lunedì 10 giugno 2013

Francia. Quando i fascisti uccidono

L’assassinio a Parigi del giovane militante antifascista Clèment Méric è l’ultimo terribile atto di una catena di aggressioni e atti di violenza perpetrati da gruppi nazifascisti in vari paesi europei, in particolare in Grecia, ma non solo. Anche nel nostro paese, al di là della scarsa presa elettorale delle formazioni di estrema destra, cresce il loro attivismo sociale e crescono anche gli episodi di violenza e di aggressione da parte di queste forze.
Con l’aggravarsi della crisi e della disoccupazione, e l’assenza di un’alternativa di sinistra, la minaccia fascista sta crescendo nei paesi europei. E’ una minaccia che va presa sul serio, più di quanto è stato fatto finora, e rende necessaria l’azione unitaria della sinistra di classe anche su questo terreno, cominciando a pensare anche a forme di coordinamento su scala europea.

Esprimiamo la solidarietà all’Union syndicale solidaires nella quale Clément militava, e aderiamo idealmente alle manifestazioni antifasciste che si svolgono in Francia.

Clément Méric, «studente modello», «ucciso per le sue idee»

clement_medric
Di Mathilde Gérard

Di questo giovane si conosce solo una foto, diffusa dal gruppo Azione antifascista del quale era membro: una immagine in bianco e nero che mostra un viso di profilo, paffuto, i capelli pettinati con cura, la camicia a quadretti impeccabilmente abbottonata. All’indomani di un violentissimo scontro con un gruppo di skinheads, nel quartiere Havre-Caumartin a Parigi, Clément Méric, 19 anni, ha trovato la morte, giovedì 6 giugno, all’ospedale Pitié-Salpétrière. L’autore presunto dell’aggressione sarebbe astato arrestato secondo il Ministero dell’Interno.
Originario di Brest, aveva ottenuto lo scorso anno il diploma di maturità con il punteggio S e la menzione, dopo aver frequentato il liceo statale L’Harteloire. Il preside del liceo, Jean-Jacques Hillion, intervistato da Le Télégramme, ha descritto «uno studente brillante, direi anche uno studente modello. Non si dà per caso una maturità S con menzione Bene per poi iscriversi a Sciences Po [Scienze Politiche] Paris.. .» Era «cortese e rispettoso degli altri , ha aggiunto il preside, pienamente impegnato nelle questioni del liceo, in quanto delegato o rappresentante degli studenti. Era particolarmente eloquente e si sentiva in lui l’anima di un giovane capace di assumersi le sue responsabilità.»
I suoi genitori, ritiratisi di recente in pensione nel Gers, insegnavano diritto all’Università della Bretagna Occidentale (UBO, a Brest): diritto pubblico il padre e diritto privato la madre. Ex studenti hanno descrivono una famiglia molto simpatica e di spirito aperto, molto conosciuta da tutta la facoltà di diritto.

«Non era un attaccabrighe»

Clément Méric si era trasferito a Parigi a settembre per proseguire gli studi a Sciences Po. Tutti i suoi compagni hanno parlato unanimemente di «un giovane molto impegnato», «che non diceva mai una parola più alta dell’altra», «una persona dolce», «il tipo di persona che tutti vorrebbero avere nel proprio giro». «È stato ucciso per le sue idee», afferma sbigottito un compagno del primo anno.
Il giovane, che era già militante quando era liceale ed era vicino in particolare alla sezione di Brest della Confédération nationale du travail (CNT) ha rapidamente aderito come studente al sindacato Solidaires Etudiant-e-s di Sciences Po e al gruppo Action antifasciste Paris-banlieue (AAPB). L’organizzazione, erede dei «redskins» [pellirosse], si era impegnata negli ultimi mesi a favore della legge sul matrimonio omosessuale. Un video disponibile sul web mostra il giovane, vestito con una Tshirt arancio e una sciarpa rossa annodata al collo, sfidare i partecipanti della «Manif pour tous».
Secondo molti suoi amici «non era impegnato in un partito politico», il suo militantismo era sindacale ed essenzialmente centrato sulla lotta contro il fascismo. «era molto critico rispetto al Front de Gauche e all’UNEF (Unione nazionale degli studenti di Francia), che oggi si mobilitano attorno al suo nome, ha detto Camille (nome cambiato), anche lei militante di Solidaires Sciences Po. Tutto il clamore politico attuale lo avrebbe fatto arrabbiare. Ė stato aggredito perché era antifascista.»
In una conferenza stampa nel primo pomeriggio, i membri della AAPB hanno tenuto a sottolineare che Clément Méric non era un attaccabrighe, né un mostro di guerra. D’altronde è stato aggredito mentre andava ad acquistare dei vestiti in un negozio, hanno aggiunto.
Numerose manifestazioni erano previste nel tardo pomeriggio o in serata in molte città della Francia per rendere omaggio al giovane. (Articolo pubblicato il 6 giugno 2013 su Le Monde.fr)

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