Il 57% degli statunitensi non approva la politica
economica del loro presidente e più del 70% dei lavoratori ha paura che
la propria condizione sia destinata a peggiorare. Intanto Obama prepara
una storica riduzione del deficit
Il 57% degli americani non condivide le scelte del presidente degli
Stati Uniti Barack Obama sull'economia: è quanto rivela un sondaggio
Washington Post-Abc all'indomani
del monito di S&P sui conti pubblici americani, e a circa un anno e
mezzo delle elezioni presidenziali Usa del novembre 2012. In realtà le
indicazioni del sondaggio, con una percentuale di approvazione
complessiva del 47% (in calo di sette punti da gennaio), sono meno
catastrofiche di quello che sembra, perchè l'entusiasmo nei confronti
dei (potenziali) avversari repubblicani di Obama è veramente scarso.
Solo Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts, è sopra il 10% delle
intenzioni di voto alla primarie assestandosi al 16%. Il miliardario
Donald Trump è all'8%, Mike Huckabee, ex governatore dell'Arkansas è al
6%, Sarah Palin, ex candidata vicepresidente supera a malapena il 5%. E
tutti loro perderebbero nettamente contro Obama. Non è una sorpresa: a
preoccupare gli americani è soprattutto il prezzo della benzina, che
mediamente si sta avvicinando ai 4 dollari a gallone, un livello che ad
aprile non si vedeva da 20 anni a questa parte. Più genericamente, quasi
la metà degli intervistati pensa che l'economia peggiorerà (44%), ed
oltre un americano su tre (37%), teme un aumento dell'inflazione.
L'indicazione più negativa riguarda infine il mercato del lavoro: il 78%
degli intervistati è convinto che la situazione peggiorerà nell'area in
cui vive.
Obama, dal canto suo, è impegnato in un piano draconiano di riduzione
del deficit senza il quale, ha detto oggi, si potrebbero verificare
"seri danni alla nostra economia". Per questo, ha detto il presidente
degli Stati Uniti, servono «sacrifici condivisi e responsabilità
condivise».
Leggi
qui il discorso di Obama sul deficit
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