaoré e dall'esercito a lui legato. Aveva rappresentato una grande speranza per l'Africa, per la radicalità del suo programma, la sua opposizione ai piani di aggiustamento strutturale del Fmi e la volontà di rinegoziare il debito ma anche per l'integrità morale dei comportamenti. Sankara ha provato a mettere in pratica un nuovo modello di sviluppo, alternativo e centrato sulla ripartizione delle ricchezze.
Blaise Compaoré è oggi conosciuto per il suo coinvolgimento nel conflitto in Liberia e Sierra Leone e ci si interroga sul suo ruolo nel Mali. Viene presentato sotto l'immagine di "mediatore internazionale" costruita da potenti lobbies in Francia e negli Stati Uniti ed è per questo che questi due paesi sono sospettati di aver giocato un ruolo nell'uccisione di Sankara.
La rete internazionale "Giustizia per Sankara, giustizia per l'Africa", ha promosso da tempo un appello internazionale perché sia fatta luce su quell'omicidio: "Facciamo appello ai giornalisti, perché lancino nuove inchieste, agli storici perché realizzino nuove ricerche, ai documentaristi per produrre nuovi film, affinché si arrivi a conoscere tutta la verità sull'assassinio di Thomas Sankara".
Contact : contactjusticepoursankara@gmail.com
Di seguito pubblichiamo una vecchia intervista a Bruno Jaffré autore di due opere, "Burkina Faso : les années Sankara, de la révolution à la rectification" e "Biographie de Thomas Sankara : la patrie ou la mort" e cofondatore di una Ong di solidarietà internazionale. Torna regolarmente in Bourkina Faso.

Il 15 ottobre del 1987, Thomas Sankara, leader rivoluzionario e presidente del Bourkina Faso, fu assassinato in un colpo di Stato. Per la gioventù africana, resta certamente un simbolo di dirigente integro e popolare. Perché?
Perché scartava nettamente rispetto ad altri dirigenti africani dell'epoca, i Mobutu, Houphouet-Boigny, Eyadema o Bongo che vivevano nell'opulenza. I giovani disoccupati e i contadini si ricordando che Sankara era preoccupato per la loro sorta e mostrava l'esempio. Alcuni dei suoi ministri avevano sostituito le Mercedes con delle Renault 5; molti direttori circolavano in motoretta. Ha ridato la speranza, al di là delle frontiere del Bourkina Faso, a tutta una generazione. Sankara si era opposto alla Francia sulla questione kanaki come anche alla tutela del Fmi, praticando l'auto-aggiustamento (cioè ricostruire una finanza equilibrata) su obiettivi discussi nel corso delle conferenze nazionali dei Comitati di difesa della rivoluzione (Cdr). Si trattava di contare sulle possibilità reali del paese, mobilitando la popolazione su progetti concreti e lottando contro la corruzione. E' questo che ha colpito nel segno.
Come mai il giovane Sankara, chiamato a una brillante carriera militare, in cui sembrava eccellere, ha scelto il campo della rivoluzione?
Sankara ha subito influenze diverse. Ha avuto una educazione religiosa umanista. Entra nell'esercito per caso, perché voleva essere medico, ma non ha potuto ottenere una borsa di studio. Alla scuola militare di Ouagadougou, incontre Adama Touré, dirigente comunista del Partito africano dell'indipendenza (Pai) che insegna storia. Molti aneddoti, raccontati dai suoi compagni, lasciano trasparire una grande sensibilità verso la miseria, l'ingiustizia e le ineguaglianze. Ha anche soggiornato diversi anni in Madagascar dove ha vissuto il periodo rivoluzionario del 1972.

Il 4 agosto del 1983, il Bourkina Faso conosce un nuovo colpo di Stato. Tu affermi nei tuoi libri che stavolta è diverso dalle altre. E' il risultato di una crisi rivoluzionaria?
Dentro l'esercito, i vecchi ufficiali coloniali, e poi quelli della destra, si squalificano e si escludono man mano che arrivano al potere. Molti studenti, che hanno vissuto in Francia dopo il 1968 e militato nella Federazione degli studenti dell'Africa nera in Francia, tornano nel paese e e fondano organizzazioni politiche rivoluzionarie. Si impegnano nei sindacati e li radicalizzano. Nel 1980, un putsch militare riceve il sostegno di un partito locale legato all'Internazionale socialista. Gli ufficiali rivoluzionari si organizzano clandestinamente intorno a Sankara che diventa sempre più popolare e tessono rapporti con il Pai e altri gruppi rivoluzionari. Il gruppo di Sankara ottiene una prima vittoria con la sua nomina a primo ministro. Sarà però arrestato e messo agli arresti domiciliari, il 17 maggio 1983, giorno in cui il consigliere per l'Africa di Mitterand, Guy Penne, è in visita ufficiale. Il 4 agosto è dunque il risultato di un lungo processo ma anche quello della crescita impetuosa di un movimento popolare legato a settori avanzati dell'esercito. La popolazione afferma massicciamente il proprio sostegno e nei giorni seguenti si organizza nei comitati di difesa della rivoluzione.

I diritti delle donne sono stati uno dei grandi cantieri della rivoluzione…
A livello di diritti delle donne ci sono stati discorsi molto radicali contro l'escissione, la prostituzione e l'ipocrisia che le alimentavano. Sankara ha cercato di agire concretamente creando, ad esempio, un mercato locale del cotone, permettendo alle donne di avere dei redditi dalla tessitura artigianale e obbligando i funzionari ad acquistare gli abiti confezionati in questo modo. In maniera simbolica ha lanciato delle "giornate dei mariti al mercato" perché gli uomini conoscessero il prezzo delle derrate alimentari. Delle donne sono entrate al governo. Ma Sankara è stato anche messo in minoranza su certi progetti come la questione del salario vitale che egli difendeva con l'argomento che la liberazione delle donne burkinabé sarebbe derivata dalla loro liberazione economica rispetto agli uomini.

Sankara è stato criticato a proposito della carcerazione di sindacalisti e del divieto del diritto di sciopero. Perché questo scontro?
In parte è dovuto al ruolo del Pai nella rivoluzione. Questo partito aveva cinque ministri e dirigeva i principali sindacati burkinabé. Le prime opposizioni sono apparse quando Sankara ha voluto creare dei comitati di difesa delle rivoluzione nelle imprese. Questo si scontrava di fatto con la presenza sindacale in quanto unica rappresentante dei salariati. I Cdr, che erano eletti, organizzavano la vita dei quartieri, la formazione politica e mobilitavano la popolazione.

Ne sappiamo di più, oggi, sulle circostanze dell'assassinio di Sankara e sulla presa del potere da parte di Blaise Compaoré?
No. C'è stata la trasmissione "Rendez-vouz ave X" su France Inter, intitolata "Vita e morte di Thomas Sankara" che consiglio. Un anno fa, nel corso di una seduta del tribunale dell'ONU sulla Sierra Leone, un generale ha evocato la complicità di Charles Taylor nell'assassinio di Sankara. Questo conferma il coinvolgimento di Compaoré nel traffico di diamanti più volte evocato dall'ONU.

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