domenica 23 giugno 2013

I disastri della politica “responsabile e senza alternative”



di Sergio Casanova


Napolitano ha generato, accompagnato dal plauso dell’intero regime, il governo Monti per risanare il Debito pubblico e salvare l’Italia dalla catastrofe. Vediamo quali risultati hanno prodotto le sue politiche di vassallaggio condiviso delle demenziali e criminali politiche europee di austerità ( = abbattimento del residuo welfare e attacco forsennato al Lavoro). Politiche, va sempre ricordato, approvate da PD_PDL (ricorderete in particolare il sostegno incondizionato del PD: “senza se e senza ma” disse il buon Bersani!).
  • Nel 2011 il debito pubblico era pari al 120,4% del PIL (ISTAT), ora la Commissione UE lo valuta pari al 131,4%, per il 2013, e al 132,2% per il 2014.
  • Il debito, che a fine novembre 2011 era di 1.912 miliardi, nell’aprile 2013 ha raggiunto i 2.041 mld., con un aumento di 129 mld. (Bankitalia)
  • Nel primo trimestre 2013, il PIL è diminuito del 2,4% rispetto al primo trimestre 2012 (ISTAT)
  • Ad aprile 2013, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24anni) è salito al 40,5%. Si tratta del livello più alto dall’inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e trimestrali (primo trimestre 1977). In cerca di lavoro sono 656 mila ragazzi. (ISTAT)
  • Nei primi tre mesi di quest’anno, il tasso di disoccupazione è balzato al 12,8%. Si tratta del livello più alto dal primo trimestre del 1977 (+1,8 punti sul 2012) (ISTAT)
  • Tra la seconda meta’ del 2011 e la seconda meta’ del 2012 le famiglie italiane hanno visto crescere la loro bolletta della luce dell’11,2%, uno dei maggiori aumenti registrati nell’UE, e del 10,6% per il gas. In UE i prezzi dell’elettricità per le famiglie sono aumentati del 6,6% e quelli del gas del 10,3%. (Eurostat)
  • L’Italia e’ agli ultimi posti in Europa per ”povertà di futuro” (misurata in termini di opportunità, prospettive e competenze) di bambini e adolescenti. Quattro le principali ”ruberie” ai danni di bambini e adolescenti: il taglio dei fondi per minori e famiglia, la mancanza di risorse per una vita dignitosa, il basso livello di istruzione e di lavoro (ricerca condotta da Save the Children ).
  • Nei primi quattro mesi di quest’anno sono state autorizzate oltre 365 milioni di ore di cassa integrazione per una media di 530.000 lavoratori coinvolti a zero ore. Lo rileva la Cgil sulla base dei dati Inps, spiegando che i lavoratori hanno perso 1,4 miliardi di euro di reddito, in media 2.600 euro a testa.
  • Secondo l’INPS, tra il 2012 e il 2021 la “riforma” Fornero garantirà 80 miliardi di “risparmi” (=tagli) rispetto alle normative precedenti (le varie controriforme pensionistiche susseguitesi a partire dal 1992, tra le quali svetta la micidiale legge Dini del 1995).
Certo, a parole, tutti si dicono preoccupati e Letta cerca di enfatizzare l’impegno del governo sul lavoro. Per quanto se ne sa, si tratta di sovvenzioni alle imprese che assumono e credito agevolato a quelle che fanno investimenti nell’innovazione. Oltre, naturalmente, a maggiore “flessibilità” (contratti a termine da far west). Le stesse identiche ricette che si ripropongono dagli anni ’90. Le solite, fallimentari, politiche economiche dal lato dell’offerta. Ma, si sa, sono la quintessenza del liberismo e quindi “non c’è altra via”.
Pare che nessuna componente del regime si preoccupi realmente dei disastri inflitti alla società e all’economia. La priorità restano i “conti in ordine”.
E, finalmente, arriva qualche apprezzamento dalla Commissione UE, la quale stima che il deficit di bilancio italiano per il 2013 si fermerà al 2,9% del PIL, e nel 2014 scenderà al 2,5%. Restando sotto la soglia fatidica del 3% e quindi dimostrando di essere “sulla buona strada”!
Se, per un attimo, si uscisse dalla propaganda, al contrario, quei dati dovrebbero essere fonte di nuove preoccupazioni. Infatti, nel 2011 il deficit di bilancio era pari al 3,9% del PIL (ISTAT).
Se scendere di un punto percentuale (dal -3,9% al -2,9% previsto per quest’anno) è costato lo sfascio che abbiamo visto sopra (e molto altro ancora!), quali cataclismi provocheranno le politiche rivolte al raggiungimento dell’agognato (e costituzionalizzato) pareggio di bilancio?
Ma il regime aborre qualsiasi critica ai trattati europei. Essi sono considerati alla stregua di Sacre Tavole rivelate da un’Entità Superiore. Quindi, il massimo della trasgressione che ci si può concedere sono gli inviti all’”Europa” affinché faccia partire “politiche concrete per superare la disoccupazione giovanile” (Letta, ieri), naturalmente ribadendo che “le misure del governo avranno come base le indicazioni UE”.

Dunque, si continua a fingere di ignorare che proprio quelle sono la causa dei massacri sociali europei. A partire dal Trattato di Maastricht del 1992, col suo impianto monetarista, per arrivare al Fiscal Compact

Nessun commento: