mercoledì 30 marzo 2011

Pezzi di pace in Parlamento

Silvana Amati, Enrico Gasbarra, Giuseppe Giulietti, Paolo Nerozzi, Sabina Rossa, Vincenzo Vita. Sono i parlamentari Pd che non hanno votato la guerra e che scrivono le loro ragioni

Vogliamo spiegare il nostro punto di vista sulla questione libica e il perché non abbiamo partecipato al voto sulle risoluzioni di sostegno all'azione militare.
Respingere ogni forma di intervento militare significa essere non solo pacifisti, bensì guardare l’evoluzione delle relazioni internazionali in un'ottica diversa.
Oggi le regole del gioco sono cambiate, come è cambiato l'ordine internazionale, per cui l'uso della forza per scacciare un dittatore non sembra la soluzione adeguata, soprattutto in un contesto quale la Libia, la cui crisi può avere esiti imprevedibili.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che Gheddafi debba andare via e lasciare il popolo libico libero di autodeterminarsi.
Certo, non era agevole prendere posizione per un governo che pochi mesi prima aveva ospitato il Raìs in una tenda nel centro di Villa Doria Pamphilj e steso tappeti rossi al dittatore. Dal baciamano a Gheddafi siamo passati ai tornado in diretta sui telegiornali.
Avevamo l’obbligo, anzi, il dovere morale di intervenire attraverso un'azione diplomatica. Si imponeva un tavolo di confronto internazionale ancor prima di dover giungere ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Oggi è più che mai necessario riannodare i fili tra le istituzioni e il movimento pacifista e per questo proponiamo un confronto con tutti coloro che sono interessati a darci una mano a far sentire la voce della pace in Parlamento. E saremo certamente presenti alla manifestazione del prossimo 2 aprile.
Silvana Amati, Enrico Gasbarra, Giuseppe Giulietti, Paolo Nerozzi, Sabina Rossa, Vincenzo Vita

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