martedì 20 novembre 2012

La repressione di Putin


Un appello alla solidarietà internazionale da parte degli oppositori del governo russo, imprigionati, a volte torturati, dopo le grandi manifestazioni del 2011 e di inizio 2012
Oggi, noi, rappresentanti delle organizzazioni della sinistra russa, inviamo ai nostri compagni in tutto il mondo un appello alla solidarietà. Questo appello e la vostra risposta sono per noi molto importanti. Proprio ora siamo di fronte non solamente ad un esempio di quello che viene chiamato «sistema giudiziario» russo o ad un altro caso di vita spezzata dall'incontro con l'apparato repressivo dello stato. Oggi le autorità russe hanno lanciato contro di noi una campagna di repressione senza precedenti nella storia recente della Russia, una campagna che ha come obiettivo la distruzione della sinistra come forza politica organizzata.

Gli arresti recenti, le minacce, i pestaggi, gli aggressivi attacchi giornalistici e i tentativi di dichiarare illegali i gruppi della sinistra sono tutti aspetti della nuova strategia generale delle autorità -molto più crudele e meno prevedibile di quelle degli anni recenti.

Il movimento di protesta di massa che è cominciato nel dicembre 2011 ha cambiato radicalmente l'atmosfera di passività politica e sociale creata dagli anni di Putin. Decine di migliaia di giovani e persone di mezza età, funzionari e impiegati statali, hanno iniziato a scendere nelle strade per chiedere un cambiamento. Il 1° e il 24 dicembre del 2011, e ancora il 4 febbraio 2012, Mosca, San Pietroburgo e altre grandi città sono state teatro di manifestazioni di massa che hanno mostrato un nuovo livello di politicizzazione di una significativa parte della società.
Il modello di «democrazia sotto tutela» ideato dalle elites dominanti anni fa è fallito in pochi giorni. Le manipolazioni politiche hanno smesso di funzionare di fronte alla vera politica sorta dal basso. Il movimento, le cui richieste si limitavano inizialmente a «oneste elezioni», è rapidamente cresciuto indirizzando la protesta all'intero sistema politico.

Dopo le elezioni del marzo 2012 - nelle quali Putin si è assicurato un altro mandato usando una combinazione tra massicce pressioni amministrative sugli elettori, grandi falsificazioni e una falsa retorica populista - molti pensavano che il potenziale per nuove mobilitazioni di protesta si fosse esaurito. Le ingenue speranze di migliaia di volontari dell'opposizione che avevano svolto il ruolo di osservatori alle elezioni illudendosi di mettere fine alle frodi elettorali sono state deluse.
La successiva manifestazione, sul cui successo pochi credevano, era prevista per il 6 maggio nel centro di Mosca, il giorno precedente l'insediamento di Putin; quel giorno, malgrado le previsioni pessimistiche, oltre 60.000 hanno manifestato. Quando la marcia si avvicinava alla piazza dove avrebbe dovuto svolgersi il rally finale, la polizia ha messo in atto una massiccia provocazione, bloccando il cammino della marcia stessa. Tutti coloro che tentavano di aggirare i cordoni della polizia venivano picchiati e arrestati.

L'inedita violenza poliziesca
si è confrontata con la resistenza di una parte dei manifestanti che hanno resistito all'arresto e si sono rifiutati di lasciare la piazza fino a quando tutti fossero stati rilasciati. Gli scontri del 6 maggio sono durate alcune ore; al termine oltre 650 persone erano state arrestate,alcune delle quali hanno passato la notte in carcere.
Il giorno successivo la processione di auto di Putin ha attraversato una Mosca deserta. Insieme ai manifestanti la polizia aveva ripulito le strade della capitale dai pedoni.
Il movimento di protesta aveva mostrato la sua forza e un nuovo grado di radicalizzazione.
Gli eventi del 6 maggio facevano nascere il movimento Occupy, che ha portato migliaia di giovani nel centro di Mosca, occupato fino alla fine di maggio. I gruppi di sinistra, fino a quel momento tenuti ai margini dai portavoce liberali della protesta, hanno progressivamente giocato un ruolo maggiore.
Quei fatti hanno rappresentato un campanello di allarme per le autorità: il movimento era andato oltre i limiti permessi, le elezioni erano terminate, per cui era arrivato il momento di mostrare i denti. Quasi immediatamente veniva aperta un'indagine penale nei confronti dei «disordini di massa», e il 27 maggio ci fu il primo arresto: la diciottenne anarchica Alexandra Dukhanina venne accusata di di partecipazione ai disordini e uso di violenza contro la polizia. Gli arresti sono poi continuati nei giorni successivi, sia nei confronti di attivisti di lungo corso (la maggior parte dei quali della sinistra) sia contro persone comuni, per molte delle quali il 6maggio era stata la prima esperienza di politica di strada. In questo modo 19 persone sono state accusate di partecipazione a tali «disordini»; 12 di loro sono in carcerazione preventiva. Queste alcune delle loro storie:

