domenica 21 aprile 2013

Elezioni del presidente: il peggio non è mai morto


di Antonio Moscato (da Movimento Operaio)
Incredibile e scandaloso. Il gioco al massacro che appariva incomprensibile alla maggior parte degli esseri normali, ha una spiegazione. Era impossibile far ingoiare con altri mezzi le “larghe intese”, cioè riportare al governo Silvio Berlusconi, la Santanché, il grottesco Gasparri, quindi si è dovuto mobilitare personalmente Giorgio Napolitano, fautore da sempre di quell’unità nazionale che ha prima logorato poi distrutto la sinistra, alleandola a quelli che un tempo erano i suoi nemici e cancellandone l’identità. Così potranno fare tutti insieme le famose “riforme” che distruggeranno gli ultimi residui di democrazia formale.
Mi pare difficile che questa orribile soluzione venga bocciata, tenuto conto che si mobiliterà in suo favore tutta la destra, e soprattutto che nessuno della cosiddetta sinistra ha osato rifiutarla apertamente. Persino Vendola, mentre formalmente annunciava il suo voto ancora per Rodotà, ha ribadito la sua stima per Giorgio Napolitano, senza avere il coraggio di dire che non la merita, che non è al di sopra delle parti, ma è l’esponente di una fazione che conduce una guerra feroce contro ogni residuo dei diritti dei lavoratori.

Una minima possibilità di un’ulteriore votazione a vuoto c’è, ma è legata a un motivo tutt’altro che nobile: le nullità, vecchi e giovani, che riempiono il parlamento, possono temere che Napolitano proceda a uno scioglimento anticipato delle camere, e quindi che le nuove elezioni siano pericolose per molti di loro indipendentemente dalla legge elettorale, che per giunta a breve scadenza sarebbe inevitabilmente il porcellum.
Sarebbe stato meglio verificare la reazione dell’elettorato del Friuli Venezia Giulia a questa crisi politica. Una bastonata non solo al PD ma a tutti i partecipanti a questo squallido gioco poteva rafforzare l’ipotesi di una convergenza di un pezzo del PD sulla candidatura di Rodotà (in sé non fortissima e non risolutiva,ma neppure sovversiva e scardinante come la presentano i furfanti come Gasparri). Sarebbe bastato non drammatizzare il fatto che non si è eletto il presidente nelle prime votazioni, e si fossero fatti altri tentativi a vuoto, come si è fatto in tante altre elezioni presidenziali senza che accadesse nulla di drammatico. Ad esempio Sandro Pertini (il più amato e onesto, anche se pasticcione e confusionario), fu eletto al sedicesimo scrutinio).
Non è vero come ripetono tutti i commentatori più infami che l’Italia è in crisi perché è senza governo, casomai è ancora più in crisi proprio perché il governo c’è:  Monti ha continuato a far danni, sotto la guida dei superburocrati dell’Unione Europea e con la benedizione di Napolitano. Per uscire dalla crisi servirebbe ben altro: una svolta radicale, e soprattutto una ripresa dell’attività degli sfruttati, degli oppressi, dei pensionati umiliati, degli esodati non protetti, dei licenziati e dei precari.
Magari per fare come è stato fatto in America Latina (in Argentina, Ecuador, Bolivia), scendendo in piazza per cacciare un ceto politico lontanissimo dai problemi del paese.
(a.m. 20/4/13, ore 16)
Sul “nuovo candidato” rinvio a quanto scritto e pubblicato sul sito:
Alle ore 18,15 è chiaro che Napolitano ha vinto. Ma è la logica conseguenza della viltà di tutta la sinistra, che non ha mai saputo denunciare il suo ruolo di parte.

Nessun commento: