giovedì 31 gennaio 2013

"Sorridete, please"


La Fiat inaugura in pompa magna lo stabilimento di Grugliasco. E organizza la fabbrica come un set a uso della stampa

Sarà data molta enfasi agli applausi degli operai di Grugliasco per l’inaugurazione del nuovo stabilimento Fiat avvenuto alla presenza di Sergio Marchionne e John Elkann. Qui la maggioranza degli iscritti è della Fiom e gli applausi rappresentano, per i vertici del Lingotto, una vittoria sul campo. Non importa se la giornata, come a Pomigliano e Melfi, sia stata preparata con cura certosina.
A raccontarlo è Giorgio Airaudo, ora candidato alle politiche per conto di Sel, ma fino a ieri segretario della Fiom piemontese e per vent’anni a stretto contatto con quello stabilimento: “I lavoratori – dice al Fatto – ci hanno raccontato che queste rappresentazioni vengono curate dal punto di vista mediatico, come prima di uno spettacolo. Nella giornata di ieri (l’altroieri, ndr) è stato spiegato quando e come sorridere, chi far mettere in prima fila e chi in seconda, fino a tracciare i segni per terra come punti di riconoscimento”. Quanto agli applausi, secondo Airaudo “i lavoratori hanno applaudito innanzitutto sé stessi perché sono loro ad aver difeso lo stabilimento per circa sei anni. È chiaro che se torni al lavoro dopo tanto tempo sei felice, ma i nostri delegati in fabbrica ieri non c’erano: sono tutti in cassintegrazione”.

Il Lingotto, comunque, incassa il successo e sia Elkann che Marchionne hanno voluto insistere molto sul riconoscimento dei lavoratori. Al termine della cerimonia, poi, si è tenuto il Consiglio di amministrazione e, infine, l’incontro di Sergio Marchionne con i sindacati firmatari del contratto Fiat, Cisl, Uil, Ugl e Fismic. “Se mio nonno fosse qui sorriderebbe” dice John Elkann e a suo nonno, Gianni Agnelli, è stato intitolato lo stabilimento, anche per sottolinearne l’importanza simbolica. Con Grugliasco la Fiat dimostra di puntare le proprie carte sull’auto di lusso e sul marchio Maserati. La prospettiva è di venderne 40 mila nel 2013 e 50 mila nel 2015, contro le 6000 dell’ultimo anno, grazie alla Maserati Ghibli che affiancherà la Quattroporte. “Il problema – aggiunge Airaudo – è che contestualmente viene svuotato lo stabilimento di Modena, finora sede della Maserati”. Secondo l’ex sindacalista, lo spostamento a Grugliasco sarà indolore perché la Ferrari, e la Cnh che produce macchine industriali, sarà in grado di assorbire il peso occupazionale. Quello che mette in evidenza, però, è l’aspetto simbolico del passaggio: “La Fiat del lusso targata Grugliasco rischia di far diventare Mirafiori solo una dependance”.
DI MIRAFIORI si parlerà nel vertice con i sindacati della sera e Marchionne spiega che presenterà una proposta entro giugno del 2013. Ancora sei mesi di tempo, quindi, per decidere il destino dello stabilimento-chiave. L’ad Fiat ha anche ribadito che non saranno chiusi stabilimenti in Italia e che non ci saranno riduzioni di organico. La Fiat, spiega, “ha fatto sacrifici per mantenere la produzione in Italia” e non si piegherà “ai diktat del mercato” anche se i numeri dicono che nel 2013 il mercato europeo sarà stabile, anzi “non ha ancora toccato il fondo”. “Sta mantenendo quello che aveva promesso” dice il segretario Ugl, Giovanni Centrella e analoga soddisfazione manifestano Cisl e Uil: “Ci è stato confermato – commenta Raffaele Bonanni, segretario Cisl – che continua l’opera di investimenti sugli stabilimenti italiani”.
Ma l’ad del Lingotto ha anche aggiunto che la fusione Fiat-Chrysler è ormai “irreversibile” come, del resto, dimostrano i dati di bilancio. Dell’ 1, 4 miliardi di utile registrato dalla Fiat, 1, 7 è stato raggiunto solo dalla Chrysler. Dei 4, 2 milioni di auto vendute, oltre 2 milioni sono andate in Nord America, poco più di 1 milione in Europa, che supera di poco il Sudamerica. L’azienda statunitense è il pezzo forte del gruppo come dimostra l’intervista al Detroit news del leader sindacale, Bob King, che ha ribadito la volontà della Uaw di arrivare al più presto alla quotazione in Borsa per incassare il massimo possibile. L’Uaw, infatti, tramite il fondo sanitario Veba, detiene il 41, 5 % della Chrysler.
Nonostante i numeri positivi – 84 miliardi di fatturato, 6, 5 l’indebitamento netto, nuove obbligazioni per 5 miliardi – il Cda ha deciso di non distribuire dividendi, per mantenere liquidità ma anche perché in Chrysler la distribuzione agli azionisti è vincolata. Immediato l’effetto negativo in Borsa con il titolo che è crollato del 4, 8 %. In ogni caso, aggiunge ancora Airaudo “la Fiat ha fatto un grande affare prendendo la ex Bertone, la miglior verniciatura d’Europa rilevata a un prezzo assolutamente vantaggioso. E se oggi assume gli operai è perché la procedura concorsuale con cui ha acquistato lo stabilimento glielo impone”.

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