⁃ Vladimir Akimenkov, 25 anni; comunista e attivista del Fronte di sinistra. Arrestato il 10 luglio 2012, sarà detenuto fino al 6 marzo 2013. Ipovedente dalla nascita, in carcere sta ulteriormente peggiorando: nell'ultima visita risultava avere 20% di vista da un occhio e 10% dall'altro. Questo non è bastato alla corte per decidere la detenzione domiciliare. Nell'ultima seduta, il presidente della corte ha cinicamente commentato che solo la cecità totale avrebbe loro fatto riconsiderare la decisione.
⁃ Michael Kosenko, 36 anni, nessuna appartenenza politica, arrestato l'8 giugno. Anche Kosenko, che soffre di disturbi psicologici, ha chiesto la detenzione domiciliare, ma la corte lo ha dichiarato «socialmente pericoloso» e intende spedirlo ai lavori forzati.
⁃ Stepan Zimin, 20 anni, anarchico e antifascista, arrestato l'8 giugno e detenuto fino al 6 marzo 2013, dopo di che la sua detenzione potrà essere estesa. Stepan sostiene economicamente la madre single ma anche in questo caso la corte non considera tale fatto sufficiente a concedere la liberazione condizionale con obbligo di non lasciare i confini della città;
⁃ Nikolai Kavkazskii, 26 anni, socialista, attivista per i diritti umani e Lgbt. Detenuto dal 25 giugno scorso.
Gli investigatori non hanno prove evidenti della colpevolezza di questi detenuti; nonostante ciò rimangono in carcere e altri sospettati li raggiungeranno presto.Così l'ultimo protagonista dei «fatti del 6 maggio», il cinquantunenne scienziato liberale Sergej Krivov è stato recentemente arrestato, il 18 ottobre. E ci sono fondati motivi per ritenere che non sarà l'ultimo.
Se gli arresti di una ventina di manifestanti comuni ha come obiettivo quello di spaventare il movimento di protesta, la caccia agli «organizzatori dei disordini di massa» vuole colpirne i leaders riconosciuti. In base alle indagini, i cosiddetti «disordini» sarebbero il risultato di una cospirazione w tutti gli arrestati hanno subito un trattamento speciale.
Questo dimostra che non siamo di fronte solamente ad una serie di arresti quanto alla preparazione di un processo politico in larga scala contro l'opposizione.

Il 5 ottobre uno dei più importanti canali televisivi russi, NTV, ha trasmesso un film del genere «documentario investigativo» che conteneva accuse fantastiche contro l'opposizione e in particolare contro il rappresentante del «Fronte di sinistra» Sergei Udaltsov. In questo capolavoro di propaganda di stile goebbelsiano. Udaltsov veniva accusato di avere legami con servizi stranieri e gli attivisti del «Fronte di sinistra» da lui diretto sono stati considerati agenti di un piano dei nemici stranieri dello Stato.
Come prova definitiva di queste accuse, il film riporta la registrazione di un incontro tra Segej Udaltsov, l'attivista del «Fronte di sinistra» Leonid Razvozhaev, il membro del «Movimento socialista russo" Konstantin Lebedev, e uno dei più stretti consiglieri del presidente della Georgia,Givi Targamadze. In particolare nel colloquio si parlerebbe di denaro fornito dai georgiani per la «destabilizzazione» della Russia.

