martedì 2 aprile 2013

FSM di Tunisi. Una realtà in fermento produce una reazione chimica positiva



Bilancio del Forum sociale in Tunisia
Eric Toussaint
Intervista a Eric Toussaint (nella foto), a cura di Sergio Ferrari

Il Forum sociale Mondiale (FSM) ha chiuso sabato 30 marzo la nona edizione della capitale tunisina con un bilancio significativo. Più di 50.000 partecipanti; quasi mille attività di ogni tipo; una manifestazione di apertura il 26 marzo che ha raccolto 25.000 persone e una marcia di chiusura in solidarietà con il popolo palestinese…  “Un forum molto positivo” secondo l’analisi dello storico e militante belga Eric Toussaint, coordinatore del Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM), una delle organizzazioni che compongono il Consiglio Internazionale del FSM fin dalla sua nascita.
Quali sono gli aspetti più importanti di questa nuova sessione del FSM?
C’è stata una forte partecipazione tunisina nelle molteplici attività. L’abbiamo visto, per esempio, nei gruppi di lavoro e nelle attività che analizzano il tema del debito. Si può dire la stessa cosa per l’Assemblea dei Movimenti sociali di venerdì 29. Il grande interesse dei giovani e dei movimenti sociali per questa iniziativa era evidente. Tutto ciò costituisce un aspetto molto positivo del nostro bilancio.

Questo significa che il ruolo del FSM esce rafforzato dopo questa sessione al Magreb?
Non c’è alcun dubbio. Da alcuni anni il FSM conosce una certa crisi. In particolare il Consiglio Internazionale, come istanza promotrice, trova grandi difficoltà a imprimere una nuova dinamica… E nello stesso tempo il Forum mondiale, incontestabilmente, resta il solo spazio e quadro mondiale dove si incontrano i movimenti sociali. In questo senso, in mancanza di un’altra alternativa, il FSM resta molto importante. Dato che la società tunisina e la regione sono fortemente attivizzate, questo ha portato un soffio di aria fresca e di rinnovamento a questo spazio internazionale. Il Forum sociale, entrando in contatto con un società in piena ebollizione, produce una reazione chimica estremamente interessante e abbiamo potuto verificarlo durate questa sessione.

Secondo te il fatto di convocare il FSM in un paese e in una regione in sommovimento potrebbe servire anche in futuro come antidoto contro ogni rischio di istituzionalizzazione di questo spazio mondiale….
Di certo. Potremmo pensare una prossima sessione in Egitto se un gruppo di organizzazioni di questo paese desiderasse riceverlo. In Egitto c’è infatti una situazione in grande fermento con un movimento sindacale proporzionalmente più forte nel settore industriale rispetto alla Tunisia, con una classe contadina fortemente colpita dalle politiche neoliberali della Banca Mondiale e dalla privatizzazione delle terre. Ma esplosioni sociali possono avvenire in altre parti del mondo e diversi scenari sono immaginabili.

Come sbloccare le difficoltà e la forma di paralisi con cui si confronta il Consiglio Internazionale del FSM?
Non ho soluzioni. Constato che una serie di forze che compongono il Consiglio desiderano continuare a giocare questo ruolo. Quel che ci insegna Tunisi è che, a un certo momento, bisogna liberare il terreno e lasciare spazio a nuove forze. Noi in quanto CADTM continuiamo ad essere membri del Consiglio Internazionale e sappiamo che ci sono attori molto interessanti e dinamici al suo interno coi quali collaboriamo strettamente. Ma vediamo anche che ci sono una serie di forze molto istituzionalizzate che gestiscono il “marchio” del Forum sociale secondo i loro interessi.

Malgrado tutto questo, la vostra idea è che bisogna rafforzarlo….
Senza dubbio. Il FSM è uno spazio utile. E’ possibile vedere che c’è una dinamica molto positiva che si sviluppa indipendentemente dai problemi di funzionamento.

Nel quadro di questo bilancio ottimista, quali sono gli elementi negativi che si sono manifestati in questa sessione?
Tra le organizzazioni che hanno installato i loro stand c’è stato l’USAID, che è l’organismo di cooperazione degli USA presente in tutte le operazioni di destabilizzazione nel mondo. E’ uno strumento che allarga la politica internazionale nordamericana. Quindi questa organizzazione non ha nulla a che fare con il Forum. E’ un elemento preoccupante tanto più perché comporta una violazione della Carta dei principi del 2001. Comprendo quindi i partecipanti che sono andati ad esigere che questa organizzazione abbandonasse il perimetro del campo universitario El Manar dove si svolgeva il Forum.
Abbiamo anche visto, come era già accaduto durante la precedente sessione a Dakar, che la monarchia marocchina ha mandato un centinaio di persone pagate per farsi passare come membri di organizzazioni non-governative sociali. Una parte di loro sono poliziotti che hanno cercato di impedire che nel forum si esprimesse la rivendicazione del diritto a uno stato Sahraoui indipendente. L’abbiamo visto a Dakar, ma si è visto anche venerdì 29 all’assemblea dei movimenti sociali… Elementi provocatori legati al regime marocchino hanno preso d’assalto la tribuna e hanno cercato di impedire che nella dichiarazione dei Movimenti Sociali, fosse inserita questa necessaria solidarietà. E’ un aspetto negativo, anche se non è responsabilità del FSM. Bisogna trovare i mezzi per proteggere in particolare gli attivisti marocchini che hanno il coraggio di difendere i diritti democratici alla sovranità nazionale.

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