mercoledì 23 gennaio 2013

Il centro di Israele


E' la formazione di Lapid la vincitrice delle elezioni. I temi sociali hanno prevalso su quelli militari o religiosi. Perde Netanyanhou e il Labur, Raddoppio per Meretz

Tradotto da Mediapart.fr
La principale sorpresa delle elezioni legislative israeliane del 22 gennaio si chiama Yaïr Lapid. Il suo partito, Yesh Atid, "C'è un futuro", centrista, antireligioso e visto come populista dagli osservatori, sconvolge i pronostici e smentisce i sondaggi. Arriva in seconda posizione (19 seggi) dietro la coalizione condotta dal primo ministro uscente, Benjamin Nétanyahou, che unisce il Lokud e il partido di estrema destra di Avigdor Lieberman, Israël Beitenou (31 seggi).

L'irruzione sulla scena politica israeliana di Yesh Atid, un partito formato solo da qualche mese, nell'aprile del 2012, è un duro colpo per Netanyanhou. E smentisce ciò che la maggior parte degli osservatori si attendeva: uno scivolamento ancora più marcato verso l'estrema destra dello spettro politico israeliano. In realtà, si è prodotto il contrario con un ritorno al centro e il successo riscontrato nelle urne da temi in genere poco presenti nelle campagne elettorali israeliane: il potere d'acquisto, il reddito della classe media, il lavoro, le tasse, l'istruzione. In questo senso, tutti coloro che credevano morto e sepolto l'enorme movimento sociale che Israele ha conosciuto nel 2011 si sono sbagliati.
Arrivato in testa, Netanyanhou deve riuscire a mantenere il posto di primo ministro che occupa dal 2009. Da ieri sera sono partiti i contatti con Lapid invitato a far parte di una "larga coalizione" perché, ha detto Netanyanhou,"abbiamo molte cose da fare insieme". Lapid si è detto pronto a lavorare con il primo ministro uscente precisando però, secondo il New York Times"quello che è buono per Israele non è la destra o la sinistra, ma la possibilità di creare un vero centro. Occorre formare un governo il più largo possibile con tutte le formazioni moderate". Con soli 31 seggi su 120, Netanyanhou deve negoziare a lungo per costruire una maggioranza alla Knesset (il parlamento israeliano) e riuscire a conciliare formazioni politiche le cui posizioni sono radicalmente opposte.Nel 2009 il Likud e Israel Beitenou avevano ottenuto 42 seggi.
La seconda sorpresa di questo scrutinio è la forte partecipazione. Quando tutto lasciava pensare a una grande astensione degli elettori, poco mobilitati da una campagna mediocre e una vittoria annunciata della coalizione di governo, si è prodotto invece il contrario con un sussulto partecipativo: 67% di elettori contro il 65% del 2009 e il 63 del 2003.
Questo risveglio si accompagna a diversi cambiamenti del paesaggio politico israeliano, segnato da quindici anni da una estrema volatilità delle formazioni politiche e da una dispersione dei suffragi. Ad esempio, Kadima, il partito che si voleva centrista, creato da Ariel Sharon e in piena crisi dopo che l'ex ministra degli Esteri, Tzipi Livni l'ha abbandonato, è stato sconfitto e potrà ottenere solo due seggi (con il 90% degli scrutini). L'altra tendenza è unnuovo indebolimento del partito Laburista che ottiene solo 15 seggi mentre il partito più a sinistra, Meretez, impegnato nella difesa di un processo di pace con i palestinesi, raddoppia i suoi voti e fa eleggere sei deputati.

Infine, indicati da tutti i sondaggi come la nuova potenza montante, il partito religioso, nazionalista e di destra radicale, Casa ebraica di Naftali Bennet, non ottiene il risultato previsto e si ferma a 11 seggi.
Finora ignorato dagli osservatori, Yaïr Lapid si ritrova così nella posizione di "kingmaker". La sua formazione ha lo stesso peso dei partiti ultrareligiosi che hanno sostenuto Netanyahou e nel corso della campagna Lapid ha attaccato duramente i numerosi privilegi accordati alle formazioni religiose. Lapid ha anche chiesto che sia messa fine alle spese militari concesse agli ebrei ultra-ortodossi, un tema particolarmente sensibile.
Lapid ha condotto una campagna distinta da quella del Likud, nominando poco la questione palestinese e per niente il dossier iraniano. Al contrario, questo giornalista di 49 anni, celebre per uno show televisivo di successo, figlio di un sopravvissuto ai campi di sterminio e già ministro della Giustizia di Ariel Sharon, si è concentrato sui temi sociali, riuscendo a rappresentare il grande movimento di scioperi e di proteste del 2011. "Netanyanhou ha fallito perché non aveva niente da dire (…) ha condotto una campagna patetica e le sue foto circondato dai soldati sulla pagina Facebook non parlano agli israeliani. Al contrario, Lapid ha saputo adattare la sua campagna ai veri interessi degli elettori" è il commento di mercoledì mattina del quotidiano Haaretz.

(La suddivisione dei seggi con il 99% dello spoglio dei voti)
Likoud/Israel Beitenou: 31
Yesh Atid : 19
partito laburista : 15
partito Shas : 11
Casa ebraica: 11
Altri partiti religiosi: 18
Meretz : 6
Partiti arabi: 13
Kadima : 2

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