Malgrado le facce nella registrazione fossero praticamente irriconoscibili e il sonoro chiaramente aggiunto successivamente, separatamente dal video, nel giro di un paio di giorni il Comitato investigativo dell'ufficio del Procuratore generale (l'agenzia che sta oggi giocando il ruolo principale nella repressione organizzata) lo ha utilizzato per aprire un procedimento penale.
Il 17 ottobre Konstantin Lebedev è stato arrestato e Sergei Udaltsov rilasciato dopo l'interrogatorio con l'impegno firmato di non lasciare i confini della città. Il 19 ottobre un terzo partecipante al nuovo affaire, l'attivista del «Fronte di sinistra» Leonid Razvozhaev, cercava di chiedere lo status di rifugiato politico alla delegazione delle Nazioni unite a Kiev, in Ucraina. Appena messo il piede fuori dal palazzo della delegazione, degli sconosciuti lo hanno violentemente costretto a salire su un auto e trasportato illegalmente attraverso il confine ucraino nel territorio russo. In una località segreta russa è stato quindi torturato e minacciato (anche riguardo la sicurezza dei suoi familiari) e costretto a firmare una «dichiarazione volontaria di colpevolezza» e una «dichiarazione di confessione». In tali documenti Razvozhaev confessava legami con servizi stranieri e la preparazione di una «insurrezione armata», nella quale erano coinvolti anche Konstantin Lebedev e Sergei Udaltsov. In seguito Razvozhaev è stato trasportato a Mosca e messo in carcere con una denuncia penale.
Al momento Razvozhaev ha dichiarato in incontri con attivisti dei diritti umani che smentiva tali confessioni ottenute sotto pressioni. Ma questo non ha evitato le loro conseguenze: la «lista di Razvozhaev», estorta con la tortura, è diventata famosa: contiene i nomi di persone che erano diventate oggetto di persecuzione molto tempo prima.

L'obiettivo della repressione si diffondeva rapidamente. Recentemente il Comitato Investigativo ha annunciato l'apertura di un'indagine nei confronti dell'organizzazione di Sergei Udaltsov, il «fronte di sinistra», il cui risultato sarà chiaramente la sua illegalizzazione in quanto «estremista». Sono in corso azioni anche contro il movimento anti-fascista. I ben conosciuti attivisti Aleksei Sutug, Aleksei Olesinov, Igor Harchenko, Irina Lipskaya, Alen Volikov sono stati arrestati sulla base di accuse inventate e si trovano oggi detenuti a Mosca; il socialista e anti-fascista Filipp Dolbunov sono stati sottoposti a pressioni durante gli interrogatori e minacciati in diverse occasioni.
Non è certamente casuale che la maggior parte delle vittime di questa inedita ondata di repressione fanno parte di movimenti di sinistra: nel momento esatto in cui sono in preparazione misure di austerità, attacchi ai diritti dei lavoratori e una riforma delle pensioni, l'amministrazione Putin-Medvedev è preoccupata in maniera particolare dalla possibile convergenza tra il movimento democratico e una possibile protesta sociale.
L'attuale ondata repressiva rappresenta il test più importante per il nuovo movimento di protesta in Russia: o resistiamo e acquisiamo forza, oppure ci troveremo di fronte ad un nuvo periodo di apatia e paura nella società. E' proprio per queste ragioni - di fronte ad una pressione politica senza precedenti - che la solidarietà dei nostri compagni in lotta in Europa, e nel mondo intero, è decisivo.

Vi chiediamo di organizzare Giornate della solidarietà contro la repressione politica in Russia tra il 29 novembre e il 2 dicembre prossimi - manifestando di fronte ad ambasciate e consolati della Russia o qualsiasi altra rappresentanza russa nei vostri paesi, per chiedere l'immediato rilascio dei prigionieri illegalmente arrestati e la fine delle vergognose azioni penali e della preparazioni di nuovi «processi di Mosca» basati sulla tortura e sull’estorsione di dichiarazioni.
Vi chiediamo anche di utilizzare informazioni precise nelle vostre proteste e richieste, utilizzando i dettagli e i nominativi che vi segnaliamo in questo appello. Questo è decisivo per ogni persona oggi detenuta.
Per favore, mandate le vostre risposte e le segnalazioni di azioni di solidarietà e altre informazioni e richieste a questo indirizzo mail: solidarityaction2012@gmail.com
La solidarietà è la nostra unica arma
Uniti non saremo mai sconfitti!

Movimento Socialista russo, Azione Autonoma, Fronte di Sinistra

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